Halo 3 è arrivato su PC, e nessuno se n'è accorto

Avatar

a cura di ParyKon

Dal Mac all’Xbox
Escludendo il recente Minecraft, il più popolare franchise in mano a Microsoft resta probabilmente Halo: la saga, affidata a 343 Industries da ormai più di un lustro, è da sempre riuscita a vantare un successo a dir poco sensazionale. Persino Steve Jobs, che nel ’99 svelò personalmente al mondo la prima versione di Combat Evolved, ne comprese fin da subito il potenziale smisurato. In fondo è risaputo: il fondatore di Apple s’infuriò assai quando Bill Gates decise di acquistare il team dietro all’allora popolare esclusiva Mac Os “Marathon. Ma Microsoft fece a Bungie un’offerta che la software house non poté rifiutare: il resto, come si dice, è storia. 
Da allora la società di Redmond ha tentato di capitalizzare quanto più possibile sul fortunato franchise; lo utilizzò ad esempio per lanciare la prima Xbox, spingere le vendite di 360 e provare a convincere una maggiore utenza a passare a Vista (con la fallimentare release di Halo 2 su PC, nativamente incompatibile con XP). A Combat Evolved, vero e proprio multipiattaforma disponibile su Os X, Windows e Xbox, seguì un Halo 2 divenuto esclusiva Microsoft; il terzo capitolo segnò infine il passaggio definitivo della saga ad esclusiva Xbox. Curiosamente, proprio in quegli anni Bungie decise di scindersi da Microsoft, società probabilmente troppo esigente e restrittiva per amministrare un team a tal punto creativo e indipendente. Ciò non impedì alla software house di occuparsi di Halo 3: ODST e Reach, che si aggiunsero ai successi della fortunata Xbox 360.
Il divorzio definitivo tra la serie e i propri creatori non segnò comunque la fine di Halo: i fan hanno continuato per anni a vestire i panni del prode Master Chief, dal remake del titolo originale ai primi capitoli della nuova trilogia. Tuttavia, escludendo i mediocri spin-off Spartan Assault & Strike, è da quasi un decennio che l’utenza PC non ha modo di mettere le mani su un vero e proprio titolo competitivo targato Halo. 
Almeno, fino ad ora.
Potenziale profitto sì, ma dove?
Pensando all’industria videoludica in chiave prettamente geografica, vengono in mente principalmente Nord America, Europa e Giappone: sebbene non rappresentino le uniche zone popolate da videogiocatori, si tratta indubbiamente del nucleo dell’industria mainstream a cui facciamo riferimento. Vista la situazione economica, la vendita di console in Africa e Sud America risulta estremamente ridotta (Nintendo si è persino ritirata ufficialmente dal mercato brasiliano), mentre il mercato asiatico resta quasi a sé stante. La dedizione dei sud coreani per i più complessi titoli online ha praticamente creato uno stereotipo, mentre il mercato videoludico cinese (rimasto privo delle console per 15 anni, a causa di una legge abolita solo l’anno passato) è sempre rimasto isolato dal nostro. La sostanziale assenza di leggi sul copyright permette infatti la circolazione di svariati cloni di celebri giochi nostrani (dai Dota-like con Shrek e Naruto alle copie sputate di Team Fortress), e le differenze con il pubblico occidentale hanno persino portato alla realizzazione di giochi esclusivamente pensati per il pubblico cinese, come Call of Duty: Online. D’utenza economicamente rilevante, all’appello manca solo quella Russa: valutando la recente crescita esponenziale del settore, persino Electronic Arts arrivò a predire un incremento del fatturato russo superiore al 50% (entro la fine del 2015).
Microsoft dev’essersene resa conto; la società ha infatti deciso di puntare sul fiorente mercato dell’est, utilizzando ovviamente il proprio franchise di punta. Peccato che nel farlo, abbia sostanzialmente donato (involontariamente) al mondo una funzionante versione PC del tanto agognato Halo 3.
Russia, pirateria e free to play 
Il mercato russo è profondamente differente dal nostro: il dominio delle console è una realtà lontana e la stragrande maggioranza dei giocatori si focalizza su PC e smartphone. Insomma, Microsoft comprese che per poter fare breccia nel cuore (e nel portafoglio) di quella particolare utenza non sarebbe bastato il canonico Halo per Xbox. Al contempo, approcciare il sovraffollato mercato mobile sarebbe stato poco ambizioso (e remunerativo), dunque non restò che optare per la piattaforma PC. In Russia, il gaming su computer è però pesantemente afflitto da una perenne, devastante pirateria: dopotutto, resta ancora tra le nazioni più attive nella creazione e diffusione di crack (per, all’incirca, qualunque gioco offline mai approdato su PC). Non bastò ovviamente questo per vanificare il potenziale economico rappresentato dall’ex Unione Sovietica. Ai tempi Planetside 2 era piuttosto popolare, al pari del Warface di Crytek (come riportato da Twinfinite.net); titoli free to play, ma dipendenti dalle microtransazioni. In parole povere, profittevoli e non piratabili. Fu forse questo, unito all’ispirazione tratta dal Call of Duty: Online di Activision (distribuito in esclusiva per l’utenza cinese), a spingere Microsoft verso una direzione analoga.
La società di Redmond si trovò tuttavia di fronte a una nuova problematica: in Russia, il giocatore PC medio non vanta certo componenti particolarmente all’avanguardia. Gran parte degli utenti si accontenta infatti di una macchina poco/mediamente performante, il che impedì a prescindere un porting diretto dell’Halo 5 allora previsto per Xbox One. Da qui la soluzione più ovvia: portare su PC un vecchio Halo per console e “aggiornarlo” per farlo apparire più recente ed appetibile ad un’utenza fresca e moderna.
Nacque dunque Halo Online, gioco capace di nascondere molto più di quanto promesso dalle deludenti apparenze.
Halo Online
Stando a Microsoft, il titolo si basa su una versione altamente modificata dell’engine di Halo 3, “ottimizzato per un’esperienza più fluida su PC di fascia bassa“. Il gioco venne affidato a Saber Interactive, software house già nota per i contributi offerti allo sviluppo di The Master Chief Collection e Halo: CE Anniversary. «Continueremo ad aggiustare il gameplay, le feature e l’economia in-game. Quando questa primavera Halo Online entrerà nello status di closed beta, intendiamo raccogliere il feedback degli utenti russi». Niente release su console, né all’infuori dell’ex Unione Sovietica: «Al momento il nostro focus è sull’apprendere quanto possibile dalla closed beta in Russia; teoricamente, espandersi in altre nazioni necessiterebbe modifiche relative alle specifiche regioni della release, per venire incontro alle aspettative dei giocatori». Ovviamente, la scelta di limitare il gioco a un’utenza così ristretta e lontana non fu certo particolarmente popolare, specialmente tra i fan occidentali di Halo. Molti iniziarono a speculare sulle reali motivazioni dietro alla decisione Microsoft; secondo alcuni, far uscire Halo su PC avrebbe messo a rischio le vendite di Xbox, mentre stando ad altri si trattò di una semplice manovra per “tastare il terreno”, facendo pratica per eventuali future release su computer. Dopo le prime indiscrezioni emerse, tuttavia, la stampa videoludica internazionale si disinteressò quasi completamente del titolo, e per un bel pezzo nessuno sentì più parlare di Halo Online. Quel che risulta certo, è che il titolo fu sfortunatamente un vero e proprio – per quanto silenzioso – flop su tutta la linea. 
Momentanea chiusura o…?
«Ragazzi, notizie importanti: Halo Online si avvicina a una revisione significativa. I server verranno spenti il 25 dicembre 2015. Ci siamo imbattuti in una quantità di problematiche effettivamente critiche per il progetto, quindi abbiamo deciso con 343 Industries di concludere i test. La finalizzazione impiegherà tempo; esattamente quanto, è ignoto. Risarciremo i soldi spesi nei contenuti in-game».
Così recita l’ultimo messaggio (lasciato sei mesi fa) sull’ormai abbandonata homepage russa di Halo Online. In realtà, le prospettive di un ritorno vero e proprio del titolo (anche solo sul suolo russo) sfiorano lo zero: l’accoglienza del pubblico fu di quasi totale indifferenza, e perfino i pochi interessati finirono con l’abbandonare rapidamente il free to play – i cui server si svuotarono quasi del tutto nel giro di qualche mese. La deprimente situazione è dovuta, stando a molti, al terribile sistema legato alle microtransazioni. Non solo risultava possibile acquistare con denaro reale costumi e componenti dell’armatura: il giocatore poteva anche comprare bonus che garantivano l’accesso a vere e proprie modifiche alle armi standard del gioco (come una versione del fucile d’assalto più potente, con più proiettili o con una maggiore velocità di ricarica). Insomma, è proprio come sembra: Halo Online non era molto diverso da un banale pay to win, pubblicato per generare mero profitto senza particolare riguardo per la community.
Quel che forse Microsoft non ha calcolato, è che portare qualunque prodotto su PC implica inevitabilmente una reazione dalla florida ed inarrestabile community di modders attivi sulla piattaforma. Il free to play riservato ai russi non fa eccezione; l’utenza iniziò rapidamente a spolpare i files del titolo, ma probabilmente nessuno si aspettava quanto scoperto nel codice del gioco. Halo Online non si basa semplicemente sul motore grafico di Halo 3: il gioco stesso “È” Halo 3, o più precisamente, “una grossa mod” applicata al porting PC di Halo 3: ODST. Sicuro, il single player è stato completamente rimosso, alcuni assets sono stati aggiornati, è stata aggiunta qualche arma e la fisica è stata leggermente modificata per adattarsi agli standard dettati da Halo 4, ma poco importa; Halo 3 era tutto lì, nascosto tra le righe di quel codice. Bastava qualcuno di così talentuoso da riuscire a tirarlo fuori.
Nuovi leak, direttamente da 4chan
Quel qualcuno non si fece attendere: come scritto nell’apposita news pubblicata lo scorso anno sulle pagine di Spaziogames, «un gruppo di modder ha reso disponibile sul web una patch (attualmente allo stadio alpha) per Halo Online chiamata ‘El Dorito’, che permette di eliminare le microtransazioni e, soprattutto, il blocco regionale, in modo da renderlo giocabile agli utenti di tutto il mondo.».
La notizia rimbalzò su tutti i principali siti videoludici, ma la faccenda sembrò chiudersi lì; quel che pochi sanno, è che lo sviluppo non terminò affatto, come riportato dalle dichiarazioni del team dietro ad El Dorito.
«Forse, Microsoft è turbata per via dei file che abbiamo leakato; li abbiamo recuperati dalla board /v/ di 4chan. (…) Era definitivamente un’alpha riservata: c’è parecchio codice residuo lasciato dagli altri titoli di Halo»
«Il titolo era comunque gratis. L’utenza PC chiede Halo 3 da anni e anni, e con questo leak abbiamo visto una chance. Il fatto è che potremmo, in teoria, ripristinare il gioco che tutti vogliono, escludendo le recenti aggiunte che rovinerebbero il titolo».
Da allora, è passato più di un anno. Come si concluse lo sviluppo della mod?
ElDewrito
Al momento, El Dorado non esiste più: il progetto si è trasformato in ElDewrito, gioco ormai a tutti gli effetti indipendente da Halo Online. Non che fosse evitabile, considerando come i server ufficiali del titolo siano inattivi ormai da tempo. Tutto considerato, ElDewrito consiste esattamente in quello che il team sperava di poter realizzare circa un anno e mezzo fa: quanto di più vicino possibile ad una vera e propria versione PC di Halo 3, con supporto al modding e creazione di contenuti.
Quanto presente nel codice del gioco (e appartenente alla conclusione della trilogia originale) ha dunque avuto modo di riemergere, come evidente anche solo dal layout dei menù (sostanzialmente identici a quelli visti su console). Il titolo elimina completamente le microtransazioni; da un launcher apposito è possibile personalizzare completamente il proprio Spartan, disponendo fin da subito di tutte le armature ed elmetti presenti nel titolo. L’eseguibile -chiamato DewritoUpdater– permette anche di avere accesso ad utili opzioni (come la possibilità di scegliere il FOV, o settare script automatici), fornendo al giocatore, tra le altre cose, gli strumenti necessari per hostare un proprio server. Proprio così: com’era intuibile, il team dietro a ElDewrito non può permettersi di ospitare “ufficialmente” le partite, basandosi di conseguenza interamente sulla community. Generalmente è possibile trovare una ventina di server attivi, ciascuno con le proprie regole ed il proprio tipo personalizzato di partita. Ritornano dunque le modalità più amate dalla community, da Infezione a Big Team Battle, fino a Cattura la bandiera, SWAT, Oddball, Slayer, Alpha Zombie, Juggernaut e via dicendo. L’host ha anche modo di decidere se attivare o rimuovere la meccanica della corsa, non presente in Halo 3 (ma introdotta da Reach in avanti). Infine, le singole statistiche riguardanti le armi (dal feel offerto al danno inflitto, fino alla velocità di ricarica e via dicendo) sono state interamente ricalibrate per essere in linea con quanto visto nell’originale Halo 3.
Sostanzialmente Halo 3, su Pc
Tutto è personalizzabile, nelle partite di ElDewrito: dal numero di uccisioni richieste per la vittoria alle bandiere da catturare (è persino possibile scegliere quali veicoli e armi rendere disponibili durante il gioco). Le mappe non fanno eccezione; il titolo integra una notevole sfilza di location nuove o già note, dalle arene inedite ereditate da Halo Online a qualche chicca -come una mappa importata da Halo: CE-, fino ovviamente al repertorio di Halo 3. Si ritorna dunque a guerreggiare in mappe del calibro di Ultima Risorsa, Strettoie, l’Abisso, Nella Sabbia, Guardiano, Standoff, Terreno Elevato – e naturalmente,  Valhalla. Come se non bastasse è possibile importare e utilizzare arene create dalla community (talvolta inserite negli update del gioco); quasi scontato, considerando le possibilità offerte dal modding del titolo. Oltre a poter applicare filtri – come SweetFX e Reshade – e apportare svariate migliorie grafiche – tra retextures e modifiche all’illuminazione -, è infatti possibile metter localmente mano al look dei modelli poligonali (utilizzando, per esempio, le originali armature di Halo 3, o le armi di Halo Reach). 
Ah, i fan della saga su console non avranno di che temere: è possibile giocare interamente con il controller. Visto l’auto-aim piuttosto accentuato, il distacco con gli utenti più affezionati a tastiera e mouse risulta quantomai trascurabile (senza contare come molti giocatori optino in primo luogo per il gamepad). Con l’applicazione Durazno ed un po’ di pazienza si può persino arrivare ad utilizzare due o più controller (il numero è unicamente limitato dal numero di istanze che il proprio PC riesce a reggere) per giocare in split screen con uno o più amici (funzione ancor più ottimale se sfruttata utilizzando due monitor).
ElDewrito è tuttora scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale della mod: per giocare, basta far partire l’updater, aggiornare il gioco e dare inizio alla partita. Nonostante il progetto sia cresciuto a dismisura, Microsoft non sembra particolarmente turbata dalla cosa, disinteressandosene quasi del tutto da più di un anno a questa parte. 
Il futuro
ElDewrito vanta una piccola ma affiatata community, nonché regolari update atti a migliorare gradualmente il titolo; stando ai developer è già prevista una versione definitiva del free to play, la cui data di uscita pare sempre più vicina.
Al momento, gran parte del team originale dietro a El Dorito è infatti al lavoro su un nuovo, misterioso progetto, denominato Anvil Online: qualcuno specula ipotizzando un ritorno dell’amata Fucina, altri si aspettano il tentativo definitivo di ricreare un vero e proprio Halo 3: Custom Edition per computer. Quel che risulta chiaro, è che la fanbase del Master Chief su PC sembra essersi improvvisamente risvegliata dopo anni di silenzio ed inattività: lo scorso febbraio è stato lanciato, ad esempio, Project Cartographer, versione aggiornata e del tutto funzionante di Halo 2 (multiplayer quanto campagna). Il titolo tenta di ricreare su PC l’amato online visto originariamente sulla prima Xbox, con tanto di sistema di account dedicati, chat vocale, controlli anti-cheat e via dicendo. Qualche giorno fa è inoltre uscita la prima versione di SPV3, overhaul di Halo: Combat Evolved dagli obiettivi assai più ambiziosi della canonica versione Anniversary pubblicata nel 2011. Oltre ad offrire un comparto grafico quasi del tutto rivisto, la mod introduce nuove armi (riprese dai capitoli successivi della saga o mai viste prima), versioni modificate dei veicoli, un set di nemici rinnovato, sezioni inedite della campagna e missioni del tutto ricostruite, presentando nuove meccaniche ed espandendo notevolmente il gameplay (aggiungendo, ad esempio, le Abilità dell’Armatura viste in Reach).
Il messaggio pare abbastanza chiaro: i veri fan su PC continueranno a giocare ad Halo, che Microsoft intenda supportarli o meno. Ma l’azienda di Redmond non ha certo voltato le spalle alla fanbase; fortunatamente, il futuro in tal senso pare abbastanza roseo, e non si parla solo del lavoro dei modder. Dopotutto, Halo Wars 2 giungerà su Windows (accompagnato da una versione rivista del proprio prequel), al pari del Forge per Halo 5. Ipotizzare una futura uscita PC del prossimo, eventuale Halo 6, è insomma tutto fuorché un azzardo. 

Microsoft ha deciso di puntare sul mercato russo, pubblicando in esclusiva PC un fallimentare free to play afflitto da gravi microtransazioni. I server ufficiali del neonato Halo Online (giocabile unicamente nell’ex Unione Sovietica) sono già inattivi, ma dalle ceneri del gioco nasce ElDewrito: il titolo consisteva infatti in una massiccia modifica all’inedito porting PC di Halo 3: ODST. Un team di modders tentò semplicemente di far riemergere i residui dell’originale hit per 360 contenuti tra le righe del codice di Halo Online, rendendoli disponibili al mondo intero. Il risultato è un titolo gratuito, che ci permette di collegare il controller e tornare ancora una volta a combattere nelle lande di Valhalla, Nella Sabbia, sulla spiaggia di Ultima risorsa e via dicendo (solo, in 2K, con un FOV selezionabile a piacere ed almeno il doppio del framerate). Insomma, si tratta a tutti gli effetti del vero e proprio multiplayer di Halo 3, giocabile per la prima volta – gratuitamente – su PC. Il titolo presenta qualche miglioria, come nuove mappe e modelli poligonali aggiornati, supporto alle mod e una manciata di elementi originariamente inediti (come la possibilità di correre, nuove armi, ecc) attivi solo su determinati server. Tra ElDewrito, Project Cartographer (patch che riporta in vita il multiplayer di Halo 2 su computer), Halo Wars 2 e Forge, si tratta indubbiamente di un periodo particolarmente fortunato per la community PC di Halo. La community si è espressa chiaramente: riuscirà Microsoft a cogliere il messaggio? Vedremo mai la Master Chief Collection su computer? E per quanto riguarda il prossimo Halo, invece? È davvero così scontato come molti auspicano?

Leggi altri articoli