Destiny 2, le Prove dei Nove

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a cura di YP

I Nove. Enigmatiche figure sparse per la galassia di Destiny. Si dice che siano Spettri che una volta esser rimasti orfani dei propri Guardiani abbiano trovato una nuova forma in cui incarnarsi. Nulla però è certo, se non che questi essere quasi sovrannaturali ci chiameranno a raccolta per portare a termine una sfida impegnativa: vincere sette partite all’interno di quella che è la loro giostra; Le Prove dei Nove. In termini concreti, le Prove (o Trials, come piace dire agli anglofoni) sono il game mode di Destiny che spinge al massimo le potenzialità competitive del Crogiolo. Si gioca 4vs4 e in modalità che si alterano fra Sopravvivenza e Detonazione. Anche le mappe dovrebbero essere diverse: oltre a quella esclusiva ambientata nelle Terre Ignote dell’Eternità, abbiamo giocato anche su Altare delle Fiamme, prima che venisse rimossa dalla playlist per via di un bug che presumiamo venga presto sistemato. Ad ogni modo il concetto è semplice: vincere senza perdere. Arrivare a portare a termine il flawless (letteralmente senza errori, quindi senza sconfitte. Trovate la replica della nostra live proprio in quest’articolo) vi darà diritto a riscuotere tutta una serie di ricompense esclusive dall’Emissaria dei Nove sul Terzo Pinnacolo, un luogo distante sia nel tempo che nello spazio. Dal punto di vista della lore, questa modalità ne è totalmente orfana, non nel senso che non ci sia, ma nel senso che non viene spiegata. Non ci viene detto perché dobbiamo partecipare alle Prove e, soprattutto, cosa vogliono i Nove. Come al solito c’è modo per per approfondire la questione, purtroppo però molti giocatori si perderanno delle chicche che se raccontate in maniera diretta sicuramente sarebbero state più entusiasmanti da vivere. 

A caccia della gloria
Inutile dire che per giocare le Prove dei Nove c’è bisogno di un fireteam di quattro persone: il matchmaking dovrebbe creare partite con squadre che condividono più o meno le stesse statistiche; se siete forti troverete avversari validi e viceversa. L’esperienza è divertente e appagante, soprattutto perché vi obbligherà a studiare tattiche da applicare nel migliore dei modi che andranno poi adattate alla situazione. Il set-up migliore che abbiamo potuto sperimentare coinvolge soprattutto Cacciatore e Titano, nello specifico Predatore della Notte e Assaltatore. Il primo perché dotato della schivata che rende invisibili e la Freccia che permette di incatenare più avversarsi. Queste abilità sono molto efficaci in modalità dove gli avversarsi tendono a sfruttare il teamshot e stare quindi molto vicini: una super usata in modo adeguato e potrete eliminare l’intero team avversario. Il Pugno della Distruzione allo stesso modo è efficace contro gruppi di nemici molto ravvicinati, quindi ottimo in queste Prove dei Nove. In termini di armi spadroneggiano fucili da ricognizione e armi da supporto, nello specifico il MIDA e l’Ultimo Ballo, oppure l’Ultima Speranza. Se vogliamo trovare un difetto nella costruzione delle trials è proprio questo: poca varietà di armi e diretta conseguenza di poca possibilità di diversificare l’approccio. Più che delle Prove però il problema è dello stato attuale del Crogiolo: il meta-game è questo e fino a che il prossimo aggiornamento non mescolerà le carte in tavola le dinamiche rimarranno queste. In definitiva possiamo dire che le Prove dei Nove continuano sulla falsa riga delle Prove di Osiride, escludendo solo l’acquisto del biglietto d’ingresso e relative taglie, a favore di un metodo più immediato e remunerativo. Portare a termine le sette vittorie senza alcuna sconfitta vi darà diritto ad un emblema esclusivo; per le ricompense invece basterà vincere sette match senza perderne più di tre.

Le Prove dei Nove esaltano (nel bene e nel male) le caratteristiche del Crogiolo di Destiny 2. Da una parte divertenti e stimolanti, dall’altra troppo legate a un meta-game che non lascia spazio a diversificazioni in termini d’approccio. Riuscito anche il sistema di ricompensa che gratifica e sprona ad andare fino in fondo, rinunciando al sistema “a biglietto” delle Prove di Osiride. Ad oggi è comunque un aspetto riuscito del titolo, che permette di buttarsi in un’attività differente e ben remunerativa legata al comparto PvP che, ripetiamo, è uno degli aspetti positivi della produzione.

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