Legends of Tomorrow è una delle serie più interessanti del piccolo schermo. Fin dall’inizio, l’idea di prendere dei personaggi secondari e costruirci sopra una serie è stata accolta da pareri discordanti. Molte persone pensavano che sarebbe stato difficile far funzionare una serie così. Beh, queste persone sono state smentite.
In 2166, an immortal tyrant named Vandal Savage…
Siamo onesti, la prima stagione di Legends of Tomorrow ha stentato un po’ ad ingranare. Così come i “fratelli maggiori” Flash e Arrow, Legends si è aperta un po’ in sordina, con la missione di Rip Hunter per assassinare il tiranno immortale Vandal Savage e il reclutamento del team di leggende: White Canary, Atom, Firestorm, Hawkgirl, Hawkman, Heat Wave e Captain Cold.
Come già accennato, la prima stagione è stato un susseguirsi di alti e bassi, dovuti anche alla necessità di costruire allo stesso tempo così tanti personaggi. La storyline principale di Savage ha spesso dovuto lasciare il passo alle connessioni interpersonali tra i vari membri del team. Forse, la vera sottotrama importante è stata l’evoluzione psicologica di Rory e Snart, coi due criminali che hanno deciso di passare dalla parte dei buoni, dalla parte della squadra e, all’occorrenza, sacrificarsi per i propri amici. Così la prima stagione si è chiusa con la morte di Captain Cold, probabilmente, il personaggio più carismatico dell’intera serie TV.
Stagione 2, altro giro, altri nemici
Dopo un finale amaro, Legends of Tomorrow ci ha riaccolto con un team completamente diviso e allo sbando. Tutti i membri della squadra sono dispersi in varie epoche storiche e, con l’aiuto del dottor Heywood, tutto torna alla normalità, o quasi.
Rip Hunter rimane ancora disperso mentre tre “nuovi” nemici si affacciano all’orizzonte: “Reverse-Flash” Eobard Thawne, Damian Darhk e Malcolm Merlyn. Tutti e tre sono alla ricerca della famosa Lancia di Longino, o Lancia del Destino, che potrebbe cambiare la realtà e riportare la Legion of Doom agli antichi fasti.
La seconda stagione di Legends of Tomorrow poteva essere un vero azzardo, dopo il claudicante e non esaltante finale della prima run televisiva. Invece no. È stato un successo. Si perché, a quanto pare, ogni serie televisiva firmata da CW dà il meglio di sé nella seconda stagione e, così come Flash e Arrow, anche Legends non è stata da meno.
L’inserimento di due nuovi membri nel team è stata fondamentale per rimpiazzare il vuoto lasciato da Captain Cold e Hawkgirl. Chiaramente il vero grande assente è Snart, mentre con Hawkgirl non si era creata quell’empatia coi fan sperata dagli sceneggiatori.
Alcune puntate sono state esaltanti e ben costruite, con un filo conduttore ben evidente durante il corso di tutti gli episodi. Ma, allo stesso tempo, ogni personaggio ha avuto il proprio spazio ed è stato esplorato dagli autori: la figlia di Stein, i dubbi di Sarah, la storia di Amaya e Nate, i problemi di Rory. Tutto è stato funzionale e allo stesso tempo importante per la crescita personale dei diversi protagonisti.
Senza parlare delle continue citazioni e dei continui rimandi all’universo cartaceo DC: la Justice Society of America, la reintroduzione di Vixen e il ritorno dell’amatissimo Jonah Hex, un personaggio che vorremmo vedere più spesso nella serie.
Aggiungiamo anche le varie strizzatine d’occhio ai nerd di tutto il mondo, con episodi dedicati a due mostri sacri della cultura “nerdesca”: George Lucas che rinuncia alla regia, mettendo a rischio il futuro di Star Wars e Indiana Jones, e la puntata in cui J.R.R. Tolkien aiuta le leggende ad individuare la tomba di Sir Gawain, riconoscendo il ruolo di filologo e linguista al professore, e citando continuamente le battute del Signore degli Anelli.
Inizialmente, la scelta dei villain mi aveva fatto storcere il naso ma Berlanti, Guggenheim e Kreisberg sono riusciti a convincermi. Ognuno dei tre cattivi ha bisogno della Lancia, un’occasione di riscatto necessaria per redimere un presente da eterni sconfitti. Tutti e tre sono abbastanza fastidiosi da creare all’istante quell’odio necessario a rendere un villain credibile.
Legends of Tomorrow è l’esempio lampante di come non servano dei personaggi importanti o famosi per costruire una serie di successo. Una serie che funziona è una serie su cui gli sceneggiatori si impegnano, si divertono e in cui hanno completa libertà creativa. Per tutta la durata della seconda stagione si avverte questa voglia di divertire, questa voglia di stupire e questa voglia di far sorridere. Citazioni, rimandi, amori, battutine e villain credibili sono gli ingredienti migliori di questa serie spin-off. Non ci sono mai puntate morte, mai filler, tutto ha un senso, tutto è funzionale. Legends of Tomorrow è, senza ombra di dubbio, la miglior serie fumettistica della stagione televisiva e, inspiegabilmente, è diventata la serie migliore del DC TV Universe. Non ci resta che aspettare la terza stagione con estrema curiosità. L’appuntamento è per Ottobre!