Articolo scritto con la collaborazione di Francesco “Ghigghi” Destri
Basterebbero gli impressionanti dati di vendita (3 milioni di esemplari venduti in undici Paesi nei primi tre giorni) per decretare già ora il successo del nuovo iPad. Non è una novità quando c’è di mezzo l’accoppiata Apple-tablet, ma cifre così elevate sono quasi sorprendenti se pensiamo che in fondo questa terza generazione di iPad, più che un vero e proprio upgrade rispetto a quella precedente, è un restyling che non porta novità davvero clamorose. Se infatti il passaggio da iPad a iPad 2 era coinciso con un processore molto più performante e con l’introduzione di due fotocamere (benchè di qualità discutibile), a prima vista il nuovo iPad sembra aggiungere poco per chi proviene da iPad 2, mentre rappresenta un oggetto di grande attrattiva e novità per chi non ha mai acquistato un tablet Apple o ha saltato la seconda generazione.
Pronti per la super definizione?
Per questa prova abbiamo ricevuto da
Apple un nuovo iPad 64 GB Wi-Fi+4G e il primo impatto, compresa la solita confezione minimalista ed essenziale a cui la casa di Cupertino ci ha abituati con i suoi prodotti, è il classico dejà-vu. Esternamente, e con il tablet ancora spento, le differenze rispetto alla generazione precedente sono minime; i circa 50 grammi in più di
iPad 2 non si avvertono quasi (il primo iPad era ancora più pesante) così come i 0,6 mm in più dello spessore, che offrono anzi un’impugnatura meno spigolosa e più piacevole (e “cicciotta”) rispetto al modello precedente. Bisogna però accendere il tablet per rendersi conto della prima vera novità del nuovo
iPad. Il
retina display su una diagonale di 9,7 pollice fa semplicemente paura. Già la farebbe su uno schermo da vera e propria TV rispetto allo standard Full HD di oggi, ma percepire
una risoluzione di 2048×1536 pixel su un display di simili dimensioni è davvero esaltante.
Pur non arrivando alla densità retina di iPhone 4S (264 ppi contro 326 ppi), anche avvicinando lo sguardo a pochi centimetri dal tablet non si scorgono assolutamente i pixel (che superano abbondantemente i 3 milioni), le iconcine delle app nelle cartelle appaiono nitidissime e una volta abituati a una simile risoluzione si fa davvero fatica a tornare all’iPad 2. I testi degli ebook, delle pagine web e delle app già aggiornate al nuovo display sembrano davvero stampati e offrono un’esperienza di lettura meno affaticante di prima e molto più piacevole. Abbiamo provato anche due giochi “retinati” come Mass Effect: Infiltrator e Asphalt 6 e, pur trattandosi di un restyling non del tutto completo (le texture infatti non sono state aggiornate alla risoluzione nativa), il colpo d’occhio è notevole e già immaginiamo cosa possa venir fuori dai primi giochi pensati e realizzati con il retina display in mente, come nel caso di Infinity Blade Dungeons. Su questo versante le prospettive in ottica futura sono a dir poco esaltanti. Per ora infatti le app aggiornate alla nuova risoluzione rappresentato ancora una percentuale minima, ma da quanto visto in iMovie, aggiornato proprio nei giorni scorsi per supportare il retina display, le differenze in termini di definizione, dettaglio e comodità di utilizzo rispetto alle release precedenti sono notevoli.
Niente 4G ma la velocità aumenta
A cambiare nel nuovo iPad è anche il processore. Non più l’A5 di iPad 2 ma il nuovo SoC A5x, che pur operando ancora alla frequenza di 1 GHz e basandosi su un’architettura dual core, offre un processore grafico quad-core del tutto nuovo già uscito vincitore in diversi benchmark rispetto al Tegra 3 di Nvidia. Si tratta di un upgrade che si farà sentire più che altro nei giochi, anche se al momento non ci sono titoli su App Store in grado di sfruttare i quattro core della nuova GPU. Nell’utilizzo extra ludico invece non abbiamo notato differenze particolari rispetto ad iPad 2, nonostante l’aumento della RAM, passata da 512 MB a 1 GB. L’apertura delle app, lo scrolling delle pagine web più pesanti, il multitasking e la riproduzione di filmati in HD hanno fornito un’esperienza molto simile a quella di iPad 2, ma anche in questo caso bisognerà attendere un po’ per trovare le prime app capaci di sfruttare appieno i 512 MB di RAM in più. Passando invece al reparto imaging, la fotocamera frontale utile giusto per FaceTime è rimasta sempre la stessa (0,3 Megapixel, praticamente la vecchia VGA), mentre quella posteriore è passata da 3 a 5 MP ed è ora in grado di registrare video in 1080p contro i 720p di iPad 2. In questo caso la differenza con la generazione precedente è molto più marcata sia nella qualità delle immagini, sia nella resa dei video con basse luci, sebbene un po’ di grana rimanga inevitabile. Resta poi da vedere chi utilizzerà il nuovo iPad per scattare fotografie o registrare filmati (le dimensioni del tablet parlano da sole), ma finalmente anche il tablet di Apple può contare su un reparto fotografico quantomeno discreto. L’altra novità è rappresentata dalla sigla 4G, che però, almeno per l’Italia e per molti altri paesi europei e non solo, è da prendere con le molle, vista la mancanza di supporto degli operatori nostrani (è infatti attiva al momento solo negli USA con Verizion e AT&T. Nonostante ciò la velocità in download è migliorata notevolmente rispetto ad iPad 2 grazie al nuovo chip e al supporto per HSDPA+, con incrementi che a seconda dell’operatore, della potenza del segnale e della posizione possono superare anche il doppio pur restando sotto copertura 3G.
Il tablet di Apple si fa hot
Un bel passo avanti che per certi versi diminuisce la delusione di chi si aspettava un pieno supporto per il futuro LTE italiano. Eppure il fatto che Apple commercializzi un prodotto con la scritta 4G, quando ciò non è in realtà possibile al di fuori degli USA e del Canada, ha già fatto muovere diverse associazioni dei consumatori di Paesi nelle stesse condizioni dell’Italia. Basti pensare che da alcuni giorni Apple ha promesso agli utenti australiani un rimborso completo nel caso decidessero di restituire il loro nuovo iPad, proprio per l’impossibilità di sfruttare il 4G. Tra le altre magagne più o meno importanti messe in luce in questa prova bisogna anche segnalare il sensibile incremento di tempo per la carica completa della batteria (circa 90 minuti in più rispetto ad iPad 2), l’impossibilità momentanea di sfruttare l’Hotspot personale se non si è sotto Wind (ma questo non dipende da Apple) e la maggior temperatura avvertita esternamente. Su questo ultimo versante non abbiamo però sperimentato problemi particolari. Certamente il nuovo processore, il nuovo display e la batteria maggiorata provocano una temperatura maggiore avvertibile soprattutto nella parte inferiore del tablet, dove non a caso è collocata la nuova GPU quad-core. In effetti, dopo un’oretta passata a giocare a Infinity Blade II e a navigare in 3G, il calore si avverte maggiormente di quanto non succedesse su iPad 2, ma il tutto rientra in parametri assolutamente gestibili e parlare di calore eccessivo o di rischi per i componenti interni ci sembra quantomeno esagerato. Il nostro esemplare non ha poi messo in luce nessun problema nel collegamento Wi-Fi come segnalato invece da diversi utenti, mentre l’autonomia con la batteria carica al 100 per cento ci ha pienamente soddisfatti, raggiungendo pressoché le stesse ore raggiunte da iPad 2.
Tirando le somme il nuovo iPad migliora quasi tutti gli aspetti del modello precedente, ne accresce peso e dimensioni in maniera quasi impercettibile, ne aumenta la velocità di connessione in 3G (ma niente 4G) e sfoggia il display a 9,7 pollici più definito e dettagliato oggi in circolazione, oltre a offrire un nuovo processore grafico che almeno teoricamente promette meraviglie. In fondo stanno tutti qui i dubbi per chi vuole acquistare il nuovo iPad venendo dal predecessore. Vale la pena fare il grande passo se non si è interessati più di tanto ai giochi, se ci si accontenta della velocità in 3G “normale” e se il precedente display a 1024×768 basta e avanza? Forse no, ma va anche detto che una volta abituati al retina display e vedendo in chiave futura lo sviluppo di app più complesse e performanti, l’abbandono di iPad 2 in favore del nuovo modello inizia già ad avere più senso. Purtroppo il mancato supporto alle futuri reti LTE, l’adozione di uno schermo LCD di vecchia generazione al posto di uno con tecnologia IZGO, l’assenza di SIRI (sostituito dal più elementare Dictation) e le mancanze più o meno storiche di iPad (nessuno slot di memoria, fotocamera senza flash) rimangono limiti di un certo peso, soprattutto per i più appassionati di hi-tech e di innovazione tecnologica. Qualcosa però ci dice che all’appeal di un simile oggetto è difficile resistere e che alla fine le vendite continueranno ad essere strabilianti.