Nonostante le opere correlate ai racconti di Masamune Shirow abbiano saputo conquistare gli appassionati di anime di tutto il mondo, ma soprattutto i cultori del della fantascienza o più in generale del sci-fi, lo spazio riservato a Ghost in the Shell in TV e al cinema è stato quanto mai risicato. Ad esempio, il primo film diretto da Mamoru Oshii uscito nelle sale giapponesi nel 1995, è arrivato in Italia solo un anno dopo, ma grazie esclusivamente alla Mostra del cinema di Venezia, dato che non vedrà altre sale da cinema nel bel paese al di fuori della laguna.
Anche la distribuzione Home Video ha riservato sorprese per Kusanagi e compagni: uscito in VHS sempre nel 1996, al titolo internazionale Ghost in the Shell viene associato il sottotitolo “Lo spirito nel guscio” che sì traduce l’originale, ma va anche a perdere in parte il significato nascosto. Ma i problemi non si limitavano solamente al titolo, anche tutta la traduzione dell’opera commissionata da Polygram si basava a sua volta su quella inglese, andando così a generare non pochi problemi nel processo a doppia mandata. Oltre a frasi poco coese e a discorsi non proprio puliti, agli appassionati resterà impresso nella memoria l’uso del nome “Il signore dei pupazzi” (che traduce malamente dall’inglese Puppet Master), al posto del più consueto “Burattinaio”. Nonostante la riedizione in DVD del 2005 a opera di Panini Video, la traccia audio italiana resta invariata per ancora parecchi anni, lasciando agli appassionati la possibilità di godere il film con audio giapponese e sottotitoli questa volta fedeli al copione originale. È il 2012 a consacrare il ritorno di Ghost in the Shell nelle case degli appassionati, in questa occasione in formato Blu-Ray e finalmente con un nuovo doppiaggio, curato dal nuovo distributore Dynit.
Il seguito, invece, approda nelle sale giapponesi il 6 marzo del 2004 e grazie a Eagle Pictures impiega solo cinque mesi per arrivare in quelle italiane. Nonostante il regista volesse cambiare nome all’opera chiamandolo esclusivamente Innocence, per non farla sembrare un mero sequel in stile hollywoodiano, all’infuori del Giappone la pellicola si chiama Ghost in the Shell 2: Innocence, tranne che in Italia dove il sottotitolo viene cambiato in “L’attacco dei cyborg”. Anche in questo caso bisognerà aspettare Dynit nel 2012 per riportare il titolo al pari di quello internazionale e dare all’opera un nuovo doppiaggio. Per quanto riguarda invece la TV, entrambe le pellicole vengono prese in considerazione da Rai 4 solamente nel 2009 e vengono messe in onda in prima visione rispettivamente il 10 dicembre e il 17, in una rassegna che ha compreso anche altre opere come “La ragazza che saltava nel tempo” di un giovane Hosoda, ma soprattutto l’immenso Millennium Acress di Satoshi Kon.
Qualche anno dopo la riedizione in Blu-Ray, Dynit ha deciso che Ghost in the Shell sarebbe dovuto tornare nei cinema con un grande evento simile a quanto visto con Evangelion, così assieme a Nexo Digital sono state organizzate le “Ghost in the Shell Night”, due serate di marzo in cui i film di Oshii sono stati proiettati uno dopo l’altro. In questo caso però si è deciso di utilizzare la versione riveduta e corretta della prima pellicola, nella sua versione denominata Ghost in the Shell 2.0, che ha così fatto il suo debutto al cinema. Nella stessa rassegna, ma nel mese d’aprile, fa la sua comparsa nelle sale cinematografiche italiane anche il nuovo filone narrativo, con la proiezione combinata dei primi due episodi di Ghost in the Shell: Arise.