Destiny 2 ci sta monopolizzando le giornate. Esplorare tutto l’universo creato da Bungie è un’attività che richiede tempo e sacrifico. Se al gusto esplorativo ci unite poi la necessità di accrescere il livello del Guardiano, allora otterrete il quadro completo della situazione. Una volta finita la campagna e aver assaggiato alcune delle possibilità end-game, qualche giorno fa è stato lanciato il nuovo Raid e sei giocatori, il particolare game mode che in qualche modo rappresenta il culmine della produzione in termini di PvE. Sono un giocatore di vecchia data; uno di quelli che gioca dal day one del primo capitolo di Destiny e che ha spolpato in ogni salsa possibile tutte le vecchie incursioni. Dopo un’ottima partenza con La Volta di Vetro, Bungie ha un po’ abbassato la qualità produttiva, proponendo contesti poco riusciti e che prestavano il fianco a molte critiche. Dalla Fine di Crota, alla Caduta di un Re, finendo con Furia Meccanica, quest’ultimo forse il più riuscito assieme alla storica Vault of Glass. Il segreto di un’incursione riuscita è sempre stato quello di saper fondere game design e lato artistico. Insomma una sfida impegnativa da giocare e straordinariamente bella da vivere. In Destiny 2 Il Levitano arriva carico di tutte queste premesse e promesse: lo abbiamo completato diverse volte, in modo da poter arrivare a un parere il più definito possibile. Ecco cosa ne pensiamo.
Un’esperienza riuscita a metà
I Guardiani dovranno recarsi sul Levitano per uccidere Calus, il potente imperatore Cabal a capo della Legione Rossa. Qui emergono subito i primi difetti: il raid non è direttamente ed esplicitamente contestualizzato all’interno della storia, in nessun modo. Non c’è una cutscene introduttiva o spiegazione di nessun genere. Le uniche informazioni sono reperibili in un artbook della Collector’s Edition e questa cosa ci ha lasciato un po’ basiti. Soprattutto in virtù del fatto che lo storytelling è indubbiamente uno dei punti di forza di Destiny 2. Una volta aver ingoiato il boccone amaro però tutto diventa improvvisamente più bello: Il Castellum è meraviglioso, ricoperto d’oro e soprattutto immenso. La sfarzosa nave di Calus è completamente esplorabile, sia per quanto riguarda gli ambienti principali, sia per quanto concerne la fitta rete di tunnel e stanze sotterranee che, oltre a collegare i vari stage, sono ricche di segreti e casse opzionali. Artisticamente ci troviamo di fronte dunque a un’opera maestosa, al livello dei Raid migliori del brand. Per completare l’attività dovremmo portare a termine tre diverse sfide, boss escluso. Anche in questo frangente però il Levitano è fortemente criticabile: il 90% delle prove infatti sono legate a meccaniche molto rigide e alla lunga noiose, pensiamo soprattutto alla fase del Circuito: divertente per dieci minuti, poi tediosa come non mai. Interessante invece la parte in cui bisogna uccidere le bestie feroci; meno la parentesi dedicata agli Incensieri. Senza scendere nel dettaglio, perché quest’articolo non vuol essere né una guida né una forma di spoiler per chi deve ancora giocare il raid, possiamo dirvi che la struttura messa in piedi dai ragazzi di Bungie è certamente curata nell’estetica ma forse non riesce a centrare in pieno l’obbiettivo dal punto di vista del game design. Tant’è che il livello di Forza dei Guardiani rischia di diventare marginale, o comunque meno importante rispetto alla coordinazione e al tempismo. La boss fight finale invece è molto ben orchestrata, ma presenta alcuni enormi punti interrogativi in termini di lore che rischiano di offuscare in parte il fascino della sfida. Insomma il Levitano ha un’anima un po’ bipolare: da una parte la magnificenza dell’ambientazione e la sua grandezza lasciano a bocca aperta, dall’altra le meccaniche vere e proprie dell’attività fanno leggermente storcere il naso. Se poi ci uniamo una contestualizzazione in termini di trama praticamente assente, otteniamo un risultato che è certamente sufficiente ma non entusiasmante. Gli spunti per migliorare la qualità del gameplay ci sono, e magari alcuni di questi verranno subito utilizzati nelle challenge o nell’hard mode. Nel frattempo, però, l’immensa nave di Calus è uno strabiliante contenitore con al suo interno una sorpresa non perfettamente riuscita.
Giocare il Levitano è un’esperienza a due facce: rimarrete ammaliati dall’estetica ma anche un po’ delusi dal cuore dell’attività. Le prove sono molto legate a meccaniche noiose da svolgere, eccezion fatta per la boss fight, che però soffre anch’essa del problema d’assenza di lore di cui è pregno tutto il raid. Attenzione, non stiamo dicendo che l’approdo sul Levitano è ingiustificato; semplicemente non viene spiegato in maniera diretta e curata come tutto il resto della storia. Non sappiamo il perché di questa scelta, certo è che la missione può considerarsi riuscita a metà. Un po’ più di attenzione avrebbe potuto rendere il Levitano uno dei raid migliori di sempre.