La Storia di God of War (parte seconda)

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a cura di Fatum92

Nell’appuntamento precedente dello speciale ci eravamo avventurati nei primi affascinanti viaggi del brutale Kratos. Da Chains of Olympus, terminato con l’imprigionamento di Atlante, avevamo poi raggiunto il vaso di Pandora e sconfitto Ares nell’epico scontro finale di God of War. Infine ci eravamo addentrati nell’oscuro passato di un giovane Kratos con le vicende di Ghost of Sparta. Senza ulteriore indugio proseguiamo dunque il percorso vendicativo dello spartano, c’è ancora molto da raccontare…God of War II Il secondo capitolo delle gesta del dio della guerra si caratterizzò per il gran numero di boss e per la gradevole trama. Rimasto privo di ogni legame famigliare, Kratos inizia a nutrire un forte odio verso gli dei. Trovando nell’esercito di Sparta la sua unica famiglia, il potente semidio raggiunge Rodi, assediata dagli spartani. L’ennesima furia distruttiva del nostro bianco protagonista è però inaccettabile per Zeus, pronto ad intervenire personalmente per fermare una volta per tutte il dio. Dopo un indimenticabile scontro contro il colosso di Rodi, reso vivo da una magia, Kratos finisce infatti per l’ennesima volta nel tranello degli dei, perde i suoi poteri divini e viene ucciso da Zeus, che brandisce la Spada dell’Olimpo. La morte, però, non ha mai fermato il Fantasma di Sparta. In suo aiuto questa volta accorre Gaia, la guida dei Titani. Riportandolo in vita lo indirizza verso l’Isola della Creazione, luogo in cui dimorano le Sorelle del Destino. Solo con l’aiuto di esse, mortali e dei possono cambiare il loro fato. Giunto sull’Isola grazie al mitologico cavallo alato, Pegaso, dovrà affrontare temibili creature come Euriale, grottesca Gorgone, e successivamente anche un mastodontico Kraken. Dopo essersi ingiustamente appropriato delle ali del povero Icaro, il suo viaggio lo condurrà ai confini del mondo, dove incontrerà nuovamente Atlante, non molto contento della sua visita. Tuttavia i Titani sono uniti contro l’Olimpo, per questo motivo il gigante aiuterà lo spartano a compiere la sua missione. Nonostante la sua determinazione, però, anche un semidio non è esente da debolezze mortali. Venuto a conoscenza della distruzione di Sparta (la sua unica vera casa) per opera di Zeus, Kratos, proprio durante lo scontro con l’essere marino (il Kraken), inizierà a cedere, lasciandosi travolgere dalla disperazione. Solo l’intervento di Gaia gli donerà la forza per reagire. A quel punto niente e nessuno potrà più fermarlo. Raggiunto il tempio delle Sorelle del Destino, per nulla disposte ad aiutarlo, lo spietato guerriero non si farà alcuno scrupolo e ucciderà l’affascinante Lachesi, la ripugnante Atropo e la viscida e mal forme Cloto. Utilizzando il Telaio del Destino riuscirà a ritornare nel preciso momento in cui Zeus lo trafisse con la Spada dell’Olimpo. Trascinato sul monte divino, comincerà un violento scontro con il re degli dei. Purtroppo il tentativo di uccidere Zeus fallisce e Kratos colpisce per sbaglio Atena, accorsa in aiuto del padre. In punto di morte Atena rivela a Kratos di essere il figlio di Zeus. Nonostante la sorpresa dello spartano, abbiamo visto la volta scorsa come in Ghost of Sparta Callisto abbia già svelato l’identità del padre a Kratos, il che crea qualche piccola contraddizione con la trama; in ogni caso non è ben chiaro cosa ella effettivamente abbia detto a suo figlio, ma stando al filmato extra sbloccabile nel primo God of War le cose dovrebbero essere andate come descritto. Comunque sia, si tratta di una piccola sbavatura di relativa rilevanza. Con la morte di Atena, Kratos, grazie al potere delle Sorelle, torna all’epoca della grande guerra tra dei e Titani, trasportando gli antichi dominatori del mondo nel presente. Sull’immenso corpo di Gaia e insieme a tutti gli altri Titani guida l’attacco definitivo all’Olimpo. Si chiude così la seconda strepitosa avventura del Fantasma di Sparta, che contraddistinta da un ritmo magistrale appare forse la più epica di tutte.

God of War III Ed eccoci arrivati all’episodio conclusivo della saga di God of War. Il terzo (o quinto, narrativamente parlando) capitolo si è dimostrato essere uno dei migliori esponenti del genere action-adventure della generazione. Tra i suoi meriti principali spiccano alcune tra le boss-fight più belle mai viste. Tanta violenza e spettacolarità sono gli ingredienti principali di un piatto, però, non esente da piccole imperfezioni. Proseguendo coerentemente in linea con la narrazione di God of War II, God of War III inizia con Kratos intento a scalare il monte Olimpo insieme ai Titani. Lo scontro risulta più difficile del previsto. Il grande Poseidone, trasformatosi in una enorme creatura acquatica, mette in serie difficoltà gli apparentemente indistruttibili giganti. Tocca dunque al nostro eroe impartire una giusta lezione al dio del mare. Dopo una sequenza iniziale che definire adrenalinica o epica è poco, Poseidone viene messo alle strette. Un calcio in faccia e due dita negli occhi sono la gentile risposta di Kratos all’attacco. Con l’uscita di scena del primo dio, Gaia e Kratos raggiungono Zeus. Prevedibilmente il re dell’Olimpo riesce a liberarsi dei fastidiosi ospiti. Scagliando un fulmine di immane potenza, infatti, Kratos, abbandonato da Gaia, precipita ancora una volta nell’Ade. Infuriato sia con i Titani che con gli dei, il Fantasma di Sparta incontra Atena, divenuta un essere dalle sembianze quasi spirituali. Atena promette di aiutare Kratos ad uccidere Zeus, rivelando in parte il suo piano di conquista, visto come pochi attimi prima si era sacrificata per salvare il padre. L’unica possibilità per Kratos di sconfiggere l’Olimpo risiede ancora una volta nel vaso di Pandora. Farà quindi la conoscenza del dio della fucina, Efesto, che gli rivelerà come entrare in possesso del vaso, protetto dalla fiamma dell’Olimpo, fuoco in grado di uccidere ogni forma di vita. Dovrà trovare la chiave dello scrigno: Pandora, una creazione di Efesto del tutto simile ad una bambina. Durante il suo percorso verso la vendetta il dio della guerra si scontrerà con Ade ed Elio, in ricordo dell’aiuto in passato offerto a quest’ultimo Kratos deciderà di portarsi dietro la sua testa. Sarà poi la volta di Hermes, il quale perderà entrambe le gambe oltre che la vita, ed Ercole, salutato dal fratellastro con una serie di violentissimi colpi che gli ridurranno in poltiglia il volto. Il tocco di epicità più grande si avrà però durante la lunga battaglia contro il mastodontico Titano Crono. Nonostante le esagerate dimensioni nemmeno Crono verrà risparmiato dalla ferocia del dio della guerra. Dopo essere stato letteralmente sbudellato, il Titano perirà a seguito di un micidiale colpo infieritogli al cranio. Anche il comprensibilmente preoccupato Efesto, timoroso che Pandora (amata come fosse una figlia) possa essere distrutta dalla fiamma, verrà messo fuori gioco. Tra dei e Titani sembra che Kratos abbia deciso di risparmiare soltanto la bella Afrodite, e per valide ragioni aggiungeremmo noi! Superati gli enigmi del labirinto di Dedalo, Pandora verrà infine trovata e portata al cospetto della fiamma dell’Olimpo. Con sommo stupore, il prode Kratos dubiterà della scelta di sacrificare l’indifesa bambina solo per soddisfare la sua sete di vendetta. Probabilmente nella creatura di Efesto egli rivede la sua adorata figlia, Calliope. Per questo motivo impedisce a Pandora di tuffarsi nella fiamma. Questa esitazione permetterà a Zeus di intervenire. La battaglia finale ha così inizio. Dopo un primo scontro non particolarmente esaltante, ma comunque in grado di coinvolgere ottimamente il giocatore nell’azione, la giovane Pandora tenterà di compiere il suo destino provando ancora una volta a gettarsi nella fiamma divina. Nonostante Kratos tenti nuovamente di fermarla, le provocazioni di Zeus risulteranno troppo forti da sopportare e in un momento di pura rabbia, Pandora verrà lasciata alla sua sorte. A quel punto Kratos riuscirà ad aprire il vaso, scoprendo con profondo rammarico che al suo interno non vi è alcunché. Ormai carico di odio affronta per l’ultima volta Zeus, ma Gaia, creduta morta, si intromette nel duello. Lo scontro si sposta quindi all’interno del Titano. L’ultima fase della boss-fight finale, purtroppo, si dimostra uno dei combattimenti meno riusciti del gioco. Con la forza bruta Kratos riesce a prevalere e a trafiggere, grazie alla Spada dell’Olimpo, il padre e il cuore di Gaia contemporaneamente. Quando tutto sembra finito, però, Zeus mostra la sua vera forma divina e porta il Fantasma di Sparta nuovamente sull’orlo della morte. Inizia così un interessantissimo viaggio introspettivo nell’io interiore del protagonista. Viaggio che lo porterà a rivivere i suoi peccati più grandi e, infine, ad accettarli. Grazie anche al ricordo delle parole di speranza di Pandora, il dio della guerra darà prova del suo potere. Pervaso da una forza immensa sconfiggerà una volta per tutte il re degli dei. La scia di distruzione lasciata da Kratos è però un danno ingiusto pagato a caro prezzo dall’umanità, ormai lasciata alla mercé del Caos. È in quel momento che Atena appare e rivela le sue vere intenzioni. Ella rinchiuse, insieme ai mali del mondo, anche un potere ben più grande nel vaso di Pandora. Quando Kratos aprì lo scrigno per la prima volta riversò sugli dei i mali come la paura e l’odio, ma si impossessò del potere di Atena. Tuttavia tale potere rimase sepolto in lui a causa della sua incapacità di perdonarsi. Grazie a Pandora, però, Kratos è infine riuscito a trovare il coraggio di accettare i suoi errori, acquisendo così quel puro potere: la Speranza. La sua missione di vendetta non è ancora terminata però. Atena vuole disperatamente quell’energia per plasmare un nuovo mondo. Agitando pericolosamente la Spada dell’Olimpo verso la dea, il Fantasma di Sparta compie finalmente la sua vendetta e si toglie la vita. Dal suo corpo morente la Speranza fuoriesce dilagando su tutta la Terra: l’umanità ha una possibilità di risorgere. Delusa Atena si allontana, lasciando Kratos da solo mentre esala il suo ultimo respiro. Si conclude così l’epica saga di God of War, con la morte di Kratos, il feroce guerriero, il mortale divenuto dio, l’assassino di dei che non fu nemmeno in grado di risparmiare sé stesso. Un finale scontato, prevedibile, forse meno epico del previsto, eppure estremamente azzeccato e capace di chiudere degnamente una trilogia che rimarrà per sempre nell’olimpo dei migliori videogiochi.

Frasi celebri della serie God of War può vantare davvero molte frasi di sicuro effetto. Tra tutte abbiamo deciso di scegliere quelle che ci sembrano più significative per spiegare il percorso del protagonista.

God of War Kratos: “Gli dei dell’Olimpo mi hanno abbandonato. Ora non c’è più Speranza…”

Ares: “Quella notte… cercai di farti diventare un grande guerriero” Kratos: “Ci sei riuscito!”

God of War: Ghost of Sparta Kratos: “Per tutti gli dei, che cosa sono diventato?” Zeus: “Morte! Il distruttore di mondi”

God of War II Statua di Lachesi: “Ascoltami dio caduto. Nessuno sfida quanto deciso dalle Parche. È così che deve essere. Solo la morte ti attende alla fine del tuo viaggio” Kratos: “La mia morte è quella con cui è iniziato” Statua di Lachesi: “Le Parche non hanno scelto la tua vittoria. Non troverà mai pace la tua anima per ciò che sei diventato” Kratos: “Sono stati gli dei a rendermi così!”

Kratos: “Se gli olimpici si opporranno alla mia vendetta, allora tutti gli olimpici moriranno!”

God of War III Kratos: “Ho vissuto come un guerriero. Sono morto come un dio!”

Pandora: “È la Speranza che ci dà forza, che ci fa lottare! È la sola cosa che ci resta quando tutto è perduto”

Kratos: “Gli dei dell’Olimpo mi hanno abbandonato, ora non c’è più…”

Atena: “…tu me lo devi Kratos!” Kratos: “Io non ti devo niente!” Atena: “Io ho fatto di te un dio, ti ho difeso dalla furia dell’Olimpo, ti ho regalato la tua vendetta su Zeus” Kratos: “È finita Atena!” Atena: “Oseresti affrontarmi? Di nuovo?” Kratos: “La mia vendetta, si compie ora!”

La storia di God of War può essere sicuramente riassunta in pochissime righe: Kratos, guerriero mortale, compì l’impossibile uccidendo il dio della guerra, Ares. Una volta preso il suo posto sull’Olimpo, l’odio verso sé stesso e verso gli dei lo portò ad una ossessiva e smaniosa brama di vendetta, rivolta soprattutto verso il padre che l’aveva abbandonato, Zeus. Senza conoscere alcun freno morale Kratos uccise chiunque gli sbarrasse il cammino, mortale o divino, e infine riuscì a compiere il suo destino. Nonostante la banalità complessiva del plot, ad una analisi più riflessiva e meno superficiale è facile notare quanto interessante, profonda e ricca di piccoli dettagli possa invece dimostrarsi l’avventura del Fantasma di Sparta. A partire proprio da lui, combattente spietato e solitario, in costante lotta col mondo. Non un eroe, ma un mostro, capace di barbarie e crudeltà di ogni genere. Eppure anch’egli alla fine ha dimostrato un po’ di umanità. L’amore verso sua figlia, verso sua moglie, verso suo fratello e sua madre, verso Pandora. Proprio al termine del suo viaggio Kratos comprende veramente il peso delle sue azioni, liberandosi in parte dell’odio accumulato durante tutto il corso della sua sofferente, tormentata e drammatica vita. Una storia triste a dirla tutta: una vera e propria tragedia greca. Il dio della guerra è morto, ma chissà cosa ci riserverà veramente il futuro della serie. Rivedremo ancora Kratos? Dopotutto la morte non è mai stata un problema per lui. Qualunque cosa accadrà noi speriamo un giorno di poterlo accompagnare ancora una volta nelle sue avventure, passate o future, perché in fondo, nonostante il suo brutto caratteraccio, ci siamo affezionati, perché in fondo: in ognuno di noi c’è un po’ di Kratos…

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