Fallout 76: che cosa ci svela la timeline della saga?

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Sappiamo pochissimo, di Fallout 76: Bethesda si è limitata a far sapere che il gioco sarà presentato nei suoi dettagli all’E3 2018, ma per quanto riguarda il gameplay i colleghi di Kotaku sono sicuri che ci troveremo di fronte a un multiplayer survival online, sulla scia di giochi come H1Z1. In questo approfondimento vogliamo però concentrarci sullo scenario narrativo del gioco e su dove si piazzerà nella timeline della serie, perché se il possibile esordio di un’esperienza multiplayer nelle wasteland di Bethesda rappresenterà sicuramente un taglio rispetto alla tradizione, ci sono indizi che fanno pensare che lo farà anche il suo contesto. E, di conseguenza, il gameplay.

La Grande Guerra Nucleare

Lo scenario post-apocalittico che caratterizza la serie Fallout è legato alla cosiddetta Grande Guerra Nucleare del 2077. Secondo la lore della saga, dopo crescenti tensioni negli anni precedenti sabato 23 ottobre 2077 i rapporti tra Stati Uniti e Cina precipitarono, con il risultato che le due nazioni scatenarono i loro missili atomici una contro l’altra. A partecipare ai bombardamenti, in breve, furono tutte le maggiori potenze atomiche del mondo, tra cui la rinata URSS, che scatenarono i loro arsenali. La guerra cominciò e finì nella stessa data: la sera del 23 ottobre 2077, il pianeta Terra disse addio alla civilizzazione così come l’aveva conosciuta, alla stragrande maggioranza dell’umanità e, anche a causa delle seguenti piogge radioattive, a moltissime specie animali e vegetali.

I sopravvissuti all’apocalisse furono in larga parte coloro che si nascosero nei Vault, rifugi antiatomici sigillati, al suonare delle sirene. Molti scambiarono però gli allarmi per una simulazione, con il risultato di non riuscire a tentare di mettersi in salvo. Tra i rifugi c’era anche il Vault 76, la cui costruzione preventiva era terminata nell’ottobre 2069. 

Un rifugio con cinquecento ospiti

I dettagli noti sul Vault 76, al momento dell’annuncio di Fallout 76, sono purtroppo molto pochi. A parte la data di costruzione, sappiamo che il Vault può ospitare fino a cinquecento persone, il che lascia supporre che, in caso di scenari interni (come quelli mostrati nel video), avremo a che fare con parecchi altri individui.

Sappiamo inoltre che il Vault 76 veniva indicato nella Cittadella di Fallout 3 come uno dei diciassette Vault di “controllo”, in riferimento al fatto che immagazzinasse dati per verificare l’andamento degli esperimenti svolti sugli abitanti degli altri Vault. Una caratteristica sicuramente non casuale e che con ogni probabilità sarà ripresa anche nel contesto di Fallout 76.
Il Vault 76 è anche famoso per essere quello che celebra i trecento anni degli USA: venne infatti inaugurato nel 2076, esattamente a trecento anni dal 1776 che vide, il 4 luglio, la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America. Un riferimento che Bethesda ha ripreso dalla lore già nota e che ha proposto anche in un fotogramma del trailer (minuto 0:48). 
Non è nota, invece, la posizione del Vault all’interno della mappa degli USA, anche se i riferimenti nella canzone usata nel teaser fanno pensare che potrebbe essere in Virginia.

Molto, molto, molto prima di Fallout 3 e Fallout 4

L’elemento più interessante tra quelli resi noti nel trailer è l’anno in cui si svolgerà Fallout 76: in apertura al teaser viene infatti mostrato un Pip-Boy, il cui datario indica che stiamo vivendo la mattina del 27 ottobre 2102. Si tratta di un riferimento che deve farvi venire più di un brivido radioattivo e che confermerebbe l’idea di un gioco di ispirazione survival, se pensiamo che la Grande Guerra Nucleare del 2077 è passata da soli venticinque anni.

Per fare un confronto, possiamo sottolineare che Fallout 3 era ambientato nel 2277, ben duecento anni dopo il conflitto atomico. Nonostante fosse passato così tanto tempo, i giocatori ricorderanno sicuramente gli scenari estremamente ostili della Zona Contaminata della Capitale, in cui una bottiglia di acqua non radioattiva valeva molto più dell’oro e in cui si respirava tutta la decadenza del genere umano. I più “speranzosi” Fallout: New Vegas e Fallout 4 sono invece ambientati rispettivamente nel 2281 e nel 2287, e propongono un mondo post-apocalittico forse un po’ meno severo, ma ancora crudele e ricco di aree impraticabili per l’uomo.
Alla luce di quanto ci dicono questi tre episodi precedenti, possiamo dedurre che lo scenario di gioco di Fallout 76 sarà estremamente radioattivo. I duecento anni trascorsi dal conflitto in Fallout 3 hanno restituito una Terra che mastica gli umani e li sputa via, tra Death Claw famelici e una disperata legge del più forte: di conseguenza, i venticinque anni che separeranno Fallout 76 dal giorno dell’apocalisse ci porteranno a vagare in lande che non sono mai state così aspre e severe prima.
Questo contesto influenzerà inevitabilmente il gameplay e, come accennavamo, sembra andare di pari passo con l’indiscrezione lanciata da Kotaku, che ha parlato di un gioco di ruolo online in cui ciò che conterà sarà sopravvivere. Alle mutazioni, alla radioattività e a tutte le altre conseguenze dell’implosione della teoria della distruzione mutua assicurata.

Mentre continua a supportare The Elder Scrolls Online, sembra che Bethesda sia intenzionata ad affiancare al suo gioco di ruolo ambientato a Tamriel una nuova esperienza online persistente, che ci porterà però nell’universo di Fallout. Gli indizi narrativi che ci ha svelato il primo teaser di Fallout 76 ci lasciano pensare che vivremo in un mondo altamente nuclearizzato, e anche il fatto che il Vault 76 sia uno di quelli preposti al controllo degli altri rifugi (e dei loro inquietanti esperimenti) non può essere un caso.

Possiamo solo aspettare la conferenza Bethesda all’E3 2018, che si terrà alle 3.30 del mattino dell’11 giugno, per scavare più in profondità sotto i primi dettagli di Fallout 76, con in mente una consapevolezza: la guerra non cambia mai, ma Fallout potrebbe essere pronto a farlo.

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