Di solito non spezzettiamo le recensioni, non è nello stile di Spaziogames, preferiamo pubblicare un bell’articolone gravido di informazioni che spieghi tutti i perché e i percome del titolo in questione, ed evitare di diluire l’analisi in più giorni. Con certi giochi però è necessario adottare un approccio diverso, specialmente se appartenenti al complesso mondo degli MMORPG. Sia chiaro, non abbiamo deciso di abbracciare l’approccio “a capitoli” per le recensioni di siffatto tipo, ma in questo specifico caso ci siamo sentiti in dovere di cambiare rotta, perché il videogame trattato è una delle uscite più importanti degli ultimi anni, così acclamato che alcuni giocatori hanno iniziato a porlo come possibile WoW killer (cosa a mio parere ancora improponibile, ma che qualche anno fa sarebbe stato folle anche solo sussurrare).
Si parla ovviamente di Guild Wars 2, del quale ho già scribacchiato qualcosina in un articolo introduttivo qualche giorno fa e che ora riporto sulle nostre pagine per una seconda puntata, così da poter dare qualche dritta sui contenuti midgame a quei pochi che ancora non sanno se tuffarsi nel mondo di Tyria. Pure oggi eviterò di scendere eccessivamente nel dettaglio, per quello dovrete aspettare la recensione completa, ma ho comunque intenzione di svelarvi cosa ho scoperto vagando per l’enorme mondo di gioco con il mio simpatico elementalista, nel bene e nel male.
Un mondo da esplorare
Guild Wars 2 mi ha fatto sentire vecchio. Detto da uno sotto i 30 potrà sembrare un’affermazione ridicola, ma era da tempo che non mi capitava di giocare per tre giorni quasi ininterrottamente a un MMO e non raggiungere il level cap. Per un momento ho dubitato delle mie capacità di nerdaggio spinto, poi mi son dato un paio di schiaffi in faccia, ho raddrizzato gli occhiali, e ho avuto una piccola epifania. Il punto è semplice, ero partito pensando di poter approcciare il livellaggio nel gioco di Arenanet come in un normale MMO, invece mi sono trovato davanti un prodotto strutturato fondamentalmente per essere goduto a piccoli sorsi, dove livellare rapidamente è possibile, ma per farlo è necessario farmare eventi specifici fino alla noia, far parte di un server dominante nel World vs World, o avere un sacco di amici fedeli con molto tempo libero. Più andrete avanti e più vi renderete conto di dover fare un po’ di tutto per potenziarvi con costanza: esplorare, craftare, completare quest nelle starting zones delle altre razze, e persino menare le mani in pvp. L’idea è buona, porta davvero ad osservare in lungo e in largo Tyria e i suoi splendidi paesaggi, e pone Guild Wars 2 su un altro piano rispetto a concorrenti dove la maggior parte dei giocatori si dimentica del 75% delle mappe, o a titoli con locazioni meno estese ed evocative. Arenanet ha chiaramente costruito la strada per arrivare al livello 80 sulle esigenze del grande pubblico, lasciando però un piccolo spiraglio ai power player disinteressati alle zone inferiori.
Per quanto mi riguarda, ho inizialmente tentato di livellare come un dannato (pratica tipica nel nostro lavoro), ma a un certo punto ho lasciato perdere, catturato dai paesaggi, dalle quest e dal divertente World vs World PvP. La mossa è stata una necessità, avrei infatti perso gran parte dell’essenza del gioco rushandolo senza pietà, e la mia review non sarebbe stata obiettiva. Prendendo la vita con filosofia ho invece potuto approcciare con tranquillità gli eventi dinamici e le quest, notando come quelli più impegnativi favoriscano la collaborazione tra larghi gruppi di giocatori, e come la flessibilità delle classi renda ancora piuttosto permissiva la costruzione dei team per affrontare le istanze, senza ricerche specifiche dettate dalla build o dall’equipaggiamento, almeno per ora. Ho poi apprezzato non poco la possibilità di saltellare qua e là per le regioni alla ricerca di punti d’interesse e viste panoramiche, una caratteristica abbastanza unica che farà la gioia dei turisti virtuali.
Logan dove sei finito?
Detta così Guild Wars 2 potrebbe sembrare impeccabile, ma non è ovviamente esente da difetti, molti dei quali derivanti dalle solite problematiche di lancio tipiche degli MMO. Il gioco è pieno zeppo di glitch legati a quest e meccaniche. Per farvi un esempio, il sistema di combattimento basato sul posizionamento porta il puntamento di certe abilità a sfasarsi durante determinate movenze, e costringe a rilasciare la telecamera per tornare a bersaglio. Non mancano inoltre quest buggate che non avanzano o non si concludono, anche se sembra accadere solo ad eventi minori e non alle “missioni cuore” sparse per le regioni. L’unico bug grave che ho incontrato nel mio girovagare riguardava una delle missioni storyline, dove uno specifico npc era sparito, impedendomi di continuare. La situazione è stata risolta nel giro di un paio di giorni con una rapida mini patch (chiunque stia giocando noterà come quasi ogni giorno gli sviluppatori rilascino aggiornamenti) e le mancanze sopracitate sono comuni in un videogame di questa portata, ma sono errori che danno sempre fastidio quando si incontrano. Altro curioso dilemma riguarda l’equivalente della auction house in game, che dal giorno del lancio è stata disponibile per… beh, circa tre ore complessive. Sembra che i “lavori in corso” sulle aste siano dovuti ad alcuni exploit derivanti da un bug del gioco che hanno ribaltato l’economia e che saranno completati rapidamente, ma l’assenza di bazaar è uno dei motivi per cui non sono riuscito a livellare come un lampo: il crafting regala molta esperienza e comprare i materiali è sicuramente più facile che doverli recuperare manualmente.
Tante belle cose
I bug del gioco mi hanno fatto storcere il naso, ma è tutta roba che sparirà col tempo e non basta a sminuire l’epicità dell’opera di Arenanet, il cui mondo è davvero enorme e variegato e le cui idee finora sembrano funzionare quasi nella loro totalità. In questi giorni mi appresto a entrare per la prima volta in una zona di livello 50, le missioni si fanno sempre più ardue e le prime istanze disponibili iniziano a far intuire la qualità dei contenuti di livello superiore. Personalmente ho gradito molto la volontà dei programmatori di inserire una sottotrama in ogni istanza, e di lasciare al giocatore la scelta di affrontare la versione narrata o quella “esplorativa” del dungeon.
Prima di poter dare una valutazione definitiva al gioco, devo affrontare ciò che ha da offrirmi dopo il livello 80, capire se il lavoro fatto sul bilanciamento delle classi è adeguato, e vedere fino a che punto la peculiare struttura di gioco può tenere alto l’interesse del giocatore. Per adesso le impressioni sono molto positive, tolti i problemi sopracitati. Chissà se manterrò lo stesso ottimismo fino alla fine.
Guild Wars 2 ha indubbiamente qualche incrinatura qua e la, dovuta anche a un lancio non proprio impeccabile, seppur superiore a molti altri. Tuttavia, il lavoro di Arenanet al momento sembra possedere il potenziale per porsi come nuovo re degli MMO, almeno qualitativamente. Difficile dire se, una volta giunto nelle zone dedicate a chi ha cappato il livello, sarò ancora della stessa opinione, ma la strada perlomeno è in discesa e con tanto di vista panoramica.