Gente che Gioca Ep.1

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a cura di jred

Lavorando in un negozio di videogame non ti ci vuole molto tempo prima di intuire, a grandi linee, la tipologia di clienti che aprono quella porta, salutano ed iniziano a guardarsi attorno alla ricerca di questo o quel videogioco oppure semplicemente di un titolo che li ispiri sul momento.Con questa rubrica abbiamo raggruppato queste tipologie in dieci principali macrogruppi di videogiocatori che vanno dalla ragazzina appassionata di fitness al nerd di ultima generazione, quello con la maglietta di “Age of Conan” e il tatuaggio di Mr. Freeman sulla schiena per capirci.Partiamo dalle prime due categorie dunque: il Bambino e, appunto, il Nerd.

Il bambino
Chiariamo subito: ci sono quintali di bambini al mondo, ognuno con il suo carattere e le sue guanciotte nutellose, ma quando si tratta di videogames tutti su per giù si comportano alla stessa maniera. Il Bambino predilige spesso giochi della Nintendo; è tutto uno luccicare di occhi quando trova tra i prodotti in esposizione quel simpatico idraulico italiano o un gioco dei Pokemon soprattutto per Nintendo Ds. Qualsiasi versione lo commuove per qualche misterioso motivo (Pokemon Diamante, Pokemon Nero, Pokemon Perla, Pokemon Rame, Pokemon Casio, Pokemon Carbonio…). Una fascia meno rilevante, ma comunque presente possiede invece una PSP, questi ha rinunciato da tempo alla possibilità di avere una infanzia uguale ai suoi simili nintendari e per autodeterminarsi è costretto a mostrar loro in continuazione la superiore maturità dei giochi per la Play Station Portable. Per questo motivo si assiste spesso in negozio a scene del genere:
“Mammina mi piace questo!!!”
“Grand-tef-auto? Ma ci puoi giocare?”
“Si mamma, l’ho visto a casa di Lorenzo?”
La mamma compra Liberty City senza avere la benché minima idea che suo figlio, dopo la terza missione, avrà il compito di ammazzare una prostituta per conto di un pappone.
Scelto il gioco e al momento di pagare in cassa la reazione del Bambino cambia a seconda se è venuto accompagnato dal genitore o è stato mandato da solo a godersi la sua paghetta.
Nel primo caso è un concentrato di dolcezza e compostezza, probabilmente per ricompensare la mamma del regalo; nel secondo il bambino è quasi travolgente. Spesso il commesso è costretto a richiamarlo per dargli il resto e lo scontrino.
Quasi mai il Bambino ha una PS3, una xBox360 o gioca al PC ma di lì a tre o quattro anni probabilmente entreranno anche loro nel campo delle console HD e si trasformeranno in una delle categorie che vedremo più avanti.
Nel frattempo continueranno a ricordarci di quando anche noi, in tenera età, eravamo convinti che le console avessero una “visuale” (cioè grafica) migliore dei giochi per PC e che per formattare un computer bastasse cliccare col destro sulla cartella “Windows” e fare “Elimina”.
Beata, ingenua, sublime gioventù…
Il Nerd
Paradossalmente o contrariamente a quanto si possa pensare il Nerd è forse la categoria di gamers che spende meno di tutte.
Il motivo è semplice.
Pur giocando più tempo degli altri ha l’abitudine di finire in lungo e in largo ogni gioco prima di comprarne un altro. Ogni missione di Oblivion, ogni obiettivo di Gears of War, ogni trofeo di God of War DEVE essere raggiunto. Una sfida con se stesso che lo mette in qualche maniera al di sopra dei comuni videogiocatori.
Il Nerd non spende mai soldi a caso, mai! Ogni acquisto è ponderato.
Questo grande risparmio dedito ai giochi purtroppo però non trova riscontro ai rispettivi gadget, una vera droga che fa letteralmente impazzire il Nerd portandolo spesso a vendersi la casa e la sua donna (?); una malattia di cui lui stesso si rende conto, ma che non riesce a controllare.
E così ecco che partono dalle tasche 50 euro per la statuina del water insanguinato di Silent Hill, 47 euro per l’action-figure di un Cavaliere-Mago-PotereDelCielo-SpadaDellaMorte-LivelloVentordici di Dragon Age e un intera finanziaria di governo per un barattolo contenente la saliva di Michael Morhaime (“Se non sapete chi è allora non meritate di saperlo, dannati casual gamers!”).
Il genere preferito di solito, ma non sempre, è il gioco di ruolo. Le serie di WoW, The Elder’s Scroll, Dragon Age, sono il pane e il vino quotidiano del Nerd. Ogni tanto, proprio quando decide che un po’ di realtà è indispensabile, si dedica all’online di uno di questi giochi commerciali di oggi come Call Of Duty o Halo. In questa maniera riesce a stare in contatto con la massa video ludica, a capirne i meccanismi e gli stili di vita.
Un po’ come un pastore osserva i suoi maiali.
In negozio il Nerd si sente a casa sua e se ti chiede informazioni al massimo è per sapere se hai da accendere visto che come fonte di news videoludiche per lui sei attendibile quanto una mazza da scopa su un’astronave in orbita. Ed effettivamente ha anche ragione, come diceva il saggio:
“Il giorno che capirò di videogiochi più del Nerd o sarò diventato Nerd anche io o non sarà mai stato Nerd lui”. 
Evento della settimana
L’evento della settimana racconta un aneddoto reale accaduto in negozio e che vede coinvolti uno dei due tipi di gamers descritti prima.
A proposito del Bambino qualche mese fa se ne presentò uno con sua madre a comprare il suo bel gioco di Bakugan per Ds.
Il giorno dopo rientrano in negozio sul tardi scuri in volto, madre e figlio, con il ds tra le mani del pargolo. “Non funziona il gioco” penso subito, capita certe volte.
In realtà la situazione era molto più… particolare.
Tutta triste la signora si avvicina e mi dice: “Mio figlio non riesce ad andare avanti nel gioco, mica puoi dargli una mano?”
Mi lasciò talmente spiazzato che non seppi dirle di no, e poi il ragazzino mi stava simpatico.
Fu così che passai i dieci minuti successivi sul pianeta di Vestroia ad aiutare Ben a distruggere i Bakugan.Riuscimmo a proseguire nella storia comunque, per la gioia immensa del Bambino e la soddisfazione della madre.
E’ tutto per oggi, ci vediamo la settimana prossima con altre due interessanti categorie: il Genitore e il Pcista.

Raffaele “jred” Barbaro, oltre a collaborare con Spaziogames.it gestisce un negozio di videogiochi nei pressi di Lodi. Anche se non siete d’accordo con le sue opinioni non vi conviene andare a lamentarvi di persona, a meno di non voler diventare i protagonisti della prossima categoria!

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