Destiny 2 La Maledizione di Osiride: Foresta Infinita e Profezie Perdute
Advertisement
a cura di
YP
Vi stiamo raccontando, passo dopo passo, le novità de La Maledizione di Osiride, primo DLC di Destiny 2 in uscita il prossimo 5 dicembre e incentrato sulle vicende di Osiride, leggendario Guardiano scomparso nella labirintica Foresta Infinita Vex. Per l’occasione Bungie ha organizzato una serie di tre live streaming atti a svelare tutte le novità dell’espansione: da settimana scorsa potete seguire sul nostro canale YouTube queste dirette, tradotte in simultanea per voi per poi poterne discutere (trovate la replica di ieri sera in quest’articolo). Dopo averci mostrato i Raid Lair e alcune generiche novità su Mercurio, lo show di ieri sera si è concentrato sull’end-game e su come quest’ultimo cambierà attraverso La Maledizione di Osiride.
Come al solito ci pensa Deej a fare gli onori di casa, introducendo Dan Miller, game director di questo DLC, affiancato da Dave Matthews, art director. La Maledizione di Osiride vuole continuare il sentiero tracciato con Destiny 2, che prevede quindi una buona quantità di attività disponibili, estremamente curate nella parte estetica come in quella meccanica. Si parte dal nuovo evento pubblico, Vex Crossroads, estremamente dinamico e capace di fondere la componente shooting ad un’altra più legata a meccaniche di vario genere. Destiny 2 ci ha abituati a questa tipologia di attività, e ritrovarne un’altra è certamente una buona notizia. Superata questa parte introduttiva, si passa alla Foresta Infinita: il teaser di settimana scorsa aveva lasciato molta curiosità, soprattutto sulla parte di “creazione di situazioni sempre diverse”; dopo ieri sera non abbiamo più dubbi. La Foresta Infinita è un luogo nelle profondità di Mercurio tramite il quale i Vex possono accedere a tutti gli spazi temporali del pianeta: dal passato, al presente, al futuro. Per raggiungere i portali dedicati a ognuno di questi “luoghi” dovremmo districarci fra l’architettura Vex, insidiosa e affascinante. Ogni sezione della Foresta Infinita è stata costruita manualmente, per poi essere assemblata in modo randomico come un vero e proprio giocattolo Lego. Nessuna proceduralità dunque, questo perché -lo dicono gli sviluppatori- volevamo creare un’attività sempre diversa ma comunque in grado di far sentire il giocatore a proprio agio, la casualità avrebbe stordito troppo i Guardiani. Destiny 2 vuole andare incontro alle esigenze di tutti i giocatori, da quelli hardcore a quelli casual, e questa è l’ennesima dimostrazione: l’idea della Foresta Infinita sembra interessante, bisognerà vedere come si comporterà sul lungo periodo.
Le novità non finiscono qui: La Maledizione di Osiride introdurrà due nuovi assalti, integrati in qualche modo alle missioni della storia principale, questo per permettere a chiunque di giocarli anche se, in pratica, verrà utilizzata la stessa ambientazione per creare due diverse attività. Questa dinamica condivide alcune caratteristiche con i Raid Lair di cui abbiamo parlato settimana scorsa: il compromesso tra necessità e tempo a disposizione è evidente, dover produrre nuovi contenuti in tempi -forse- stretti ha obbligato il team di sviluppo ha optare per questa soluzione che da una parte garantisce sempre novità, dall’altra sacrifica nuove ambientazioni e scenari.
L’espansione introdurrà anche La Forgia, un sistema di crafting/quest presente sul Faro che ci permetterà di ottenere nuove (undici) armi, che fondono la tecnologia Vex a quella umano. Fratello Vance ci darà delle quest, chiamate Profezie Perdute, che ci chiederanno di recuperare una serie di materiali ottenibili nel Crogiolo, eventi pubblici, adventures e quant’altro: una volta ottenuti, potremmo utilizzarli nella Forgia per creare l’arma in questione. Sistema semplice, abbastanza guidato ma comunque interessante; anche in questo caso sarà necessario verificare l’utilità di queste armi, soprattutto nell’Incursione.
Le novità de La Maledizione di Osiride sono tutte interessanti, anche se sembrano non riuscire a confortare la community che si aspettava, invece, rassicurazioni su una struttura end-game che non sente la mancanza di contenuti, ma piuttosto di una riformulazione della stessa, capace di garantire longevità e sfida. Nonostante questo la prima espansione di Destiny 2 merita l’attenzione dei Guardiani più fedeli, grazie a un comparto artistico clamoroso e una buona quantità di novità che sono comunque stimolanti. Il terzo e ultimo appuntamento con Bungie si concentrerà sull’equipaggiamento, anche esotico: una volta terminato potremmo provare a disegnare un quadro più completo, in attesa di toccare con mano La Maledizione di Osiride.