Bellevue – La presentazione di Destiny ha delineato un progetto complesso ed articolato, lasciando però molte zone d’ombra tra le informazioni rese pubbliche. Una successiva conferenza stampa ci ha permesso di entrare un po’ più nello specifico, anche se alle domande più precise sono sempre seguite risposte elusive, segno che il momento per scoprire le carte non è ancora arrivato. Qualcosa però è trapelato dalle dichiarazioni di Bungie ed Activision, vediamolo insieme.
Social gaming
Un primo aspetto sul quale è interessante cercare di fare chiarezza è l’effettivo peso della componente sociale, si tratta di un gioco multiplayer o le interazioni sono limitate a determinati momenti? “Per noi la cosa più importante è il viaggio di ogni singolo giocatore”, ci ha detto Jason Jones, “posso fare un esempio interessante per chiarificare: poniamo che io stia giocando da solo facendo una missione che mi porta verso uno spazio aperto, arrivato sul posto mi accorgo che qualcosa sta già succedendo, c’è un gruppetto di giocatori circondato dagli alieni e ho l’impressione che non dureranno ancora molto. Ho due scelte: continuare per la mia strada, oppure aiutarli, e magari condividere con loro i miei obiettivi ed aiutarli nei loro. C’è un’analogia che funziona molto bene per spiegare il funzionamento di questo meccanismo, immaginiamo che il giocatore sia come un telefono cellulare che, seguendo una persona che si sposta, continua ad agganciarsi e sganciarsi da diverse celle di segnale. Ecco, proprio come i cellulari i giocatori entreranno ed usciranno dalle aree comuni senza accorgersi del passaggio, senza il minimo caricamento”. Si tratta di una prospettiva senza dubbio interessante, l’obiettivo degli sviluppatori è quello di favorire l’interazione e la comunicazione tra i vari giocatori, sia via chat vocale, che via emoticons, valorizzando il concetto di incontro. Secondo Bungie, infatti, l’emozione che deriva dall’incontro di un altro essere umano mentre si è intenti a seguire una missione in solitaria non scemerà dopo le prime volte, ma sarà sempre occasione di rendere vivo un mondo altrimenti animato solo da routine comportamentali artificiali.
Nuove tecnologie
Dal punto di vista tecnico si sono presentate delle sfide particolarmente ostiche per gli sviluppatori, del resto studiare un sistema di matchmaking capace di gestire una struttura molto flessibile non è cosa facile. Il sistema è pensato per attivarsi quando i giocatori entrano in un’area comune, collegando la nostra partita a quella di qualcun’altro e permettendo così l’incontro. Non ci è ancora dato sapere quanti giocatori siano supportati contemporaneamente, gli esempi fatti durante la presentazione facevano pensare a numeri tutto sommato bassi, inferiori a dieci, ma non escludiamo la possibilità che ci siano aree particolari che mettano in contatto compagini più ampie. “Ci sono molti modi per creare un matchmaking che funzioni a dovere, come azienda noi abbiamo sempre avuto un particolare riguardo verso gli elementi sociali in mondo da renderli sia interessanti che sicuri, per il momento non possiamo dare dettagli, ma stiamo creando un sistema il più solido possibile”. Non solo sfide a livello network però, per rimanere a sul piano della tecnica dobbiamo registrare tanti passi avanti anche nella direzione degli strumenti di sviluppo, con la nascita di Grognok. Si tratta di un tool particolarmente intuitivo che ha permesso ai tecnici di lavorare a stretto contatto con gli artisti, così da sfruttarne la sinergia di competenze: “Non importa che ruolo tu ricopra in Bungie, tutti raccontiamo una storia, anche i giocatori, anzi, le loro saranno le storie più importanti, leggende personali basate sulle loro esperienze condivise. Di più, i giocatori più avanzati nella loro progressione personale avranno un impatto diretto sul mondo di gioco, come questo avverrà però è ancora un segreto”.
Basta che sia online
Non solo il “come” rimane ancora coperto dal mistero, anche sul “quando” non ci sono punti chiari. Non è esclusa un uscita nel corso del 2013, ma ci è sembrato che questa venisse considerata come un’eventualità poco probabile, anche alla luce di continui riferimenti alla prossima generazione di piattaforme: “Destiny arriverà sicuramente su PlayStation 3 ed Xbox 360, ma ci siamo resi conto che raccontando una storia così articolata come la nostra dobbiamo essere sicuri di essere pronti per il futuro, per le prossime console e non solo. Non vogliamo essere legati ad una sola piattaforma, vogliamo essere ovunque siano i giocatori, anche tramite applicazioni speciali studiate per il mondo mobile”. Il fatto di avere un piano così ad ampio raggio, però, potrebbe portare con se il rischio di una dispersione sul fronte della narrativa, con storie infinite e spezzettate, ma Bungie ha pensato anche a questo: “Quando parliamo di un piano decennale non intendiamo dire che si tratterà di una storia senza fine, anche se ancora non sappiamo se ci sarà un termine finale al mondo di Destiny, è chiaro che ci saranno diverse trame che raggiungeranno un punto fermo”.Bungie è molto chiara nella sua definizione di Destiny, secondo gli sviluppatori si tratta del prossimo passo per gli sparattutto, della loro evoluzione, del titolo che detterà un nuovo corso in direzione di mondi persistenti. Una delle conseguenze di questo nuovo approccio al genere è la necessità di essere sempre connessi ad internet per giocare, anche quando si sta affrondando la modalità storia. Le ragioni di questa scelta sono abbastanza intuitive, del resto come sarebbe possibile far incontrare i giocatori nelle aree comuni se le console non fossero connesse, ma d’altro canto è una scelta che presuppone un’alfabetizzazione digitale non sempre presente, anche se certamente auspicabile.
Durante la conferenza stampa di Bungie ed Activision non sono mancate le domande, sono le risposte ad essere state evasive. Certo, qualcosa abbiamo scoperto, ma su molti aspetti della nuova pruduzione dei creatori di Halo rimane un velo di mistero. Probabilmente all’E3 di Los Angeles scopriremo qualcosa di più concreto, mentre per ora non ci resta che darci appuntamento ai prossimi giorni per un altro approfondimento su quanto visto in America.