L’aria che si respira allo stand di Tecmo Koei nello showfloor dell’E3 2010 a Los Angeles è tutt’altro che californiana. Dimentichiamo le palme, dimentichiamo le prugne ed i surfisti, le bagnine bionde e formose e dimentichiamo pure le autostrade a sette corsie; dimentichiamo tutto questo e lasciamo il posto ai ciliegi in fiore, al sushi, alla terra dove nasce il sole. Le atmosfere nipponiche a dir la verità sono più una conseguenza delle immagini che scorrono sugli schermi delle molte postazioni di prova che della generale scenografia, ma tanto basta per capire che entrando nelle salette riservate alle presentazioni per la stampa bisognerà aspettarsi un’insieme di titoli fortemente caratterizzati dall’impronta orientale. O forse no. Se è vero che un generale filtro rende evidente l’origine geografica dell’azienda è anche vero che non tutte e tre le produzioni provate ne sono schiave, andiamo con ordine però e partiamo dal guerriero che molti di noi hanno seguito avventurarsi per un futuro distopico e post-apocalittico.
Ua-ta-ta-ta-ta-ta-ta-taLe mamme italiane si dividono in due categorie: quelle che non facevano guardare ai figli il cartone animato di Kenshiro Kasumi e quelle che non sapevano che questo venisse guardato. Difficile, per una mentalità occidentale, approvare che un bambino affronti tematiche violente e dichiaratamente adulte come quelle proposte nella famosissima serie, opera di Buronson e Tetsuo Hara. Del resto non ci si può certo aspettare un fiorire di colori da un mondo devastato da un olocausto nucleare e dominato da sanguinose bande che non perdono occasione di soggiogare ed opprimere i più deboli. Per sconfiggere una forza distruttiva ce ne vuole una ugualmente forte e contraria, questa forza si chiama Kenshiro e Tecmo Koei ci da la possibilità di impersonarla con Fist Of The North Star in due diverse modalità: Legend e Dream. Nella prima si ripercorrono le tappe della storia originale, mentre nella seconda (caratterizzata da una maggiore componente tattica nel gameplay contrapposta a quella più arcade della prima) le avventure sono originali ed affrontabili anche in cooperativa via split-screen, non perdendo mai di vista però lo spirito della serie. Lo stile di gioco è basato, ovviamente, sui combattimenti: uccidendo i molti nemici che si presentano si accumulano punti esperienza che possono essere usati per potenziare alcune caratteristiche del nostro guerriero seguendo uno skill tree differente per ogni personaggio, oltre Kenshiro infatti sarà possibile impersonare diversi altri attori della serie, alcuni dei quali sbloccabili solo procedendo nel gioco. Dal punto di vista tecnico abbiamo potuto notare il buon lavoro fatto nel trasporre l’atmosfera del manga, complici animazioni e scelte stilistiche non sempre supportate però da un’adeguata cura nella realizzazione generale delle ambientazioni e dei nemici, entrambi sottotono.
E’ sempre per via di una donnaE’ così anche se parliamo di una delle più epiche battaglie dell’antichità, durata ben dieci anni tra assedi, sortite, mitologici scontri tra divinità e duelli tra semidei. La guerra di Troia esercita a migliaia di anni di distanza un enorme fascino per la sua portata, si può trarne un film (magari mediocre) e si può trarne un videogioco, e questo è il caso di Warriors: Legend Of Troy. Durante lo sviluppo l’obbiettivo è stato quello di fornire un’esperienza divertente (un hack & slash fondamentalmente) senza perdere di vista però la “realtà mitologica” dei fatti. Gli sviluppatori hanno passato molte ore sull’Iliade quindi, ma non solo, essendo questa relativa solo all’ultima fase della guerra si è reso necessario attingere a quante più fonti possibili oltre alla celeberrima opera di Omero, anche perché si è deciso di offrire ai giocatori la possibilità di affrontare le battaglie con entrambe le fazioni impersonando eroi quali Achille, Odisseo, Paride, Ettore ed altri ancora. Il livello di violenza del titolo ben si addice alle aspettative garantendo fiumi di sangue che sgorgano copiosi dalle diverse tipologie di nemici che spaziano dai semplici soldati, alle creature mitologiche, passando ovviamente per gli eroi della fazione avversa. Ci riserviamo di giudicare il livello tecnico della produzione più avanti, risentendo questo di diverse imperfezioni dovute allo stadio di sviluppo, è però già possibile individuare un’interessante gestione delle combo e dei diversi tipi di attacchi in maniera assolutamente fedele al genere. Purtroppo mancherà una modalità per più giocatori, modalità che avrebbe sicuramente costituito il valore aggiunto di una produzione il cui genere è sempre a rischio noia dato il gameplay fondamentalmente ripetitivo.
Gears of what?Dopo solitari guerrieri e mitologiche battaglie è la volta di una produzione che mescola elementi decisamente orientali come lo stile grafico ad un gameplay più occidentale, quello dello shooter in terza persona. La premessa narrativa di Quantum Theory è semplice: fare tabula rasa della civiltà ed ambientare lo svolgersi dell’azione in un non meglio definito futuro dominato da misteriose torri organiche spuntate in ogni dove. Syd, il nostro eroe, si avventura in una di queste in compagnia dell’agilissima Filena con l’obbiettivo di distruggerla per vendicare la morte di alcuni compagni caduti in battaglia. L’azione nella campagna principale (che si svilupperà lungo sedici livelli per una durata prevista di otto ore circa) vedrà dunque i giocatori controllare il nerboruto protagonista in maniera del tutto simile a quanto accade nel titolo Epic, strumento principale di distruzione saranno quindi le armi da fuoco (fucili da cecchino, shotguns, fucili semiautomatici, lanciagranate…), ma anche le mani nude non rimarranno inoperose. Caratteristica particolare sarà poi la possibilità di utilizzare Filena come un vero e proprio oggetto contundente, lanciandola contro i nemici a patto però di non abbandonarla a se stessa e sfruttandola più che altro per distrarne un gruppo mentre li si fiancheggia. Da segnalare anche la presenza di una modalità multiplayer, purtroppo limitata alla sola competizione in tre diverse modalità: tutti contro tutti, combattimenti a squadre e “protect the leader”, nella quale bisognerà… proteggere il leader della squadra. Tecnicamente questa produzione Tecmo Koei si attesta su livelli discreti, il design dei nemici è abbastanza buono e caratterizzato dal mescolarsi di elementi organici con altri meccanici, meno ispirate le ambientazioni viziate da una generale mancanza di pulizia che potrebbe però essere sistemata in vista dell’uscita.
Tutte i prodotti che ci ha presentato Tecmo Koei sono previsti per la fine del corrente anno, termine entro il quale dovranno essere sistemate alcune incertezze tecniche che sembrano viziarne la totalità. L’impressione globale è che i titoli in arrivo siano caratterizzati da tre diversi modi di vedere l’action game e da tre diverse ambientazioni, con il minimo comune denominatore dell’impronta nipponica (forse meno evidente in Troy). Gli utenti Xbox 360 e Playstation 3 appassionati d’azione non potranno che essere contenti dell’arrivo di questi prodotti, per scoprirne il valore effettivo vi invitiamo dunque a seguire le nostre pagine lungo il cammino da qui alla recensione completa.