Se state leggendo queste righe, i casi sono due: o vi siete lasciati consapevolmente trollare dal titolo dell’articolo, oppure avete una sincera voglia di saperne di più sul Black Friday. Facciamo finta che abbiate tutti scelto la seconda risposta (anche se probabilmente è il contrario), e iniziamo la nostra analisi.Conosciamo tutti bene la retorica che coinvolge il Natale e le varie feste che coincidono con l’arrivo della fine dell’anno, sia in Italia che oltreoceano. A seconda dei casi, allora, è possibile prendere le parti di quelli che difendono aspramente il vero spirito di queste ricorrenze, disprezzandone l’aspetto materialistico, oppure arrendersi al caro vecchio consumismo, e aspettare che Italia 1 mandi in onda Una Poltrona per Due. Noi di Spaziogames, lungi dal prendere parte a una discussione che porterebbe solo a dibattiti di vario genere, abbiamo scelto però di parlare di uno degli eventi che, ormai da qualche anno, rappresenta al meglio la sana voglia di spendere pecunia durante le festività: il Black Friday. Scopriamo insieme di cosa si tratta, qual è la sua dimensione italiana, e soprattutto se esistono dei punti di contatto con la nostra passione preferita, ovvero i videogiochi.
Il tacchino, il football, la torta di mele…Il quarto giovedì di novembre, negli Stati Uniti, si celebra la festa del Ringraziamento. Non vogliamo entrare nel merito di questa ricorrenza ma, a livello puramente indicativo, nelle ore in cui scriviamo è possibile immaginare tavolate imbandite su cui troneggiano tacchini e televisori sintonizzati sulla partita di football tra Dallas Cowboys e Washington Redskins. Tra una portata e l’altra, è plausibile pensare a padri di famiglia intenti ad ammirare le gesta del nuovo fenomeno del football americano, ovvero il quarterback dei texani Dak Prescott, protagonista della più classica delle storie dove il rookie prende il posto del veterano, il buon Tony Romo. Superando i dettagli che ai non appassionati di football interessano ben poco, è giusto dire che dal 1932 la tradizione vuole che nel giorno successivo al Ringraziamento i negozi propongano dei fortissimi sconti sulla merce. La data non è casuale: il 1932 ha rappresentato, storicamente, l’anno dei primi segnali di ripresa degli Stati Uniti dalla Grande Depressione, e la fine di novembre contraddistingue l’inizio della stagione dello shopping natalizio. Negli anni, il meccanismo è andato affinandosi: il tutto, infatti, è organizzato in maniera da facilitare le proprie impellenti esigenze d’acquisto. Dopo la grande abbuffata del giovedì, infatti, molti dipendenti statali (così come privati) americani possono contare su un lungo weekend libero da dedicare alla famiglia, ma anche allo shopping sfrenato. I negozi, poi, fanno la loro parte: le aperture, in questo giorno speciale, sono anticipate, e molti esercizi commerciali sono pronti ad accogliere file di clienti assatanati fin dalla mezzanotte. Tutta questa attesa, la creazione delle condizioni ideali all’acquisto, un po’ di sana isteria collettiva e voglia di fare ore di fila (!?), spingono così alle situazioni immancabilmente ritratte nei servizi dei telegiornali. Mettere insieme tanta gente che scalpita e che – irrimediabilmente – finisce per sbroccare, peraltro, può portare a conseguenze anche drammatiche; dal 2006 a oggi, secondo Blackfridaydeathcount.com, si sono registrate sette morti durante le attese del Black Friday, e quasi 100 feriti. Qualcuno sicuramente più “sul pezzo” di noi potrebbe chiosare con un bel: “è il consumismo, bellezza”.
Comprami! Comprami! Comprami!Perché “black”, però? L’origine del nome è affascinante, e non del tutto definita. La versione più attendibile, secondo molti, attesta che l’attribuzione del colore nero al venerdì dei super acquisti sarebbe da attribuire alla gloriosa città di Philadelphia, Pennsylvania. Cronache dei primi anni ’60 del secolo scorso, infatti, si riferirebbero alla ricorrenza in questione sottolineando la calca di persone, e soprattutto di auto registrata nel venerdì successivo al Ringraziamento. La città in cui è nata la prima agenzia pubblicitaria della Storia, insomma, avrebbe fatto nascere a suo modo un brand oggi conosciuto in tutto il mondo. Esiste anche un’altra versione della storia, però, che provvediamo a raccontarvi: secondo alcuni, l’origine del nome ha una natura più “finanziaria”, e risiederebbe nelle usanze dei contabili dei vari esercizi commerciali, che sottolineavano in rosso le voci in perdita e in nero quelle in utile. Considerato il grande volume di entrate registrate durante il venerdì successivo al Ringraziamento, e dunque di note scritte in nero, da qui originerebbe il termine Black Friday. In un certo senso, questa spiegazione andrebbe anche a rappresentare un contrasto con il Black Tuesday, ovvero il drammatico martedì 24 ottobre del 1929 che segnò il crollo della borsa Americana, e l’inizio della Grande Depressione.
E Sonic, allora, che c’entra?L’equazione, perciò, pare essere semplice: nel momento in cui la gente dispone di un periodo di tempo breve ma consistente per fare compere, i soldi iniziano a muoversi. Anche per questo il Black Friday è visto sempre con una certa attenzione anche da un punto di vista macroeconomico, in quanto può indicare se e quanto gli americani possono o vogliono spendere. Il Black Friday perciò è un vero e proprio fenomeno di costume che, come tale, ha degli effetti sociali ed economici sulla popolazione. E se dicessimo che anche i nostri amati videogiochi, nel loro piccolo, hanno fatto la loro parte? Qui entra in gioco il porcospino più famoso del mondo: non stiamo parlando di Sanic, ma del suo omologo “non meme”, ovvero il più noto Sonic. Andiamo indietro nel tempo fino ai primi anni ’90: in quel periodo, SEGA e il suo testimonial più iconico erano le rockstar del settore dei videogiochi (e come molte rockstar scapestrate, ahinoi, erano destinate ad una vita piena di alti e bassi). Per celebrare il lancio di Sonic 2, la divisione americana della compagnia giapponese pensò di attuare una strategia che oggi pare una bazzecola, ma che 20 anni fa rappresentava un’impresa: approntare, cioè, un lancio contemporaneo su scala globale. Glissiamo sui particolari che non ci interessano in questa sede, e sfrecciamo veloci come solo il buon Sonic sa fare verso la fine della vicenda: il Sonic 2 Day avvenne il 24 novembre del 1992, due giorni prima del Ringraziamento, e dunque tre prima del Black Friday. L’iniziativa ebbe un enorme successo, spinta anche dalla presenza proprio del venerdì di super sconti posto appena vicino alla data, e lanciò Sonic 2 nell’olimpo dei titoli più venduti per Sega Mega Drive. Si può comprendere, dunque, come il Black Friday possa rappresentare anche uno stimolo importante per la celebrazione o la tremenda disfatta dei prodotti di intrattenimento quali appunto i videogiochi e, pensando ai tempi moderni, le console. Il super venerdì, in effetti, può costituire il primo scontro frontale tra due nuove alternative arrivate sul mercato, e dare un primo slancio alla vita commerciale delle nuove macchine da gioco.
E alla fine arriva l’internetÈ evidente come il fenomeno del Black Friday abbia una sua dimensione fisica ben precisa, che si esplica negli scaffali dei negozi stracolmi di ogni merce, e nelle file scalmanate in attesa dell’apertura dei grandi magazzini. È altrettanto innegabile, però, come negli ultimi anni l’influenza e la diffusione di internet abbiano mitigato parzialmente l’importanza della controparte classica del venerdì dedicato agli sconti. Tutto ciò a causa della impareggiabile comodità data dagli acquisti online, che include non solo la sterminata quantità di oggetti a disposizione in ogni parte del mondo, ma la possibilità di usufruire di un’esperienza utente totalmente personalizzata; è possibile, lo sappiamo bene, acquistare negli orari in cui si vuole, scegliere il metodo di pagamento, evitare le file e così via. La discriminante che sembra far pendere l’ago della bilancia verso internet, però, è identificabile anche e soprattutto nelle iniziative collaterali al Black Friday. Tra tutte rientra il Cyber Monday, che si svolge il lunedì successivo al venerdì fatidico, ed è incentrato sui prodotti di elettronica di consumo. Si tratta in qualche modo di una propagazione del Black Friday, che permette ai commercianti di smaltire maggiori scorte di prodotti, e consente una ulteriore possibilità di scelta ai consumatori. Oltre a questo, la maggioranza dei portali online oramai non sceglie di concentrare gli sconti esclusivamente nel venerdì fatale, allestendo invece offerte strutturate e capaci di durare anche per una settimana intera. In questo modo, almeno su internet, l’intera massa di consumatori del Black Friday va a diradarsi su un arco temporale maggiore. Non c’è dubbio, però, che l’impatto degli sconti del fine settimana costituisca difatti un appuntamento fisso non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa.
Let’s go to the mallAnche in Italia, infatti, il Black Friday è un’opportunità sfruttata da retailer fisici e online. Le varie catene, specialmente quelle impegnate nella commercializzazione di elettronica di consumo, organizzano eventi e sconti esclusivi fruibili sia su internet che in negozio, in una commistione che crea un contesto sempre più fluido e senza soluzione di continuità. Se si vanno a spulciare i siti delle maggiori realtà della distribuzione organizzata italiana, infatti, è possibile scoprire come sia oramai onnipresente una sezione dedicata al venerdì nero, se non all’intero weekend che lo segue. Su internet, invece, è impensabile per qualsiasi sito impegnato nel commercio elettronico non offrire un qualche sconto in occasione dell’ultimo venerdì di novembre; sull’entità delle offerte spesso è meglio soprassedere, ma se non altro per i consumatori è possibile iniziare a chiarirsi le idee sull’entità di denaro da dover dissipare in occasione del Natale. Spendere per il Black Friday, infatti, non vuol dire necessariamente cercare regali per le festività, così come hanno dimostrato anche gli ultimi trend economici relativi al mercato americano, che hanno registrato performance differenti tra gli acquisti natalizi e quelli di fine novembre. Vale la pena sottolineare, in verità, come il contesto italiano sembri guardare al venerdì nero come ad una novità. Secondo un sondaggio indetto proprio da uno dei player impegnati nel campo del commercio di elettronica di consumo, infatti, molti consumatori non hanno ancora approfittato delle offerte dei Black Friday degli scorsi anni, ma sarebbero pronti invece a farlo quest’anno.
Avete presente l’episodio dei Simpson dove Homer decide di acquistare un’ambulanza, spinto dal suono della sirena che urla: “Comprami! Comprami! Comprami!”? In un certo senso, le offerte del Black Friday rispondono in qualche modo a questa urgenza, spingendoci a comprare qualcosa che sappiamo di volere, ma che allo stesso tempo non avevamo intenzione di acquistare. Questo discorso può valere soprattutto per il contesto online, dove la diluizione delle promozioni sull’arco di una intera settimana può essere molto appetibile, mentre la dimensione fisica del fenomeno rimane preda di alcuni canovacci ormai noti. Scegliere di passare una notte all’addiaccio per ritrovarsi davanti a tutti nel momento in cui aprirà un negozio è una scelta come un’altra, ma che dimostra quanto questo fenomeno commerciale sia ben radicato. Dopo questo excursus nella storia del venerdì nero, allora, il nostro invito è quello di acquistare ponderando bene le proprie decisioni e, nel limite del possibile, concedendosi anche qualche sfizio. Giocare in compagnia di parenti e amici durante i giorni delle festività, infatti, dovrebbe essere uno dei piaceri maggiori per un videogiocatore.