Gente che Gioca Ep.3

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a cura di jred

Su, su ragazzi. Veloci e inesorabili continuiamo la nostra avventura nella conoscenza dei Gamers di oggi. Serrate gli ormoni e spiegate le vele, è il turno della Ragazza e del Pirata!

La ragazzaLa clientela femminile in un negozio di videogame è molto più corposa di quanto si possa immaginare. Difficilmente giocano agli FPS, probabilmente per il fatto di avere il gene della competizione poco sviluppato; hanno invece una buona predisposizione per le avventure grafiche e, naturalmente, per i partysocialmusical game.Di solito entrano in negozio in un branco di cui si individua facilmente il capo, è quella che parla alle sue amiche quasi urlando, cercando di far intendere al commesso e agli altri maschi presenti in negozio che sì, anche lei capisce qualcosa di “grafica” e “giocabilità”.Il capo delle Ragazze, presumibilmente, è l’unico che comprerà qualcosa e, tra l’altro, c’è un assioma che dovete sapere nella modalità di shopping videoludico della Ragazza: si comporta esattamente al contrario di come si muoverebbe in un negozio di abbigliamento.

Prima di tutto la scelta non dura più di cinque minuti, forse perché non puoi tenere la custodia di Zumba Fitness tra le mani, girarti verso le amiche e dire: “Come mi sta?”. Inoltre, per qualche strano motivo, non si fanno mai consigliare dal commesso, inducendolo a pensare che o puzza o non si è sistemato benissimo la cresta prima di uscire di casa (sigh!).
Come già detto, non pensate affatto che la Ragazza non si senta a suo agio in un negozio di videogiochi. Anzi, quando il branco entra da quella porta a sentirsi a disagio sono proprio gli habitué di sesso opposto.
Il Nerd inizia a sudare freddo, qualche ragazzo si fa sfuggire la custodia di Tekken 6 tra le mani mentre gli si disegnano due cerchi rossi sulle guance stile Heidi; per non parlare di quelli che, in un momento di puro istinto mascolino, rimettono istericamente subito a posto The Sims 3 – Animali & Co. per prendere, con aria soddisfatta, Duke Nukem Forever con uno sguardo che farebbe abbassare la cresta a Clint Eastwood.
Osservare la Ragazza e i ragazzi da dietro al bancone è, in sostanza, meglio che guardare una puntata di Discovery Channel sulla pantera e la tigre in calore. 
L’odore di testosterone inizia a sentirsi meno dopo qualche secondo, quando il negozio viene invaso da profumi di ogni tipo di frutta che la Ragazza si spruzza di solito prima uscire.

Il PirataDi sicuro la categoria più simpatica. 

Intendiamoci: c’è gente che può aver scaricato un gioco per testarlo di persona ed essere sicuro prima di spendere i settanta euro e c’è gente che, pur avendo giocato a tutti i giochi disponibili sulla Terra, non ha mai ritirato uno scontrino alla cassa.
Il Pirata, come lo intendiamo qui, fa parte di questa seconda categoria. 
Spesso egli è tutt’altro che difficile da individuare, praticamente cammina con la scritta “Pirata” in fronte. Entra in negozio con i suoi amici, i quali non fanno in tempo a prendere in mano un gioco che subito lui attacca (ad alta voce):
“Non prenderlo quello, l’ho scaricato la settimana scorsa e fa defecare!”,oppure “Bello, appena lo finisco te lo passo e ti spiego come copiare ‘la’ crack.” 
E’ persona intraprendente, questo pirata, davvero un furbone a cui noi comuni mortali purtroppo non possiamo che inchinarci.
Pensateci, noi che mettiamo i soldi da parte per settimane per acquistare il gioco che sogniamo, noi che quando abbiamo il gioco con la sua custodia e manuale tra le mani giriamo orgogliosi per la strada prima di provarlo a casa, noi che abbiamo praticamente una collezione di videogames in casa.
Noi, signori, della vita non abbiamo capito una cippa di una fava. E’ il Pirata il genio, l’“acher” che grazie alle sue abilità informatiche, pensate, si oppone al sistema e perde le ore a scaricare giochi che neanche proverà tutti.
Ma lui non lo fa per sé, capite? Lo fa per evitare che gli amici spendano i soldi (“te lo passo e ti spiego come copiare la crack”); il Robin Hood dei poveracci.
Inutile stare a spiegare a questi guru del software cosa accadrebbe all’industria del videogame se tutti si comportassero come loro, anche perché spesso il Pirata è anche inconsapevole di esserlo. E’ per questo motivo che spesso ti chiedono se hai l’R4, “Come faccio a scaricare i giochi da internet a mia figlia?” e, ovviamente, se per caso hai quei giochi specifici… sì, quelli che permettono il downgrade della Wii. 
Ora, non sta a noi giudicare il Pirata, ma è chiaro che quando un commesso individua una persona del genere spera solo che esca dal negozio il più in fretta possibile.
Non sono simpatici, non sono romantici e non sono utili a niente: Pirati dei Caraibi è una cosa, Pirati dei Videogiochi è un’altra.

Evento della settimanaCome già detto, il Pirata spesso è inconsapevole di esserlo.

Soprattutto se parliamo di bambini. 
Una ragazzina, forse delle medie, entra in negozio col suo zainetto e, come prevedibile, si fionda al reparto Nintendo DS.
Io nel frattempo rimango alla mia postazione a disimballare la merce.
Passano i minuti, ne passano altri e dopo un po’ ne sono passati troppi. E la bambina era ancora lì, io la potevo vedere solo di spalle perché era rivolta ai giochi per DS, aveva lo zaino posato ai suoi piedi. Preoccupato mi avvicino senza farmi notare usando le solite tecniche: canticchiare, far finta di sistemare i giochi (di solito è un modo per tener d’occhio i sospetti taccheggiatori senza comportarsi come le guardie ciccione delle discoteche), mentre con la coda dell’occhio cerco di capire se non sia svenuta in piedi. So che è una cosa impossibile ma, se una sta mezz’ora di spalle e immobile a fissare lo stesso punto, o si è addormentata come un cavallo o è Samara, la dolcissima piccoletta di The Ring, che aspetta di essere avvicinata per saltarti addosso.
La ragazzina Pirata stava ovviamente scrivendo sul quadernone (neanche sul fogliettino) tutti i titoli di tutta la dannata parete!
Sconvolto e anche un po’ divertito le chiedo:
“Vuoi che ti stampi il listino intero?”
E lei, sorridendo “No grazie, ho finito.”
Mette il quaderno e la penna nello zaino e si avvia verso l’uscita.
Io, con ancora in mano la custodia di qualche gioco per la Xbox360 che facevo finta di sistemare, la incalzo:
“Torna quando vuoi eh…” 
“Sì, sì. Appena mamma mi compra la memoria più grande per il DS. Ciao”
Che amore di bambina.
La prossima settimana il penultimo episodio: il Tirchio e la Zia Gina.
Stay Gamers.

Raffaele “jred” Barbaro, oltre a collaborare con Spaziogames.it, gestisce un negozio di videogiochi nei pressi di Lodi. Anche se non siete d’accordo con le sue opinioni non vi conviene andare a lamentarvi di persona, a meno di non voler diventare i protagonisti della prossima categoria!

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