Nintendo non è una multinazionale convenzionale. Certo, il fatto che sia quotata su più mercati, che abbia sedi ed esporti i suoi prodotti in tutti i paesi occidentali lascia pensare il contrario. Ma, a quanto pare, è da decenni che Nintendo non si sta comportando da multinazionale, perlomeno da un punto di vista strategico. Da sempre la grande N ha applicato quella che potremmo definire la strategia del samurai: è andata avanti a testa alta anche nei momenti di seria difficoltà, sfidando ogni genere di dubbio e pregiudizio mettendosi in gioco fino a rischiare tutto. E, spesso, indovinando la formula giusta per andare avanti e lasciare il segno.
Il contributo che questa strategia folle di Nintendo ha apportato al mondo dei videogiochi è sotto l’occhio di tutti. Nintendo ha inventato i videogame moderni, li ha resi un medium popolare, ha permesso la coniazione di neologismi e ha trasformato le sue creazioni in idoli, amati e venerati da milioni di persone. Sonari, Boxari, PCisti o come diavolo volete chiamare i fan di ciascuna piattaforma, tutti devono qualcosa a Nintendo. Lo abbiamo scritto più volte: la scomparsa della grande azienda di Kyoto significherebbe la fine del mondo dei videogiochi come lo conosciamo, ed ogni videogiocatore con a cuore il proprio medium preferito deve sperare che Nintendo continui a svolgere il proprio lavoro per gli anni a venire.
Fatta questa premessa, i dati finanziari relativi allo scorso anno fiscale rilasciati qualche giorno fa da Nintendo sono oltremodo preoccupanti. Si è parlato di una perdita finanziaria significativa che si protrae da altri anni: Satoru Iwata, presidente dell’azienda, si è più volte cosparso il capo di cenere assumendosi le colpe e annunciando urgenti cambiamenti di rotta. Per una volta, il grande samurai sembra avere vacillato, dichiarandosi pronto a compiere qualche passo indietro. Un aspetto che risulta strano per chi conosce la storia di Nintendo, ma che al contempo potrebbe rivelarsi vincente in un mercato sempre più ostico e nella fase conclusiva di una crisi di scala planetaria.
L’azienda, però, non è di quelle che stanno ferme a guardare, e siamo convinti che la fase riflessiva di Nintendo abbia i mesi contati. Iwata, in una conferenza con gli investitori piena di inchini d’ammenda e di parole forti, ha annunciato una nuova mossa che dovrebbe risollevare l’attenzione nei confronti dei prodotti della società. E, da quanto si evince, una volta tanto sarà Nintendo a copiare gli altri.
Arriva Nintendo Figure Platform
La notizia è giunta in maniera piuttosto inaspettata. L’ultima volta che Iwata parlò agli investitori si parlò di un hardware dedicato alle famiglie, probabilmente orientato agli aspetti più casual dell’ars videoludica e dedicato a giochi di società o fitness. Il progetto, conosciuto in rete come Nintendo Fusion, è avvolto nel mistero e non è ancora chiaro se si tratterà effettivamente di un prodotto ascrivibile all’interno di un mercato parallelo a quello dei videogiochi o di una nuova console.
Quanto annunciato da Iwata due giorni fa riguarda una piattaforma chiamata Nintendo Figure Platform. Si tratta, in breve, di una piattaforma capace di interagire con delle statuette, in maniera del tutto analoga a quanto avviene in franchise del calibro di Skylanders e di Disney Infinity. Per questo motivo ci sembra azzeccato affermare che Nintendo, per una volta, copierà anziché essere copiata: l’idea è già rodata, ed ha funzionato così bene che molte aziende stanno evidentemente pensando ad adottarla. In effetti, i vantaggi dei prodotti di questo tipo sono molteplici: consentono elevati profitti a fronte di costi molto ridotti, creano una forte fan-base e permettono di riportare in auge gli aspetti collezionistici nell’era digitale. Activision con Skylanders ha creato un franchise multimilionario, e Disney con Infinity sta guadagnando terreno grazie alla presenza di alcuni franchise fortissimi, che presto aggiungeranno al proprio esercito la squadra Marvel e – molto probabilmente – il mondo di Star Wars.
Nintendo ha per le mani alcuni dei personaggi più iconici del mondo dei videogiochi, e possiede svariati franchise che ben si sposano con il concept delle statuette.
Pokémon in stile Skylanders
Il primo esempio che ci viene in mente è quello di Smash Bros, che ha fatto uso di buona parte dei personaggi Nintendo fondendoli in un picchiaduro amatissimo dai fan. La collezione di statuine virtuali era una delle meccaniche satellite di Super Smash Bros. Brawl, e il passaggio a qualcosa di fisico ci sembra un passo sensato, che potrebbe davvero portare centinaia di migliaia di giocatori a iniziare una (costosa) collezione. Ma, forse, il marchio Smash Bros. non è sufficiente ad innescare questo meccanismo in maniera virale. Forse, la soluzione risiede in quei mostriciattoli di GamesFreak e Creatures Inc., conosciuti ai più con il nome di Pokémon.
Continuando a fantasticare, il franchise Pokémon potrebbe davvero fare la differenza. Siamo ancora convinti che un Pokémon RPG per Nintendo Wii U potrebbe risollevare le sorti della sfortunata console di casa Nintendo, ma se a questo fantomatico gioco si aggiungesse una meccanica basata su statuette collezionabili le cose potrebbero modificarsi in maniera inimmaginabile.
Il franchise Pokémon è una sorta di capostipite del collezionismo digitale: i Pokémon inizialmente erano 151, e ad ogni iterazione sono aumentati fino a raggiungere le 649 unità (più alcune forme speciali). Come in ogni gioco di collezioni, insomma, Nintendo ha continuamente espando ed aggiornato il catalogo, mantenendo alta l’attenzione dei giocatori. Così, i gioci dei Pokémon sono trans-generazionali: sono apprezzati dai bambini e dai giovani adulti, che in sedici anni di storia hanno continuato a seguire i giochi in maniera piuttosto fedele.
Non è difficile, dunque, intuire il potenziale di un Pokémon RPG per una console casalinga con in più il traino delle statuette collezionabili: la miscela sarebbe altamente esplosiva, e si potrebbe facilmente pensare a una rinascita di Wii U. Dimenticatevi due anni di marketing passato a rimediare agli errori dell’annuncio: con la faccia di Pikachu sbattuta su di una copertina e un po’ di pubblicità, Nintendo farebbe il colpaccio.
Crediamo che il samurai di Kyoto si sia preso una pausa prudente, ma al contempo siamo convinti che questo samurai stia già pensando alla prossima mossa. E con Nintendo Figure Platform sfruttato a dovere, questa mossa potrebbe rivelarsi non solo un’ancora di salvezza, ma una vera e propria occasione di riscatto.
Non sappiamo ancora cosa Nintendo ci presenterà al prossimo E3, e la sua assenza strategica dalle conferenze stampa ci lascia pensare che, probabilmente, l’azienda stia covando qualcosa in grande segreto, che sarà svelato al mondo in maniera del tutto estemporanea e inattesa. Non sappiamo se ciò avverrà nel corso del Nintendo Direct del prossimo giugno, ma siamo convinti che non manchi molto a un grande annuncio. Forse Nintendo Figure Platform non servirà a riconquistare la posizione di mercato ottenuta ai tempi di Wii; allo stesso modo, se usata nella maniera corretta e con i giusti franchise, potrebbe davvero rappresentare la svolta.