Los Angeles – I nostri lettori più fedeli ricorderanno l’anteprima di Destiny che vi abbiamo proposto direttamente dagli studi di Bungie a Bellevue, negli Stati Uniti. Risale allo scorso febbraio, mese che ci ha visti partecipare all’evento di presentazione di un titolo sul quale Activision ha voluto puntare con grande decisione, e con un pizzico di sfrontatezza. Bisogna apprezzare il coraggio di una compagnia nel puntare tanto su una sola produzione, ma poi si vede il gioco in movimento, e si capisce il perché dell’audacia. Dopo avere visto Destiny per la prima volta in tutto il suo splendore, siamo stati invitati ad intervistare Harold Ryan, Presidente di Bungie, per sapere direttamente da lui qualche dettaglio sul progetto.
Spaziogames: Aspettavamo tutti di vedere le prime immagini di gameplay, come mai la scelta di mostrarle durante la conferenza Sony?
Harold Ryan: Ci sono due motivi principali, il primo è che abbiamo siglato un accordo con Sony per la distribuzione di contenuti esclusivi per la versione PlayStation 4 di Destiny, ed il secondo è che, dopo tanti anni nei quali abbiamo condiviso il palco di Microsoft, era bello cambiare!
SG: Puoi spiegarci come funziona esattamente il matchmaking?
HR: Immagina una bolla che segue il giocatore istanziando il mondo attorno a lui: a seconda dei casi, si potrà scegliere di invitare degli amici in questa bolla, oppure di affrontare le missioni in solitaria. Ci sono delle aree del mondo di gioco, però, nelle quali il software inserisce automaticamente un determinato numero di giocatori, grazie ad un sistema di matchmaking invisibile e privo di caricamenti per gli utenti. In Queste aree pubbliche potrà capitare di imbattersi in eventi casuali per i quali sarà necessario collaborare con i vari giocatori presenti, ma si tratta di zone talmente ampie che non si sarà mai obbligati a parteciparvi. Per darti un’idea della scala del mondo, immagina centinaia di queste aree pubbliche, è veramente enorme.
SG: Il fatto che ci sia sempre un numero di utenti da raggiungere in determinate aree non pone dei problemi in termini di bilanciamento delle classi?
HR: In realtà ogni classe è egualmente efficace in ogni situazione, non abbiamo un sistema che relega alcune di queste in determinati ruoli precludendone altri. Un gruppo composto da soli Titan, per esempio, avrà le stesse possibilità di uno più eterogeneo, visto che la scelta della classe preferita sarà più che altro basata su preferenze estetiche e di gameplay, che sull’effettivo ruolo.
SG: Durante la demo abbiamo visto che saranno presenti delle specie di poteri magici, puoi dirci qualcosa di più a riguardo?
HR: Al momento non abbiamo ancora nessun nome ufficiale per quei poteri, e non posso rivelarti la loro origine a livello narrativo. Quello che posso dire è che si tratterà di mosse molto efficaci che richiederanno il caricamento di un determinato indicatore nel tempo.
SG: Le immagini di Destiny sono state tra le più convincenti di questo E3, è stato difficile raggiungere tale livello di dettaglio?
HR: Sicuramente non è stata una passeggiata, sono più di cinque anni che ci lavoriamo! I nostri artisti sono molto talentuosi, abbiamo deciso di dargli molta libertà di esplorare nelle direzioni preferite, andando una volta completamente verso il fantasy, e un’altra in direzione dello sci-fi. Poi, con le varie opzioni a disposizione, abbiamo trovato le caratteristiche di ognuna per mescolarle in quello che vedi oggi.
SG: Destiny ha l’ambizione di rappresentare il prossimo passo evolutivo per gli sparatutto in soggettiva, da dove viene tanta sicurezza?
HR: Lo sviluppo di Destiny sta seguendo un cammino molto simile a quello che abbiamo percorso con Halo: ci guardiamo attorno e individuiamo gli elementi di gameplay che ci piacciono veramente, cercando allo stesso tempo di capire cosa ci manca. Quando abbiamo incominciato a creare Destiny ci sembrava chiaro che mancassero cooperazione e condivisione tra gli utenti, non è facile incontrare virtualmente le persone e condividere con loro delle esperienze importanti che vadano oltre una semplice partita.
Destiny è tra i titoli più interessanti presentati all’E3 duemilatredici, ha saputo conquistarci con il suo gameplay insieme familiare ed innovativo, e con la sua direzione artistica di altissimo profilo. Certo non abbiamo potuto metterci le mani in prima persona, e dobbiamo così rimandare un giudizio sull’effettiva giocabilità, ma l’impressione è che il successo sia decisamente alla portata della produzione Bungie.