Milano. La sede di Digital Bros è in uno splendido complesso di uffici in via Tortona, sede di numerosi eventi relativi ai titoli distribuiti da questa storica azienda italiana. Oggi, però, siamo qui per incontrare Geoffrey Davis, responsabile del progetto Digital Bros Game Academy. L’Academy è una scuola di sviluppo di videogiochi, che aprirà i battenti all’inizio del prossimo anno e che ha di recente aperto le iscrizioni. Solitamente guardiamo con sospetto questo genere di iniziative, ma in questo caso il progetto ci sembra concreto, interessante e conscio del mercato a cui si rivolge. In breve, se state pensando di intraprendere la carriera di sviluppatore videoludico, vi consigliamo di leggere l’intervista che segue.
Come nasce la Digital Bros Game Academy?
L’Academy nasce come idea di Digital Bros per formare nuovi talenti per il mercato italiano del videogoame. DB ha un esperienza di 20 anni nel settore, ed è ben conscia di come il mondo dello sviluppo videoludico sia cambiato nel corso di tutto questo tempo. Il mercato degli sviluppatori è cresciuto e la domanda di bravi sviluppatori sta aumentando. Così, grazie a questo progetto stiamo creando le premesse per partecipare a questa crescita anche in Italia.
Quanto è significativa questa crescita?
Nel 2016 il mercato varrà 86 miliardi di dollari. Praticamente è il prodotto interno lordo di una piccola nazione. I protagonisti di questo mercato sono le nazioni che hanno a disposizione i team di sviluppo. In Italia ci sono i team, ma occorrono nuove tipologie di formazione professionale per sviluppare i talenti di domani, necessari per far crescere l’industria. Con questa iniziativa, ci poniamo l’obiettivo di rafforzare l’industria italiana (e, perché no, anche estera, con talenti italiani che NON lavorano all’estero ma lavorano PER l’estero). La struttura italiana ha bisogno di soluzioni innovative, e una di queste è la formazione. Ci sono tanti ragazzi all’estero, l’Italia ha una grande creatività, con una capacità di problem solving molto intelligente e ha un approccio differenziato rispetto ad altre culture, che piace molto agli americani.
Ad esempio?
Ovosonico, Forge Reply, Digital Tales sono realtà italiane che lavorano per l’estero. Un’industria dei videogame più forte in Italia porta dei benefici a tutti. L’Academy vuole portare dei vantaggi sia a sia chi sta entrando, che a chi si trova già nell’industria. Ci vogliono investimenti interni per ottenere nuovi investimenti dall’estero, e l’investimento interno risiede nei talenti.
Come sono strutturati i corsi?
I corsi sono molto tecnici, si insegnano i concetti di base, poco teorici, molto hands-on. L’Academy propone una formazione finalizzata ad imparare un mestiere: i ragazzi che terminano con successo il corso sono pronti per il mercato del lavoro. Secondo la nostra filosifia, le persone devono essere pronte per andare a lavorare, anche se sono neofite.
Naturalmente l’idea è di permettere agli studenti di collaborare in gruppo: ci aspettiamo che all’interno dell’Academy nascano nuove realtà indie, ma l’obiettivo principale resta quello di portare nuova gente nel mercato dello sviluppo.
Ci sono 3 corsi: game designer, game developer e artist animator 2D e 3D. I corsi sono suddivisi in moduli, e i moduli sono costituiti da varie lezioni, tutte orientate secondo la filosofia del “learning by doing”, nelle quali si sviluppano tutte le necessarie competenze per ciascuno dei tre ruoli. Alla fine del corso ogni studente sarà in grado di fare coding di un game in 3D.
Il corso per game designer è basato sull’insegnamento del framework Contruct 2. Ma, naturalmente, è necessario insegnare anche l’importanza dello storytelling e si spiega come trasformare un’idea in un prototipo. Come detto, insegniamo inoltre l’importanza di lavorare in team: si può sviluppare da soli, ma in team si ottengono lavori spesso più riusciti. La persona che segue il corso, riceve un certificato di frequenza e profitto legalmente riconosciuto dalla SIAM (Società Italiana Arti e Mestieri), grazie ad una collaborazione che ci rende particolarmente orgogliosi. L’offerta della SIAM si sta arricchendo con corsi digitali, e il fatto di entrare in una partnership con l’Academy era per loro quasi naturale: l’Italia è uno dei mercati dove si fruisce maggiormente di videogiochi. Il loro scopo è preparare i ragazzi per il mondo del lavoro, ed è pertanto necessario fare in modo che si tenga conto anche del crescente mercato dello sviluppo videoludico italiano.
Oltre alla SIAM, avete partner internazionali?
Siamo in partnership con Train2Game, la scuola di sviluppo videoludico più affermata in Inghilterra, che vanta ben 5.100 studenti. La partnership è relativa ai contenuti dei corsi: le lezioni sono realizzate da persone che lavorano per l’industria. Potremmo affermare che la Digital Bros Game Academy è un’iniziativa che nasce dall’industria, per l’industria.
Molto spesso l’Italia tende a investire in quei campi dove il made in Italy è visibile: si pensi al cibo, alla moda, al lusso. Come si può veicolare il concetto di made in Italy nel videogioco, un prodotto più astratto e meno riconoscibile da un punto di vista nazionale?
Non credo che i videogiochi italiani siano un prodotto meno riconoscibile di altri prodotti made in Italy, perché la creatività italiana è nota e molto richiesta all’estero. Credo che l’Academy possa e debba dare il proprio contributo per fare diventare l’Italia un hub dei videogiochi. Il made in Italy dei videogiochi, credimi, piace ed è richiesto, ma bisogna sviluppare le competenze dei ragazzi. Per questa ragione, gli insegnamenti dell’Academy sono molto mirati: se si spiega game design, si spiega game design e null’altro. Ovviamente ci sono anche parti relative alla compilazione di un curriculum vitae e allo sviluppo degli strumenti “pratici” per entrare nel mondo del lavoro, ma tutto è finalizzato all’apprendimento di una professione. Secondo me, il made in Italy è un plus nei videogiochi, perché la valenza creativa degli italiani è riconosciuta e apprezzata all’estero. I ragazzi diplomati partiranno con una marcia in più, derivante dal solo fatto di essere nati e cresciuti in un ambiente creativo come quello che si respira quotidianamente in Italia.
Spesso abbiamo a che fare con interrogazioni parlamentari e studi sui videogiochi che portano i politici e una parte dell’opinione pubblica a guardare i videogiochi con sospetto. Come vi rapportate con le istituzioni?
Questo è un aspetto delicato: è obbligatorio comunicare con le istituzioni per cercare di cambiare la percezione del videogioco da parte dell’opinione comune. In particolare, crediamo sia necessario veicolare tre fatti fondamentali:
Punto primo: i videogame possono anche aiutare i ragazzi ad aumentare il loro livello analitico, di discernimento e di attenzione
Punto secondo: l’industria non è più solo ludica, ma permea molti aspetti della vita quotidiana: medicina, educazione, gamification. Questo aspetto sta iniziando ad essere compreso dalle aziende, e Digital Bros vuole creare la soluzione a una lacuna che sta diventando sempre più evidente in Italia.
Punto terzo: il videogame è un nuovo motore economico, e l’Italia ha tutte le carte in regola per partiecipare. Per farlo, occorrono investimenti e la possibilità di importare alcuni dei best practice comuni all’estero, come ad esempio le agevolazioni fiscali per chi fa industria. Il settore privato ha una responsabilità e un ruolo importanti in questo frangente.
Quando si inizia e quanto costa?
I corsi dovrebbero iniziare il 12 gennaio. Il prezzo è di 7000 + IVA (pari a 8540 euro), 41 settimane di corso, 3 giorni alla settimana, 8.30/12.30. Al pomeriggio è aperto il laboratorio per fare pratica, e fare i compiti. Uno degli aspetti che più ci interessa comunicare, riguarda il fatto che chi esce dai nostri corsi avrà un portfolio di lavori. Abbiamo previsto la presenza di portfolio project, attività didattiche che permettono di arricchire il proprio portfolio e che spiegheranno come presentare un progetto a un produttore. Vorremmo che l’academy fosse una serra in cui sta sempre crescendo qualcosa, in cui la collaborazione creativa per stimolare la nascita di nuove idee sia fondamentale. I ragazzi devono incontrarsi, confrontarsi (anche con studenti di altri corsi) e permettere lo sviluppo di nuove idee. A tale scopo, verranno fatte delle attivirtà per stimolare questo tipo di collaborazione. Di solito la capacità di saper collaborare non è innata, non siamo abituati a lavorare con gli altri, e anche questa è una skill che si apprende all’Academy. Verranno organizzati degli eventi di networking in cui si possa far crescere la propria rete di contatti, ci saranno degli eventi pomeridiani con degli ospiti.
Verso metà del corso, quando le diverse competenze verranno messe assieme, un paio di progetti verranno caricati sulle community in rete per fare in modo che si possano rapportare col mercato. Il pubblico delle community scaricherà il prototipo dei ragazzi, ci giocherà e darà dei feedback immediati: i ragazzi si troveranno irrimediabilmente a “sbattere la testa” con la realtà del mercato e dei consumatori. I commenti del pubblico, inoltre, permettono di capire quale sia il mercato e quali siano i fattori che determinano il successo di un videogame. Nella creazione dell’academy si è cercato di ascoltare il mercato e di capire quali siano le reali esigenze.
Dove si trova la sede dei corsi?
A Milano, in via Labus 15/E (zona Inganni). Disponiamo di un edificio di 3 piani, con un rapporto alunni/docenti equilibrato, pari a 16/20 studenti per ogni corso. Il costo comprende una workstation con tutti i software e i materiali didattici (dispense, eccetera). Comprende la possibilità di accedere negli orari di apertura del laboratorio, e a tutti gli eventi sia presso la sede che in altre strutture (inclusa la sede di Digital Bros di via Tortona).
Dopo questa lunga chiacchierata con Geoffrey Davis, guardiamo con molta curiosità l’iniziativa di Digital Bros. Non si può certo negare il ruolo storico dell’azienda milanese nell’industria videoludica italiana, e l’esperienza di Train2Game è una sorta di garanzia nel campo dello sviluppo videoludico. Digital Bros Game Academy sembra avere le carte in regola per cambiare realmente le cose: questo primo anno sarà cruciale per scoprire se l’Italia potrà finalmente dire la sua anche nel campo didattico legato al mondo dei videogame, e l’Academy sarà una delle realtà che terremo d’occhio nei prossimi mesi. Siamo rimasti sinceramente colpiti dalla passione e dalle idee chiare di Geoffrey Davis, e non vediamo l’ora di ascoltare le prime opinioni degli studenti che parteciperanno a questa nuova avventura.