Mi sono svegliato con la febbre. Non quella da influenza, ma quella da hype: ieri sera Bungie ha presentato al mondo il suo Destiny 2, sequel diretto del primo capitolo che ha fatto innamorare milioni di giocatori, e che avrà l’arduo scopo di portare uno degli shooter più interessanti degli ultimi anni al livello successivo. Se per vedere uno scorcio – o forse di più- di gameplay dovremmo aspettare il 18 maggio, nulla ci vieta di perderci un po’ nelle speculazioni o, meglio, nell’avanzare richieste e desideri che vorremmo veder esauditi l’8 settembre, giorno dell’uscita ufficiale del gioco, ben consci del fatto che, nonostante la presentazione di ieri sera abbia mediamente convinto, l’alone di mistero che circonda il titolo è ancora ben denso e per certi versi impenetrabile.
Fluidità prima di tutto
È bene avere delle priorità, e se da una parte il lato narrativo e contenutistico di Destiny 2 rappresentano entrambi fattori fondamentali, i 60 fps fissi e granitici lo sono ancor di più. Uno shooter oggi non può davvero rinunciare ai sessanta frame per secondo, e in particolare Destiny, che fino al capitolo corrente utilizza ancora i trenta fotogrammi. Il primo passo dell’evoluzione del gioco dovrà dunque passare da qui, non dalla risoluzione, ma dai fotogrammi: garantire 60fps stabili su qualsiasi piattaforma è la mission fondamentale per iniziare a rasserenare ed entusiasmare il pubblico.
Non rinunciare all’epicità
Cayde ci è parso decisamente in forma: scherza, non si prende troppo sul serio. Ma il tono di Destiny non deve convertire completamente in questa direzione, al contrario deve mantenere quella dose di epicità che è parte integrante del mondo sci-fi/fantasy creato da Bungie. Insomma va benissimo rendere i personaggi più colorati dal punto di vista caratteriale, ma l’anima della narrazione deve essere ancora l’epicità. Il plot narrativo (l’Ultima Città distrutta dalle armate Cabal) non promette nulla di simpatico, per questo motivo ci sentiamo discretamente fiduciosi e non troppo spaventati da quello che sembrerebbe esser un approccio più leggero allo storytelling di Destiny 2.
Tanti contenuti
Il peso del gioco, lo sappiamo, è di circa 68 giga. Che questa mole di dati comprenda anche le prime due espansioni è probabile, ma non certo: in ogni caso la mole di contenuti di Destiny al day one dovrà essere maggiore e, sopratutto, meglio strutturata di quella del primo capitolo. Parliamo di quest principale, secondarie e incursioni capaci di tenere impegnati i giocatori per almeno tre mesi, fino all’anno nuovo. Teniamo ben presente che Destiny 2 uscirà anche su PC, ciò vuol dire andare a mettersi in gioco con la community che da anni staziona fermamente su personal computer e che sappiamo essere abituata ed esigente nei confronti di titoli stile MMO, più o meno ibridi, come Destiny. Proporre dunque un prodotto fin da subito e completo rifinito sarà fondamentale, per evitare scivoloni iniziali.
Mancano ancora diversi mesi all’uscita di Destiny 2, e il percorso di avvicinamento al gioco è appena iniziato: il 18 maggio sarà la volta del gameplay, poi siamo certi che alle fiere internazionali (E3 e Gamescon) lo shared-world-shooter di Bungie tornerà a far parlare di sè. Fino ad allora saranno mesi di speculazioni, rumors, anticipazioni e quant’altro: rimangono ancora da sciogliere diversi dubbi, sul PvP, sul loot, sulle classi e sulle abilità; siate pazienti Guardiani, la strada è ancora lunga.
Destiny 2 è finalmente realtà: il primo vero contatto con il nuovo shooter Bungie avverrà però tra qualche mese, giusto il tempo di dedicare ancora qualche ora all’Era di Trionfo, ultimo evento attualmente in corso su Destiny e dedicato alla celebrazione di questi primi tre intensi anni in compagnia dei Guardiani. Vi invitiamo quindi a rimanere con noi, per rimanere sempre aggiornati sulle novità e sulle anteprime dedicate al gioco.