Berlino Ci sono giochi che nascono dal nulla e che diventano fenomeno di massa in men che non si dica: League of Legends è uno di questi.Nato in sordina da un team indipendente ma con grandi progetti e tanta esperienza alle spalle, il titolo Riot ha saputo negli anni svilupparsi e attirare milioni di giocatori, tanto da farne uno dei MOBA più redditizi dell’intero globo. La formula free to play e le meccaniche accessibili hanno spianato la strada per l’arrivo di una quantità enorme di giocatori casual, spingendo le visualizzazioni su Twitch e facendo tintinnare milioni di dollari nelle casse degli sviluppatori, denaro subito reinvestito nell’aspetto e-sport di League of Legends.I premi in denaro, le sponsorizzazioni e il dinamismo dei tornei hanno iniziato a fare gola ai team professionistici che nel futuro del gioco vedevano ampi margini di crescita, e così è stato.Nel giro di un paio d’anni League of Legends è diventato talmente vasto da attirare fan e sostenitori da tutto il mondo, riempiendo dapprima palazzetti fino ad arrivare ad arene enormi capaci di ospitare oltre 70.000 persone contemporaneamente.Il salto è stato possibile grazie all’arrivo in Corea della produzione, fattore che ha distolto le attenzioni dai vecchi RTS ai nuovi MOBA, e non è un caso se, sempre dall’Asia, sono arrivati i team più forti.A coronamento di un mondiale che ha visto sedici dei migliori team sfidarsi attraverso i Group Stage in Francia, a Berlino, nella Mercedes Benz Arena, SKT e KOO Tigers si sono affrontati in una finalissima non particolarmente combattuta ma che è stata in grado di emozionare e divertire comunque i tantissimi presenti.
I teamArrivano tutti dalla Korea i possibili campioni del mondo e i numeri parlano chiaro: il 3 a 0 dei KOO Tigers sui Fnatic ed il medesimo risultato degli SKT T1 sui malcapitati Origen mettono in chiaro che l’Asia è ancora una spanna sopra il resto del mondo quando si parla di giochi di strategia. Il loro impegno, la dedizione, ma soprattutto la precisione e il coordinamento sono al momento impareggiabili e a noi europei non resta che godere dello spettacolo ancora una volta dalle tribune. Faker ne è l’esempio più lampante, un giocatore definito dai più come migliore al mondo e che è pronto, dopo i passi falsi del 2014, a divenire il primo professionista a sollevare la coppa per la seconda volta, insieme al suo compagno di squadra Bengi.Tutto il team dei T1 ha comunque ottimi componenti e in finale le chance date ai Koo Tigers sono state praticamente nulle. Il 3 a 1 conclusivo ha messo in evidenza una superiorità netta del team guidato dal coach kkOma con una lieve flessione solo nel terzo match, dove i Koo hanno sorpreso con una combinazione di eroi davvero solidissima e giocate perfette.Fanno quasi tenerezza i vice campioni del mondo, con una storia che ha fatto sussultare l’intera arena e che evidenzia quanto deve essere difficile vivere in Corea facendo questo lavoro. È Ho-Jin “Ojin” Lee a scoprire le carte e a mettere in tavola un comportamento del tifo coreano molto particolare. Non c’è spazio per i perdenti e anche arrivare secondi significa venire snobbati dai fan e dal pubblico in patria, solo i vincitori sono degni di applausi. L’ha detto quasi con il magone, e la Mercedes Benz arena ha allora donato il proprio calore alla squadra inneggiando i Koo e facendo partire un’ola ad ogni loro kill messa a segno. Purtroppo a nulla è servito il tifo dei presenti, la superiorità degli STK era troppo superiore per lasciargli qualsivoglia chance.
Nel nostro piccolo paeseL’Italia fa ancora da spettatore in un panorama che è cresciuto enormemente. Certo, diversi luoghi dove era possibile andare a vedere le finali (Lucca e Milano tanto per citare i più grossi) troneggiavano anche sul nostro territorio ma la presenza dei team provenienti dal nostro bel paese è stata impalpabile per tutto il torneo.Sembra ormai una storia trita e ritrita ma mancano i fondi per permettere ai team di dedicarsi con voglia e passione ai progetti, mancano le dovute attenzioni dei media e della stampa, ma manca soprattutto cultura del videogioco e voglia di impegnarsi seriamente, con team che si sfaldano e rinascono come funghi.La strada è ancora lunga e la speranza è che un giorno, vedendo i nostri vicini avere universi molto più solidi (senza andare troppo lontano la Francia ci è davanti di diverse lunghezze), scatti qualcosa anche in noi, qualcosa che ci possa portare a sollevare premi milionari e a raccogliere il tifo negli stadi nei palazzetti come accaduto oggi a Berlino.Fino ad allora non ci resta che continuare a sperare che qualcosa si sblocchi, rimboccarci le maniche e darci dentro, per fare in modo che la nostra passione possa diventare un lavoro assai più redditizio e meritevole di attenzioni.
Alla Mercedes Benz Arena, Riot ha dato vita a uno spettacolo straordinario per le finali Mondiali di League of Legends ed il pubblico che ha riempito il palazzetto ha apprezzato in toto lo show, si potrebbe parlare per ore di come questo tifo sia sano, bello da vedere e pulito rispetto agli scempi che quotidianamente la tv ci propone… ma si sà è molto più facile puntare il dito contro i videogiochi piuttosto che evidenziare quante cose meravigliose ci siano in questo ambiente e questa è stata solo una delle tante. Italia, ti stiamo ancora aspettando.