Quella di Dofus e, più in generale, di Ankama è una bella storia. Nata come piccolo sviluppatore indipendente quando ancora il termine “indie” non era nel vocabolario di tutti, questa azienda dell’estremo nord est della Francia è cresciuta sino a diventare un’importante realtà con oltre 500 dipendenti, con sedi in diversi paesi e con prodotti che spaziano dai videogiochi ai fumetti, al merchandise e a una fortunata serie televisiva a cartoni animati. Insomma, quella di Ankama è anzitutto la storia di un successo planetario, che dalla terra del film “Giù al Nord” si è estesa in tutta la Francia, in Canada e nel resto del mondo.
Dofus è indubbiamente la punta di diamante delle loro numerose produzioni. Un gioco che ha saputo sin da subito attirare un buon numero di giocatori grazie a una relativa immediatezza, a una splendida art direction – fiore all’occhiello di Ankama – e a un target particolarmente azzeccato. A differenza di tanti titoli MMO, infatti, Dofus ha saputo toccare le corde del pubblico più giovane, ricavandosi una nicchia in un mercato relativamente scoperto e facendolo con una qualità mantenutasi costante nel tempo. Elementi che, indubbiamente, danno ragione anche alle scelte più recenti di Ankama di cambiare il proprio gioco e di svecchiarlo.
Così, dopo il ribaltone della versione 2.0 di Dofus, qualche giorno fa ci siamo ritrovati negli studi parigini dell’azienda per scoprire le ultime novità nel mondo di questo gioco, lanciandoci in una straordinaria caccia al tesoro che ci ha portato a mandare in crisi noi, i nostri colleghi e persino qualche dipendente della società.
Chi cerca trova
L’aggiornamento 2.19 di Dofus introduce diverse novità, tra cui spicca una caccia al tesoro. Si tratta di una funzionalità riservata ai giocatori di livello superiore al ventesimo, e organizzata in modo tale da diventare una sorta di gioco parallelo a Dofus. Non c’è davvero molto da dire sulle regole di questa nuova modalità: è una caccia al tesoro nuda e cruda, in cui è necessario raggiungere un luogo e seguire le indicazioni per trovare il premio finale.
Per accedere alla caccia al tesoro è necessario raggiungere una determinata area, dove un gentile NPC ci offre una serie di quest da una lista, ognuna con un livello di difficoltà differente. Nella nostra prova, consci dei nostri limiti, abbiamo optato per il livello più facile. Ci è stato indicato di raggiungere un determinato luogo sulla mappa, quindi di seguire indicazioni piuttosto vaghe. Nello specifico, ci viene indicata una direzione da seguire fino a un punto in cui si trova un elemento particolare dell’ambiente. Per esempio, ci è stato chiesto di spostarci verso nord fino a trovare un ciocco di legno con un’ascia, il tutto in una mappa boschiva che ha richiesto più tempo del previsto. La caccia al tesoro è laboriosa, richiede concentrazione, capacità di saper decifrare i dettagli dell’ambiente e una buona dose di pazienza.
Abbiamo impiegato almeno un quarto d’ora per concludere la caccia al tesoro più semplice, il tutto per un bottino piuttosto magro. Eppure, la caccia al tesoro offre numerosi incentivi, tra cui una manciata di punti esperienza che – a detta degli sviluppatori – la rendono una sorta di gioco parallelo a Dofus. In altre parole, un giocatore particolarmente ispirato da questa modalità potrebbe progredire in Dofus soltanto portando a termine cacce al tesoro, livellando il proprio personaggio e portandolo al level cap combatendo solo la battaglia contro lo scrigno magico che cela il tesoro e che conclude ogni caccia. Una situazione estrema, certo, ma che descrive l’idea di rendere questa modalità qualcosa di interno e contemporaneamente esterno al gioco. Curioso e molto divertente.
La modalità continua a fornire missioni in maniera procedurale. Ovvero, non è possibile per un giocatore trovare due cacce al tesoro identiche fra loro: ognuna si svolge in luoghi diversi della mappa, con indicazioni sempre diverse e lunghezze, difficoltà e premi varibili. Il gameplay può dunque andare avanti all’infinito, una caratteristica che potrebbe rendere questa modalità davvero assuefante per i giocatori particolarmente coinvolti.
Le dimensioni divine
Il mondo di Dofus è governato da diverse divinità, le quali albergano in piani paralleli al mondo del gioco, dette Dimensioni Divine. Una di queste è accessibile grazie alla patch 2.19 del gioco: si tratta dell’Anutrorado, piano del Dio-Anutrof e dimensione legata al denaro. Questo scenario è letteralmente ricoperto d’oro, e il gameplay viene profondamene modificato dall’aggiunta di due bonus e due malus casuali, che il giocatore acquisisce nel momento esatto in cui accede nell’Anutrorado. Gli scontri qui sono strutturati a orde di difficoltà crescente, e in caso di morte si è costretti a ricominciare dall’inizio. Appare evidente la necessità di prepararsi all’ingresso nella dimensione divina. Il vero problema, però, è accedervi.
Gli sviluppatori hanno infatti escogitato un sistema davvero curioso per consentire l’accesso alla dimensione divina: per entrare nell’Anutrorado si deve acquisire una quest, la quale ci richiede di trovare un portale. Fin qui nulla di strano, se non fosse che questo portale può essere utilizzato solo per 30 volte da tutte le persone presenti sul server di gioco. Nel momento in cui il trentesimo giocatore ha attraversato il portale, questo cambia posizione e si sposta in un punto random della mappa. I giocatori con la quest di ricerca del portale ancora attiva potrebbero giungere nel luogo richiesto e non trovare il portale, trovandosi quindi costretti a tornare indietro e ricominciare la quest da capo. La posizione del portale è uguale per tutti, di conseguenza un giocatore potrebbe avvisare i propri amici in merito alla posizione del portale e attraversarlo “in squadra”, lasciando parecchi giocatori a bocca asciutta. Abbiamo scherzato con gli sviluppatori defininendo questo sistema un tantinello “perverso”, suscitando le loro risate (e, sotto sotto, una tacita ammissione).
Il nuovo aggiornamento 2.19 di Dofus è già disponibile, e nonostante le novità siano solo due, sono potenzialmente in grado di arricchire l’esperienza in una maniera considerevole. Se consideriamo che le Dimensioni Divine sono dodici, vi è la possibilità potenziale di espandere l’idea nelle prossime iterazioni del gioco. La caccia al tesoro, inoltre, è davvero divertente (per quanto semplice) e potrebbe davvero creare una nicchia di giocatori appassionati solo di questa modalità. Il successo di Dofus è indubbiamente frutto anche di queste idee, e crediamo che questo piccolo gioco sviluppato in flash potrà riservarci altre sorprese in futuro.