Qualche settimana fa abbiamo dedicato un articolo agli impianti audio, parte spesso sottovalutata dai giocatori nella costruzione del proprio ambiente da gaming. Avevamo puntualizzato sul fatto che, per ottenere un suono soddisfacente, il giocatore deve dimenticarsi dell’esistenza degli altoparlanti integrati nella propria TV e acquistare una soluzione esterna, sia essa una soundbar o un impianto home theater. La spesa è ingente, e per ottenere un suono di alta qualità l’investimento può facilmente superare i 1000 euro.
Al di là della questione economica, tuttavia, il problema legato agli impianti audio risiede nella questione “vicini di casa”. Chi abita in un condominio, infatti, difficilmente potrà sfruttare il proprio impianto al massimo della potenza senza provocare liti, colpi di manico di scopa provenienti da quello del piano di sotto e possibili omicidi. La soluzione può passare attraverso la (costosa) insonorizzazione degli ambienti o, in alternativa, attraverso l’acquisto di un buon paio di cuffie. In questo articolo, dunque, ci occuperemo proprio della questione cuffie da gaming.

Il tipo di cuffia
Quando si sceglie il tipo di cuffia, ci imbattiamo in una nomenclatura piuttosto intuitiva che ne indica la tipologia: esistono cuffie in ear, on ear e over ear. Le cuffie in ear sono gli aurcolari, cuffie che si inseriscono all’interno dell’orecchio; on ear indica un tipo di cuffie che si appoggiano sopra il padiglione auricolare; over ear sono cuffie che circondano il padiglione auricolare, contenendolo all’interno dei diffusori. Ogni cuffia, inoltre, può essere in configurazione aperta o chiusa (spesso indicata come open-back e closed-back), un parametro – questo – cruciale per comprendere la tipologia di suono offerto dall’headset.
Una cuffia aperta è una cuffia che lascia uscire ed entrare il suono proveniente dall’esterno: in breve, questo tipo di cuffia non isola il giocatore dal mondo esterno e consente di continuare a sentire i suoni ambientali che ci circondano. Per contro, chi ci sta vicino può chiaramente sentire quello che noi stiamo ascoltando. I lati negativi di questa tipologia di cuffia sono piuttosto intuibili: se c’è rumore nella stanza, tale rumore si mescola al suono ascoltato; allo stesso modo, con questa tipologia di cuffia si potrebbe disturbare chi si trova nella nostra stessa stanza. I lati positivi, invece, sono meno intuibili ma molto importanti: una configurazione aperta non ci “spara” il suono direttamente nella testa, lasciandoci una sensazione di suono molto più naturale e vicina a quella offerta da un impianto home theatre. Questa caratteristica è dovuta proprio alla dispersione del suono verso l’esterno, che rientra nella cuffia offrendoci un ascolto molto meno artificiale. Questa peculiarità, inoltre, affatica molto meno il nostro orecchio e ci consente sessioni di ascolto prolungate.
Una cuffia chiusa ci isola completamente dall’esterno: nessun suono può entrare o uscire dalla cuffia, e tutto quello che udiamo è ciò che proviene dai diffusori. I lati positivi di tale configurazione si riscontrano nella privacy e nell’assoluta assenza di disturbi provocati da eventuali sorgenti di rumore esterne. I lati negativi, come indicato poco sopra, riguardano la relativa “artificialità” del suono prodotto da questa tipologia di configurazione e la sua capacità di stancare l’ascoltatore in tempi certamente più brevi rispetto a una configurazione aperta.
La predilezione per un tipo o l’altro di configurazione è del tutto personale: esistono estimatori delle configurazioni chiuse ed estimatori delle configurazioni aperte, e il consiglio è di provare (possibilmente per tempi prolungati) entrambi i tipi di cuffia per capire su quale tipologia orientarsi. In ogni caso, la configurazione chiusa è di gran lunga la più comune quando si tratta di cuffie da gaming, di conseguenza se vi orientate su questo tipo di prodotti molto spesso avrete poca scelta (non mancano, tuttavia, le eccezioni o i casi limite come la cuffia Plantronics Rig 500 che offre padiglioni chiusi e aperti intercambiabili).
Le caratteristiche tecniche
In questo articolo non ci dilungheremo sui valori legati alla risposta in frequenza, all’impedenza e agli altri parametri tecnici spesso indicati sulla confezione: in molti casi si tratta di specchietti per le allodole, indicazioni utili al marketing che non hanno in alcun modo a che vedere con la qualità costruttiva dell’headset e con la fedeltà del suono. Vi sono cuffie, ad esempio, che offrono una risposta in frequenza che raggiunge picchi ben al di sopra della soglia umana, ma che – una volta provate – si dimostrano meno fedeli e piacevoli di cuffie che offrono la canonica forbice 20 Hz – 20.000 kHz.
Lo stesso discorso si applica alla sensibilità della cuffia, un valore espresso in decibel (dB) che determina il massimo volume del suono a una determinata frequenza (solitamente 1000 Hz). Online si trovano guide all’acquisto delle cuffie che spiegano come tale parametro sia legato alla qualità della cuffia, indicando come “buona” qualunque cuffia con sensibilità superiore a 100 dB: anche in questo caso, si tratta di un parametro che ha ben poco a che vedere con la qualità della cuffia (altrimenti una HiFiMAN HE1000 – headset di fascia enthusiast da 3.000 euro – che dichiara una sensibilità di 90dB dovrebbe avere una qualità inferiore alle Philips SHP 1900 da 12 euro, che offrono una sensibilità di 98dB). La sensibilità della cuffia è un parametro che va letto come segue: più è alto, più la cuffia suona forte (a parità di impedenza). Ma ciò non significa che suoni bene.
Sebbene ci diano una vaga idea delle caratteristiche del prodotto che stiamo per acquistare, utilizzare i parametri di risposta in frequenza e sensibilità come metodo scientifico per un acquisto “a scatola chiusa” è un errore da dilettanti. Nel determinare la qualità di una cuffia non vi sono solo i test legati alla risposta in frequenza e alla sensibilità, ma anche tutti i parametri non misurabili legati al tipo e alla qualità dei materiali utilizzati.
Come fare, dunque? L’ideale – come sempre – è chiedere di provare, farsi consigliare o leggere qualche recensione. E, soprattutto, non credere di “fare l’affare” acquistando un paio di cuffie da quattro soldi solo perché la risposta in frequenza è la stessa di un paio di cuffie da 200 euro: come detto, i valori numerici mostrano solo un lato della medaglia.

Cuffie dirette o con scheda audio integrata?
Nel mondo del gaming avrete certamente notato come molte cuffie giungano in commercio con una presa USB al posto del consueto attacco audio mini-jack. Ciò è dovuto al fatto che molte cuffie da gaming integrano una scheda audio alimentata dal PC o dalla console, che si occupa di decodificare i suoni in uscita e codificare quelli provenienti dal microfono. Talvolta, le schede integrate sono dispositivi esterni che occupano posto sulla scrivania. In moltissimi casi, però, le schede audio non sono altro che piccoli dongle attaccati al filo della propria cuffia. La qualità di queste micro-schede audio è, spesso, piuttosto bassa e non paragonabile a quella di una scheda audio di qualità montata nel proprio PC o del DAC del proprio sintoamplificatore: le piccole schede audio integrate, infatti, presentano spesso problemi legati al mancato isolamento che generano un fastidioso rumore di fondo (il cosiddetto “ground loop”) o problemi legati a una latenza più o meno quantificabile (talvolta superiore agli 80ms).
Così, in alcuni casi, si potrebbe trarre beneficio dall’ignorare completamente il mercato delle cuffie da gaming orientandosi verso cuffie più versatili, da collegare alla propria scheda audio di qualità o al vostro sintoamplificatore. Una scelta che può rivelarsi davvero vincente per chi gioca in solitaria e cerca un suono cinematografico per i propri giochi, ma completamente inefficace per chi intende utilizzare un headset capace non solo di farci ascoltare i suoni dei nostri giochi, ma anche di consentirci di comunicare con i nostri amici attraverso un microfono. Certo, esistono molti headset dotati di microfono ma privi di scheda audio (o con scheda audio opzionale, vedi il caso delle cuffie Logitech G430), ma in generale le cuffie pensate per l’ascolto di qualità non montano un microfono.
Allo stesso modo, le cuffie da gaming hanno spesso il vantaggio di separare il canale del gioco da quello della chat vocale – in particolare per le versioni compatibili con le console – consentendo due regolazioni di volume indipendenti tra loro che risultano particolarmente utili qualora ci si trovasse ad avere a che fare con problemi di ascolto della propria chat. Infine, vi è da segnalare la presenza della “presenza” – perdonate il gioco di parole – che consente di udire la propria voce in cuffia: una funzionalità pressoché obbligatoria nelle cuffie a configurazione chiusa.
Per la stragrande maggioranza dei giocatori, le cuffie dotate di scheda audio integrata (od opzionale) sono più che sufficienti, ed esistono in commercio molte soluzioni di buona qualità. Allo stesso modo, però, sconsiglierei l’acquisto di un paio di cuffie da gaming per chi intende farne un uso che includa in maniera significativa l’ascolto di musica o la visione di film: le cuffie da gaming non sono progettate per questo scopo, sono forgiate per offrire ai giocatori un effetto “esplosivo”, puntano molto sui bassi e sulla virtualizzazione del surround (di cui parleremo tra pochissimo). Inoltre, dobbiamo considerare l’aspetto estetico: girare per strada con un paio di cuffie da gaming non vi farà certo passare inosservati.
Cuffie stereo, 5.1, 7.1
Buona parte delle cuffie da gaming in commercio è caratterizzata dalla presenza di due soli diffusori. In altre parole, sono cuffie stereo. Ciononostante, talvolta le cuffie indicano la presenza del supporto al surround 5.1 o 7.1 sulla confezione: anche in questo caso, stiamo parlando di un potenziale specchietto per le allodole, dato che la gran parte delle cuffie in commercio dotata di questa caratteristica è comunque una cuffia stereo, e l’effetto surround è “virtualizzato”.
La virtualizzazione del surround avviene attraverso la scheda audio integrata nella cuffia che, applicando particolari filtri ai suoni, simula la provenienza del suono da varie direzioni. Questo sistema funziona solo in parte: sebbene nei test o nelle demo si abbia la sensazione di udire il suono provenire da diverse direzioni, questa sensazione una volta in gioco è tradotta con molta difficoltà, e in generale facciamo fatica a distinguere con assoluta certezza la provenienza di un suono. Vi sono cuffie con surround virtuali di qualità sorprendentemente alta, ma in generale è quasi impossibile riuscire a ricreare l’effetto che si prova in una reale stanza dotata di più diffusori.
In alcuni casi, però, le cuffie sono dotate di più amplificatori, in numero tale da potersi realmente definire cuffie 5.1 o 7.1. La situazione è diversa rispetto alle cuffie con il surround virtuale? In molti casi no: poiché le cuffie emettono un suono da altoparlanti posti a pochi millimetri dal nostro canale uditivo, la presenza di un altoparlante collocato ad uno o due centimetri di distanza da un altro non fa molta differenza per il nostro cervello, e il risultato è molto simile a quello di una cuffia stereo con surround virtuale. Per questa ragione, il numero di altoparlanti presenti all’interno di una cuffia non viene quasi mai indicato nelle caratteristiche tecniche della stessa, limitandosi a indicare il tipo di surround supportato.

Wireless o wired?
Un’altra caratteristica da tenere in considerazione riguarda il tipo di collegamento della propria cuffia. La percentuale maggiore del mercato è rappresentata dalle cuffie wired, dotate di filo, mentre la restante fetta è costituita dalle cuffie wireless. Non perderò tempo nel descrivervi i vantaggi di una cuffia senza fili, concentrandomi sugli svantaggi che – sfortunatamente – sono piuttosto importanti.
In breve: le cuffie senza fili trasmettono via radio e, pertanto, possono avere problemi legati alle interferenze. Sia per lavoro che per diletto ho provato numerose cuffie senza fili e in nessuna di esse ho avuto modo di riscontrare un aspetto che ritengo cruciale quando si acquista una cuffia: il silenzio. Tutte le cuffie senza fili che ho appoggiato sulle mie orecchie presentavano sempre un rumore di fondo – chi più e chi meno. Rumore certamente ignorabile quando abbiamo in mano un AK-47 che svuota il suo caricatore, ma che farebbe urlare in preda al panico qualunque audiofilo. Certo, la soluzione senza fili è comodissima ma, contemporaneamente, vi obbliga a scendere a qualche compromesso e ad avere a che fare con batterie che prima o poi si scaricano.
…e quindi?
Come avrete intuito, il mercato delle cuffie da gaming è piuttosto confusionario e basato più sulla moda e sulle funzionalità extra che sulla reale qualità del suono. Il mercato dei videogiocatori – come indicato nel precedente articolo – è molto poco attento alla qualità sonora dei propri videogiochi e, di conseguenza, è molto meno esigente. Così, sul mercato sono giunte cuffie con funzionalità incredibili, preset integrati, surround virtuali, boost dei bassi e altre amenità che poco hanno a che vedere con la qualità dell’esperienza acustica. Il giocatore medio vuole farsi fracassare la scatola cranica da un’esplosione, e i produttori di cuffie lo sanno bene. Pertanto, se cercate una cuffia per il gaming, sappiate che state andando incontro a un prodotto pensato proprio per quello scopo, difficilmente adattabile ad altri tipi di ascolto.
I consigli, dunque, sono i seguenti: cercate una cuffia il cui suono vi soddisfi, con un buon microfono e, soprattutto, comoda, valutando con attenzione le vostre esigenze e non trascurando la qualità della scheda audio integrata nella cuffia (o acquistando una scheda audio dedicata per il vostro PC da accoppiare a una cuffia senza scheda integrata). I maggiori produttori offrono spesso buoni prodotti, capaci di venire incontro alle esigenze della gran parte dei videogiocatori. Ricordate, però, che nelle cuffie da gaming si pagano soprattutto le funzionalità, e che si può spendere meno ottenendo risultati soddisfacenti se si rinuncia a qualche optional. Insomma: fissatevi un budget e documentatevi sulle cuffie nella fascia di prezzo da voi scelta: potreste trovare prodotti a buon mercato e restare soddisfatti, o spendere un po’ di più ed acquistare quella cuffia che – pur presentando un suono non troppo distante in termini qualitativi da una cuffia che costa la metà – vi offre il supporto bluetooth con il vostro cellulare e una serie di preset intriganti. Le recensioni potrebbero aiutarvi: leggetene il maggior numero possibile. Per il resto… buon ascolto!