A poco meno di due anni dal lancio, Diablo III ha subito un pesantissimo aggiornamento volto a migliorare quelle criticità che secondo molti hanno reso il titolo un vero e proprio buco nell’acqua. Il fardello dell’enorme aspettativa creatasi dopo il secondo indimenticato capitolo della serie è sembrato a tratti insostenibile. Diablo II è stato mitizzato da ogni videogiocatore che si rispetti come uno dei migliori titoli mai usciti su PC, e il tempo ha contribuito ad esaltarne i lati positivi a discapito di difetti ormai sbiaditi dalla memoria di ognuno. Insomma, col passare degli anni era diventato la perfetta incarnazione del genere hack ‘n’ slash alimentando hype a livelli improponibili per il successivo capitolo. In Diablo III lo stile infinito di Blizzard trasuda prepotente ad ogni frame ammaliando gli occhi del giocatore con una direzione artistica superlativa, accompagnata da una campagna longeva e coinvolgente che sfocia inevitabilmente nell’epico scontro finale per salvare l’umanità. Non tutto, però, è stato rose e fiori. Il grande colpevole del disastro della release è stato il loot system, pieno di oggetti deboli e dalla dubbia utilità che, affiancato da una Casa d’Aste in breve tempo fuori controllo, ha di fatto snaturato l’intero titolo attirando le ire dei giocatori di vecchia data.La casa di Irvine, però, non è rimasta con le mani in mano, lavorando senza sosta per correggere il tiro e offrire ai giocatori quell’esperienza profonda ed esaltante che è lecito aspettarsi dal successore di Diablo II. Il tutto si è concretizzato in una patch gigantesca che ha ridefinito l’intera esperienza di gioco. All’alba della prima corposa espansione, abbiamo ripreso in mano il titolo Blizzard rimanendo letteralmente shockati. Bentornato Diablo, quanto mi sei mancato.
Loot System 2.0Spulciando in alcuni forum in giro per la rete, una discreta fetta di giocatori è rimasta ancorata sulle loro posizioni, bistrattando il titolo e definendo “piccoli” i cambiamenti apportati dal nuovo aggiornamento, ma agli occhi di chi vi scrive, le novità introdotte dalla patch 2.0.1 sono ben lungi dal concetto di banale o marginale. Blizzard ha modificato profondamente il sistema di gioco, partendo proprio dal Loot System, essenziale in un titolo del genere. Il primo passo è stato rimuovere la Casa d’Aste in entrambe le sue declinazioni, vero e proprio passo più lungo della gamba per gli sviluppatori. Se il proposito era quello di incoraggiare l’interazione tra i giocatori attraverso lo scambio di oggetti non utilizzati, nella realtà si è creato un modello distorto che da una parte ha visto i prezzi schizzare alle stelle in pochissimo tempo, e dall’altra ha completamente demotivato i giocatori, sicuri di trovare qualcosa di più potente con cui equipaggiarsi spendendo soldi reali o virtuali. L’apertura delle aste ha ammazzato il concetto stesso di loot, togliendo al giocatore qualsivoglia senso di realizzazione che non fosse legato al progredire del livello del suo personaggio. Una volta raggiunto il sessanta, però, rimaneva ben poco da fare: dedicare decine e decine di ore al farming nell’end game non portava a nulla, se non a un incremento marginale delle statistiche, portando alla luce tutte le limitazioni di questo sistema, capace di compromettere l’intera esperienza di gioco. Ma grazie al cielo, con la patch 2.0.1. la musica è cambiata.Come prima cosa, il loot 2.0, com’è stato ribattezzato dagli sviluppatori, ha rivisto il sistema si statistiche di ogni singolo oggetto: ora ce ne sono di due tipi ognuna con utilità differenti. Le statistiche primarie mettono in evidenza i valori come velocità d’accatto, armatura, vitalità e bonus legati alla potenza o alla classe del personaggio andando ad impattare direttamente sul trittico danno, tempra, guarigione. Le secondarie invece sono più generiche, ma ugualmente utili considerando che donano bonus di esperienza, oro o una maggiore probabilità di ritrovare oggetti magici. Già con questa primo assaggio, si capisce come gli sforzi di Blizzard siano indirizzati alla creazione di un sistema che si adatti prima di tutto al personaggio scelto dal giocatore, prediligendo di conseguenza gli oggetti utili al nostro alter ego virtuale in termini di statistiche e bonus. A questo si lega la maggior probabilità di ritrovare oggetti rari una volta affrontati gli scontri più ostici, per un senso di gratificazione che mai avevamo provato prima.
Di nuovo in campoDevo ammettere che riprendere in mano il mio vecchio mago dopo un discreto tempo di inutilizzo, causa i difetti di cui sopra, mi ha lasciato lì per lì un po’ disorientato. L’equipaggiamento del tutto inadeguato per via del vecchio sistema di loot ha necessitato un po’ di combattimenti prima di essere nuovamente adatto alla brutalità richiesta dai livelli di difficoltà più alti, ma una volta fatti gli opportuni aggiustamenti, ero perfettamente in grado di prendere a calci i mostri che infestano Sanctuarium. Giocando mi sono ritrovato molte più volte a visitare l’inventario per modificare l’equipaggiamento, segno che il nuovo sistema funziona ed è calibrato in maniera sensata seguendo statistiche e classe del giocatore. Oltre agli oggetti rari, vengono droppati con più generosità parti di equipaggiamento con uno o più castoni per l’aggiunta di pietre preziose, aprendo ulteriori porte alla personalizzazione con i bonus dati dai gioielli lavorati da Shen. Forse è proprio lo spaesamento iniziale che richiede un minimo di lavoro per riportarsi al passo con il nuovo loot la criticità più evidente di questo aggiornamento, che però si porta con sé una serie di notevoli miglioramenti da far pensare che questo doveva essere il vero Diablo III fin dal suo esordio. Ardente di curiosità, grazie al 50% di punti esperienza aggiuntivi disponibili fino al lancio di Reaper of Souls e all’infido effetto droga marchio di fabbrica di ogni titolo Blizzard, in un paio di giorni ho preso per mano un nuovo barbaro hardcore, che per la cronaca ho chiamato Attila, menando i polpastrelli sulla tastiera fino a farmi male per portarlo al livello 60. È stata una cavalcata esaltante ad appassionante. Il nuovo loot system e l’aggiustamento dinamico del livello di difficoltà hanno permesso al mio sbabbaro di affrontare combattimenti sempre impegnativi e appaganti, entrando in possesso di più oggetti leggendari di quanti ne abbia mai visti in precedenza. Giocando nei vari atti ho potuto notare come abbiano ricevuto notevoli benefici dagli aggiornamenti anche i mercanti e il fabbro, entrambi capaci rispettivamente di vendere e forgiare parti di equipaggiamento più in linea con le esigenze del momento, elevandoli dallo stato di meri figuranti a cui erano relegati precedentemente.
Altri cinque motivi per correre subito su Battle.netLe modifiche apportate ai livelli di eccellenza danno letteralmente nuove linfa all’end-game. La patch 2.0.1 toglie il level cap ai paragon che ora sono legati direttamente all’account del giocatore e sono condivisi tra tutti i suoi personaggi, con l’unica distinzione tra eroi normali e hardcore. Una volta sbloccati i livelli di eccellenza con un personaggio normale, questi saranno disponibili anche per gli altri personaggi normali ma non per gli hardcore, e viceversa. I livelli non si limitano ad aumentare le probabilità di ottenere oggetti rari, ma si traducono in punti da spendere in quattro categorie diverse, per incrementare a piacimento le abilità dell’eroe.La curva di difficoltà dinamica fa si che i nemici crescano in potere e abilità insieme al proprio personaggio, garantendo sempre un livello di sfida più che stimolante. Nel caso diventasse tutto troppo semplice, possiamo aumentare la difficoltà senza dover per forza portare a termine la campagna per sbloccarne il livello successivo. Normale, difficile ed esperto sono presenti fin da subito, mentre Maestro e i sei livelli di Tormento, si sbloccano con il progredire della campagna. Anche in questo caso, basta sbloccarli con un personaggio per renderli disponibili per tutti.Vagando per i dungeon ed esplorando scrigni e forzieri può capitare di dare inizio ad eventi speciali che premiano il giocatore con punti esperienza, oro e oggetti aggiuntivi se portati a termine soddisfacendo determinate condizioni. Questi eventi offrono una buona varietà di sfide, che vanno dall’uccidere un certo numero di nemici nel poco tempo a disposizione, al sopravvivere ad ondate di mostri sempre più potenti. Le ricompense sono molto allettanti e la speranza di trovarli in giro per i la mappa è un ottimo motivo per continuare ad esplorarle.Anche la community è stata pesantemente rivista. I Clan sono pensati per ospitare pochi giocatori solamente su invito, permettendogli di chattare su un canale privato, condividere informazioni e controllare statistiche, equipaggiamento e imprese degli altri membri. Le Comunità invece sono più ampie e raggruppano persone per i motivi più disparati come ad esempio giocare con eroi della stessa classe oppure vivere nella stessa area geografica. Il tutto ovviamente per incoraggiare una più genuina interazione tra i giocatori, lo scambio di informazioni e il gioco in cooperativa, per il quale Blizzard ha sempre dimostrato un occhio di riguardo.E poi rimane tutto il resto. Seriamente. Ci sono tantissime novità introdotte dalla patch 2.0.1 che hanno letteralmente fatto rinascere Diablo III. Il nostro consiglio rimane ovviamente quello di ritornare a Sanctuarium, e godervi le nuove corpose modifiche in attesa dell’arrivo del Crociato, della modalità avventura e del nuovissimo quinto atto.
Francamente, la patch 2.0.1 ci ha consegnato il Diablo III che avremmo voluto vedere all’uscita, consacrandolo a degno successore dell’indimenticato secondo capitolo. Il Loot System 2.0 è complesso e appagante, tiene conto della classe del personaggio e non lesina nell’offrirci oggetti di reale interesse nell’economia del nostro equipaggiamento. La difficoltà dinamica e facilmente modificabile mantiene sempre il giusto livello di sfida, mentre il sistema di paragon dona nuova linfa vitale al titolo una volta raggiunto il level cap. Non vi resta che connettervi a battle.net, scaricare la patch e tuffarvi nuovamente a capofitto nelle terre di Sanctuarium.