I Nove. Enigmatiche figure sparse per la galassia di Destiny. Si dice che siano Spettri che una volta esser rimasti orfani dei propri Guardiani abbiano trovato una nuova forma in cui incarnarsi. Nulla però è certo, se non che questi essere quasi sovrannaturali ci chiameranno a raccolta per portare a termine una sfida impegnativa: vincere sette partite all’interno di quella che è la loro giostra; Le Prove dei Nove. In termini concreti, le Prove (o Trials, come piace dire agli anglofoni) sono il game mode di Destiny che spinge al massimo le potenzialità competitive del Crogiolo. Si gioca 4vs4 e in modalità che si alterano fra Sopravvivenza e Detonazione. Anche le mappe dovrebbero essere diverse: oltre a quella esclusiva ambientata nelle Terre Ignote dell’Eternità, abbiamo giocato anche su Altare delle Fiamme, prima che venisse rimossa dalla playlist per via di un bug che presumiamo venga presto sistemato. Ad ogni modo il concetto è semplice: vincere senza perdere. Arrivare a portare a termine il flawless (letteralmente senza errori, quindi senza sconfitte. Trovate la replica della nostra live proprio in quest’articolo) vi darà diritto a riscuotere tutta una serie di ricompense esclusive dall’Emissaria dei Nove sul Terzo Pinnacolo, un luogo distante sia nel tempo che nello spazio. Dal punto di vista della lore, questa modalità ne è totalmente orfana, non nel senso che non ci sia, ma nel senso che non viene spiegata. Non ci viene detto perché dobbiamo partecipare alle Prove e, soprattutto, cosa vogliono i Nove. Come al solito c’è modo per per approfondire la questione, purtroppo però molti giocatori si perderanno delle chicche che se raccontate in maniera diretta sicuramente sarebbero state più entusiasmanti da vivere.
Le Prove dei Nove esaltano (nel bene e nel male) le caratteristiche del Crogiolo di Destiny 2. Da una parte divertenti e stimolanti, dall’altra troppo legate a un meta-game che non lascia spazio a diversificazioni in termini d’approccio. Riuscito anche il sistema di ricompensa che gratifica e sprona ad andare fino in fondo, rinunciando al sistema “a biglietto” delle Prove di Osiride. Ad oggi è comunque un aspetto riuscito del titolo, che permette di buttarsi in un’attività differente e ben remunerativa legata al comparto PvP che, ripetiamo, è uno degli aspetti positivi della produzione.