Chi di voi non ha uno smartphone, alzi la mano. Nessuno, molto bene. Ora alzi la mano chi fra di voi non ha mai giocato, almeno a una volta, a un titolo mobile. Che sia Fruit Ninja oppure Angry Birds, o magari qualche titolo decisamente meno casual, ma sempre e solo giocabile attraverso il piccolo – si fa per dire – schermo del vostro telefono cellulare. Poiché ormai il mobile gaming non è solo un passatempo da viaggio, ma una vera e propria industria parallela a quella dei videogiochi per console da casa, capace di smuovere svariati milioni di dollari senza troppi problemi. Da dove parte, quindi, questo filone di titoli di successo, ormai diffuso a macchia d’olio anche nel nostro paese?
Solo fino a qualche anno fa, accostare la parola “videogioco” a “smartphone” era considerata quasi un’eresia. Nessuno avrebbe infatti potuto immaginare che nel giro di meno di dieci anni, quei telefoni cellulari su cui eravamo abituati a passare del tempo alla fermata del bus con “Snake” o con l’ennesima versione del Solitario, sarebbero diventate vere e proprie macchine da gioco, in grado di tenere testa alle più blasonate console da casa attualmente in circolazione, incluse ovviamente le piattaforme portatili (con la famiglia DS in testa, sia per quanto riguarda il gradimento dell’utenza che le vendite al dettaglio). È bastato infatti che gli schermi diventassero tattili per dare il via a una vera e propria rivoluzione che verrà sicuramente ricordata per molti anni a venire. Accantonare le fastidiose e ben poco pratiche tastierine numeriche a favore di un sistema interamente touch ha fatto si che iniziassero ad arrivare tutta una serie di titoli incentrati proprio sul semplicistico utilizzo dell proprie dita. Tra i più noti e pioneristici, l’ormai celebre Fruit Ninja di Halfbrick Studios. Il concept era quanto di più semplice e funzionale si potesse concepire: il giocatore doveva tagliare della frutta che appariva a raffica sullo schermo del proprio cellulare, stando attenti a delle bombe esplosive e cercando di portare a casa il punteggio più alto. Ciò ha dato il via a una serie pressoché infinita di sequel ed espansioni, sia per iOS che per Android, valicando poi i confini della telefonia mobile e sbarcando anche su Xbox 360. Ad oggi, il numero di download è incalcolabile. Basti pensare che, a pochi mesi dal lancio – avvenuto nel 2010 – Fruit Ninja ha fatto registrare ben sei milioni di download. Ora come ora, potremmo parlare di svariati miliardi. Senza dimenticare che un anno prima approdò sui vari store dell’epoca un titolo ancora oggi giocato da milioni di utenti, nelle sue varianti a tema più o meno riuscite. Angry Birds, sviluppato da Rovio. Anche in questo caso, il concept di fondo è alquanto elementare: il gioco consiste nel lanciare degli uccelli tramite una fionda – caricata con le nostre dita – con lo scopo di eliminare alcuni maialini perfidi verdi, colpendoli o facendogli cadere addosso pezzi dello scenario da altezze elevate. Tradotto, un gameplay che si è trasformato in pochissimo tempo in una vera e propria droga, capace di far registrare numeri da capogiro e con tanto di serie animata e film a fare da traino. Insomma, il videogioco touchscreen-based nato proprio sugli smartphone aveva appena imboccato una strada lastricata d’oro che l’avrebbe portato a una diffusione a macchia d’olio, download dopo download, milione dopo milione.
L’evoluzione del mobile gaming portò nel corso degli anni a una valanga di nuove sperimentazioni e approcci al mercato, complice anche l’arrivo di un numero realmente impressionante di smartphone sul mercato, dai vari modelli Samsung, LG, Nokia (destinata poi ad essere “assorbita” da Microsoft) e, ovviamente, Apple, che con gli ultraperformanti iPhone e iPad di fascia alta si è sempre messa in prima linea per quanto riguarda la diffusione del gioco portatile su telefonia mobile. Una scommessa, che per ogni possessore dotato di sistema operativo Android, iOS o Windows Phone, si è rivelata vincente. A entrare nella partita, senza temporeggiare troppo a lungo, anche moltissime software house provenienti direttamente dall’universo console e PC. Una tra queste fu Epic Games, che con Infinity Blade – gioco di ruolo d’azione a tema medievale sviluppato da Chair Entertainment e dalla stessa Epic nel 2010 – portò su iOS la potenza dell’allora incredibile motore grafico Unreal Engine 3. Il tutto, ovviamente, sfruttando il touchscreen della piattaforma per poter attaccare i nemici con le nostre armi, oppure per parare o schivare gli attacchi. Negli anni, anche Square Enix, Rockstar Games ed EA, da sempre punta di lancia del mercato software su console, hanno iniziato a produrre o convertire alcuni celebri titoli di successo. Si va da Chaos Rings, pubblicato nel 2010, sino al porting di alcune pietre miliari senza tempo come i vari capitoli della saga di Final Fantasy e Chrono Trigger (in vista, tra l’altro, anche dell’imminente Final Fantasy XV: Pocket Edition). Senza contare un gioco come Grand Theft Auto III e relativi seguiti, impensabili sui “piccoli” sistemi mobile fino solo a qualche decennio fa. Senza contare che, in maniera del tutto inaspettate, persino un gigante come Nintendo ha deciso di convertirsi al mercato mobile, portando i suoi Super Mario Run, Fire Emblem Heroes e il più recente Animal Crossing: Pocket Camp. A fare la differenza, specie tra i casual gamer, è stato però l’arrivo dell’ondata dei cosiddetti endless runner, ossia titoli in cui la prontezza di riflessi è tutto mentre il personaggio principale corre a perdifiato senza la possibilità di interrompere la sua fuga. Temple Run, Jetpack Joyride e Sonic Dash 2: Sonic Boom (di SEGA), sono solo alcuni tra i più celebri. Impossibile non ricordare anche l’ormai celebre serie di Candy Crush Saga a opera di King, nato come “giochino” Facebook ma in grado poi di trionfare come applicazione più scaricata dall’App Store nel 2013, generando milioni di dollari di introiti. Così come Clash Royale, titolo strategico del 2016 sviluppato e pubblicato da Supercell per sistemi iOS e Android, ha dato il là a un vero e proprio filone di successo destinato ad avere vita lunga. E il futuro? Sicuramente, il mercato mobile è in costante evoluzione e diventa sempre più difficile riuscire a stare dietro alle uscite più importanti sui vari cataloghi digitali. Basti pensare a Sid Meyer’s Civilization VI, prodotto da Aspyr Media – studio di sviluppo specializzato nel sistema operativo di Apple – il quale porta le battaglie del sesto capitolo del celebre strategico a turni sull’App Store. Non parliamo di un porting mozzato o privo di caratteristiche fondamentali, bensì di una conversione pressoché perfetta del titolo presente su Steam. Insomma, il divario tra il mercato casalingo e quello mobile si è così assottigliato, che oramai fatichiamo a notare la differenza.
Un mercato, quello mobile, che negli anni ha visto variare la sua offerta in maniera straordinaria, sino a riproporre titoli realmente sorprendenti e provenienti da contesti e piattaforme davvero diverse fra loro (basti pensare a un gioco come Sid Meier’s Civilization VI, impensabile sino a solo una manciata di anni fa), trasportarti sui “piccoli” smartphone senza troppi problemi da parte di sviluppatori e utenza finale. Se il gaming mobile ha quindi raggiunto il suo apice proprio in questo decennio, resta da vedere cosa ci riserverà il futuro. Sicuramente, più roseo di quanto si creda.