Dalla culla al controller

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a cura di erik369

Quello che ci accingiamo a trattare è un tema indubbiamente delicato, derivante da una tradizione millenaria che ha da sempre accompagnato l’uomo. L’attività ludica riveste un ruolo fondamentale nella crescita del bambino, in quanto strumento primario con con cui esso si rapporta con sé stesso ed esplora il mondo circostante. L’introduzione di nuove tipologie di gioco ha portato alla nascita di quesiti riguardanti i benefici e gli svantaggi che le più recenti incarnazioni ludiche generano nei bambini, con risultati legati direttamente all’età presa in considerazione. In questa sede proveremo a comporre un quadro generale del fenomeno, lasciandoci alle spalle preconcetti legati al bigottismo e all’ostinato progressismo.

L’uomo è pienamente tale solo quando giocaPrima di affrontare direttamente il nucleo dell’argomento trattato è necessario fare una premessa di carattere informativo. Sappiamo tutti che è il gioco è un aspetto fondamentale nella crescita di ogni bambino, ma quali sono le motivazioni che lo rendono tale? Studi di natura pedagogica hanno rilevato come il gioco sia un vero e proprio esercizio per sviluppare attività motorie e mentali. Attraverso il gioco il bambino incomincia a comprendere il funzionamento degli oggetti, e di conseguenza della realtà che lo circonda. L’attività ludica diventa così uno strumento utile a sviluppare la creatività, a sperimentare le capacità cognitive, ed entrare in relazione con i propri simili. Attraverso queste prime informazione è già facilmente intuibile quanto importante sia il ruolo che il gioco riveste nella formazione dell’individuo. Questi concetti si applicano solidamente alle attività ludiche tradizionali, tuttavia il quadro si fa molto più nebuloso e incerto quando si parla delle nuove tecnologie. La predominante diffusione di smartphone e tablet tra i giovanissimi non ha fatto altro che accentuare le controversie e i dibattiti suscitati già da televisione e videogiochi. Gli esperti hanno esaminato attentamente l’influenza che queste tecnologie hanno sui più piccoli, esponendo scenari dai pro e i contro estremamente variabili, legati in modo preponderante all’età dei soggetti.

Coscienza e consapevolezzaSenza troppi dubbi possiamo dirvi che per i primissimi anni di vita l’utilizzo delle tecnologie sopra descritte non porta alcun tipo di beneficio, ma possono essere anzi causa di effetti dannosi. Oltre all’insorgenza di problematiche di natura fisica (dovute alla suscettibilità dell’organismo in fase di crescita) troviamo quelle di natura psicologica e sociale. Il fenomeno della “tata-tablet” è uno degli esempi più emblematici in quest’ottica. Sono sempre più numerosi i genitori che utilizzano il fascino generato da uno schermo per calmare i propri figli. La pratica funzionalità di questa soluzione si scontra prepotentemente con gli effetti che genera nel bambino. Infatti l’utilizzo della “tata-tablet” impedisce di imparare a controllare le proprie emozioni, cosa di cui i bambini hanno estremamente bisogno al fine di sviluppare i meccanismi interni di auto-regolazione. L’utilizzo delle tecnologie in età prematura può anche portare ad un minore sviluppo cognitivo e del linguaggio. Lo scenario inizia però a cambiare dal terzo anno di vita, momento in cui il bambino ha già realizzato l’infrastruttura base della propria consapevolezza. E’ da questo momento che i giochi interattivi di natura educativa portano dei reali benefici. Per avere un punto di vista più pragmatico abbiamo direttamente provato uno di questi giochi, il cui titolo è It’s Spring Again. Si tratta di un’app educativa finalizzata al conoscimento delle stagioni. Tramite gli indizi della voce narrante il bambino deve aiutare il cambiamento della stagione, apprendendone di conseguenza l’ordine e le principali caratteristiche. Chiaramente si tratta di un’esperienza assolutamente basilare e semplice, improntata all’immediatezza. Il design cartoonesco e colorato e i suoni limpidi e squillanti richiamano l’attenzione del bimbo, permettendogli così di mantenere l’appeal per l’intera durata del gioco, la cui estrema brevità è finalizzata alla ripetizione. In modo completamente naturale e semplice il gioco riparte dall’inizio una volta ultimato l’avvicendamento delle quattro stagioni, permettendo così di ripetere il ciclo.Prodotti interattivi di questo tipo non conservano controindicazioni per il bambino, ma è importante che un adulto presenzi comunque l’attività di gioco, non solo per la valutazione del prodotto in sé, ma anche per fare in modo che l’infante costruisca un legame positivo tra il gioco, il genitore e il modo in cui essi si relazionano tra loro.

I benefici del divertimentoIl raggiungimento di un’età più avanzata coincide con la possibilità di approcciarsi al videogioco dalle forme più tradizionali. In questo scenario il ruolo del genitore diventa ancora più importante, poiché il bambino acquisisce un’autonomia sempre maggiore, la quale può facilmente portare all’accesso di prodotti non indicati al soggetto. In questo caso il PEGI costituisce lo strumento più importante per il genitore. Malgrado siano assolutamente infondate le voci che vedono i videogiochi violenti come un vero e proprio lavaggio del cervello utile solo alla formazione di criminali, terroristi e assassini, è comunque sconsigliato sottoporre i bambini a prodotti non loro adatti. In questo contesto il compito del genitore sta nel filtrare le informazioni acquisibili tramite il discernimento su cosa sia indicato o meno e attraverso l’accompagnamento nell’esperienza di gioco stessa. E’ stato comunque appurato che i videogiochi, se utilizzati correttamente, portano molti benefici al bambino, sviluppandone il lato immaginativo e creativo, facilitando l’apprendimento attraverso una continua percezione del proprio miglioramento, e rendendoli più autonomi attraverso la scelta di decisioni immediate. Inoltre sono riscontrabili dei miglioramenti nei livelli di attenzione, nella memoria spaziale e nei processi di coordinazione occhio-mano. Naturalmente è sempre necessario impostare dei limiti, poiché l’eccesso è sempre da considerarsi come negativo. La moderazione in questo caso è indispensabile al fine di costruire un equilibrio funzionale nella vita del bambino.

Abbiamo visto come le nuove tecnologie creino nei bambini un’influenza sempre più preponderante, già a partire dai primissimi anni di vita. Quest’influenza può apportare dei reali benefici, ma può anche configurarsi come un elemento particolarmente dannoso. La reale differenza sta dunque nell’età e nell’utilizzo che si fa di uno schermo, prerogativa che qualunque genitore dovrebbe avere ben in mente quando sottopone il figlio alle nuove tecnologie. La regola d’oro sta nel saper discerne grazie all’informazione e moderare secondo i limiti imposti dal buon senso.

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