Castlevania: Lords of Shadow 2 è un gioco mediocre.
Mercury Steam è un team di sviluppo talentuoso.
Questi due dati di fatto entrano in conflitto tra di loro in modo abbastanza prepotente, perché fanno automaticamente pensare che una delle due affermazioni sia chiaramente falsa; in realtà, in correlazione allo sviluppo di questo capitolo, è emerso uno scenario semplicemente agghiacciante, da poco portato a galla da un insider. La questione – ve lo diciamo subito – è molto grave e merita di essere riportata e approfondita anche su queste pagine, per fare finalmente chiarezza sul tonfo inaspettato di questo seguito e per far riflettere sui motivi della sua evidente inadeguatezza di fronte agli alti standard fissati dal capostipite.
Le verità nascoste
Questa testata ha premiato il gioco con un buon 7, ma la media mondiale si è attestata sulla sufficienza tirata per i capelli, con recensioni anche molto negative. A sprazzi, nel gioco, si nota ancora il talento di questo studio, ma ci sono stati molti momenti in cui ci siamo chiesti cosa fosse accaduto per permettere al titolo di toccare dei bassi così sorprendentemente profondi. Dal forum spagnolo di Meristation, sono arrivate le sconcertanti risposte alle nostre domande, alle quali concediamo in ogni caso il beneficio del dubbio. Tuttavia, la precisione con cui vengono inquadrate alcune problematiche e la chiarezza delle dichiarazioni fatte da un fantomatico sviluppatore che è voluto rimanere anonimo, ci lasciano pensare che stavolta non ci sia dietro nessuna manipolazione, e che tutto sia reale, come reali sono tanti altri problemi che affliggono le strutture interne delle software house moderne. Tirannie, violenze psicologiche, demansionamenti, sfruttamenti, pessime condizioni lavorative e ritmi disumani erano alla base dell’ultimo caso eclatante che ha colpito gli sviluppatori di L.A. Noire. Ma quante realtà soffocate e tenute sotto silenzio ci sono in questa industria? Quanto di tutto ciò accade ogni giorno senza che la stampa e gli utenti lo vengano mai a sapere? Sospettiamo che il numero sia in forte lievitazione e che gli interessi crescenti abbiano portato la macchina della produzione industriale a trattare spesso delle menti creative come degli operai senza voce in capitolo, che devono solo eseguire degli ordini senza avere la possibilità di mettere a frutto le proprie idee.
In questo speciale, abbiamo deciso di riportare integralmente alcune delle dichiarazioni fatte dallo sviluppatore in questione, che si scaglia contro il direttore dello studio Enric Alvarez, reo di essere un uomo “malvagio” e capace di creare ai dipendenti molti problemi di diversa natura. Questa è la storia della gestazione di Castlevania: Lords of Shadow 2. Questa, è la storia di uno dei tanti team di sviluppo forse ingiustamente accusati di non avere le capacità per raggiungere la qualità richiesta.
Rage against the machine
Prima di tutto, viene specificato che Hideo Kojima ha avuto davvero poco da spartire col successo del primo capitolo. Da quanto si legge, pare che abbia solo messo il suo nome per rendere il progetto più altisonante: “È arrivato, ha visitato lo studio, ha segnato alcune cose, e basta. Ha avuto ancora meno a che fare con Mirror of Fate e Lords of Shadow 2”. Dopo aver messo in chiaro questo aspetto fondamentale, che parrebbe spazzare via ogni dubbio sulle colpe legate all’assenza del geniale game designer, i toni si sono fatti più critici verso il gioco stesso, reputato non all’altezza dagli sviluppatori stessi, già dal momento in cui ci stavano lavorando: “La grande maggioranza del team, era consapevole che il gioco creato fosse una merda e che non c’entrava nulla coi valori produttivi e la qualità del primo capitolo”, ha spiegato il dipendente, aggiungendo anche che “Nessuno è sorpreso delle basse valutazioni avute in sede di recensione”.
A questo punto, le invettive vengono rivolte direttamente ad Alvarez, considerato il vero colpevole del flop. Noi, effettivamente, non sappiamo se ci fosse qualcosa di personale tra questo programmatore e il capo dello studio, ma ancora una volta la situazione è dipinta in maniera tale da far propendere la difesa decisamente a favore dei lavoratori.
“Se c’è qualcuno da incolpare, è Enric Alvarez, colui che ha inficiato sullo sviluppo applicando dei criteri personali e ignorando completamente sviluppatori, designer e artisti.” Alvarez viene poi descritto come uno di quei tipi che sa come apparire davanti alla stampa, facendosi credere una sorta di visionario alla stregua di Cage o Molyneux, nascondendo abilmente i gravi problemi che si porta dietro. “È un uomo malvagio, cattivo, e dopo il successo del primo Lords of Shadow il suo ego si è gonfiato al punto tale che non osava nemmeno dire ‘ciao’ quando lo si incontrava nei corridoi”. Ma il problema reale non è rappresentato tanto dal togliere il saluto ai propri sottoposti solo perché ci si sente superiori anche umanamente (il che è già gravemente anomalo); il fulcro della questione, ruota attorno ai suoi presunti metodi da despota. Una delle assurdità, infatti, era che il team veniva a conoscenza delle feature del gioco solo attraverso le news della stampa, anziché dal capo stesso. Semplicemente pazzesco: “La sfiducia che ha verso i suoi lavoratori è enorme. Ogni singola idea di design doveva essere monitorata, portata via e infine mutilata da Enric Alvarez. Qui, non c’è per niente la mentalità da corporazione, siamo solo un gruppo di persone costrette a lavorare ciecamente e a disposizione di un presunto visionario. C’è chi a un certo punto non ce la faceva più, e se n’è andato”. Lo sviluppatore senza identità ha poi rivelato che durante i lavori su Lords of Shadow 2, Mercury Steam ha licenziato 35 impiegati, e che molti altri ne seguiranno. La paura maggiore del momento è legata la futuro dello studio, completamente nelle mani di Konami, che pare sia piuttosto arrabbiata per la bassa qualità del gioco: “Le aspettative per il nostro futuro, sono davvero pessime”.
Grido di ribellione
Da quanto emerge dalle dichiarazioni, ci sono ulteriori particolari che meritano di essere conosciuti, perché fanno comprendere effettivamente i motivi dietro a un periodo di sviluppo così tribolato, che è in controtendenza coi tempi e va incredibilmente contro gli interessi stessi dello studio spagnolo. La struttura interna di Mercury Steam viene infatti definita “Arcaica”, mentre i ragazzi del dipartimento che si occupa dell’assicurazione della qualità sono trattati come se fossero bestiame, con salari vergognosi e bullismo quotidiano. Pensate inoltre che l’engine di gioco – non di certo privo di problemi – era stato scritto da soli due ragazzi: uno di loro è il fondatore della compagnia e, neanche a dirlo, il confidente di Alvarez. La cosa assurda, è che i nuovi programmatori non avevano minimamente accesso al codice sorgente per attuare migliorie o update che potessero accelerare e migliorare il lavoro di gruppo. Venivano considerati a un livello talmente basso da non potersi nemmeno avvicinare, e questo causava di conseguenza dei rallentamenti e dei problemi immani durante le fasi più concitate di sviluppo. “In verità i nuovi arrivati ne sapevano spesso molto di più dei loro boss, ma questa folle metodologia ha incasinato tutto. Lords of Shadow 2 è il risultato di ciò che è accaduto”.
Le ultime parole dello sviluppatore, per chiudere, sono state di grande solidarietà verso i compagni di avventura nella sua stessa paradossale situazione. L’uomo ha spiegato infatti che non tutto è brutto in Mercury Steam, perché i ragazzi che ci lavorano hanno un enorme voglia di dare il meglio e un grandissimo talento purtroppo frenato da pratiche ingiuste e scellerate: “Se solo avessimo avuto la possibilità di esprimerci liberamente, il nostro futuro sarebbe adesso luminoso e prospero”.
AGGIORNAMENTI:
– Alcune conferme arrivano da ex sviluppatori adesso in forza a Tequila, che si occuperanno del promettente indie RIME. Il direttore dei precedenti progetti di Mercury Steam – quindi responsabile dell’ottimo primo capitolo – è adesso a capo di Tequila, sempre a Madrid, ma all’epoca ebbe delle feroci discussioni con Alvarez e fu costretto ad andare via.
– Josè Luis Vaello (anche lui adesso in Tequila) si è occupato del lato artistico del primo gioco. Dopo la sua dipartita dal team, Lords of Shadow 2 è diventato una sorta di Frankenstein, con pezzi incollati che sembravano completamente fuori contesto (come le sezioni stealth). Vaello ha spiegato che le idee della gente, lì dentro, non valevano nulla. C’era una continua lotta per far valere le proprie ragioni, non esisteva nessuna comunicazione interna e ogni dipartimento lavorava separatamente. Per questo motivo, lo sviluppatore ha lasciato Mercury Steam, accasandosi altrove, “dove le tue idee brillanti hanno un valore”.
La situazione è veramente molto pesante e in questo speciale abbiamo fatto in modo di farvi conoscere quelli che si prospettano essere i retroscena più assurdi dell’ultimo periodo in casa Mercury Steam. Nel momento in cui chiudo questo articolo, sono in corso ulteriori verifiche e si attende una risposta da Alvarez in persona, da Dave Cox e da Konami. L’impressione, è che la vicenda sia ben lungi dall’essere conclusa.