Siamo partiti. L’E3 ha ormai aperto i battenti, nonostante tutti i mille leak che ne hanno funestato parte del suo probabile successo futuro: la prima software house pronta a scendere in battaglia è Electronic Arts, con una conferenza costruita principalmente su IP ormai consolidate, pronte a affermarsi definitivamente nel panorama videoludico odierno, con un pizzico di certezze e una grande voglia di riscossa condensate in un’ora. L’eccitazione palpabile, forse sfumata dalle continue fuoriuscite di informazioni di questi giorni, è comunque presente. L’E3 ha forse perso quel lustro che pochi anni fa aveva acquistato con sudore e fatica, ma la forte e ingombrante identità della fiera incombe statuaria: quale miglior palco per presentare finalmente i prodotti delle case videoludiche?
Titanfall 2, e-Sports e Andromeda
Accolti da un drappo rosso virtuale, Andrew Wilson e Peter Moore – in collegamento da Londra – salgono sul palco, accolti da una folla che applaude calorosamente: è il momento di snocciolare alcuni dati, prima di tuffarsi nel gameplay dei giochi che in seguito verranno proposti. Il primo titolo a proporsi alla folla californiana e agli spettatori di tutto il mondo è Titanfall 2, presentato dal suo creatore Vince Zampella, aperto a tutte le piattaforme e con PlayStation 4 che si affianca finalmente a PC e Xbox One. Durante la visione del video multiplayer le mappe sono parse molto più grandi rispetto al precedente capitolo, con nuove interessanti introduzioni quali il rampino, grazie al quale afferrare i soldati nemici in volo, e il combattimento corpo corpo tra i titani, con una mobilità ben maggiore e l’utilizzo di più armi sullo stesso robottone. Quest’anno l’IP capitanata dagli ex creatori di Call of Duty propone una campagna single player che pare discostarsi totalmente rispetto al primo capitolo, con una storia che pare più incentrata sulla scoperta di un nuovo pianeta e sulle intense battaglie tra i mech, tralasciando quindi la proposta del capostipite di fondere le due modalità attraverso una campagna composta da scene d’intermezzo e battaglie multiplayer all’ultimo sangue. Dopo la veloce presentazione di un franchise che probabilmente, secondo Electronic Arts, dovrà affrontare Call of Duty nella battaglia tra gli FPS futuristici di questo caldo autunno, Peter Moore si mostra per presentare le nuove leghe e-Sports proposte dalla casa: ci saranno tre nuovi tipi di classifiche, la prima con eventi organizzabili direttamente dalla community o dai giocatori privati, mentre le seconde e le terze avranno un impatto certamente maggiore con premi molto più alti e sponsorizzati direttamente dalle software house. Ma ecco, dopo questo preambolo non necessario, ecco colorarsi il palco d’arancione e Aaryn Flynn, general manager di Bioware, muove i primi passi sul palco di Los Angeles accompagnato da un’evocativa colonna sonora: è il momento di Mass Effect Andromeda. Una nuova avventura, che abbia come pilastri fondanti le caratteristiche della vecchia trilogia, capace di accompagnarci in una galassia completamente estranea in cui gli umani sono considerati alieni e potremo vedere razze, volti e eventi a noi totalmente sconosciuti. L’impatto visivo è stupefacente, con una cura dei dettagli notevole, mentre a livello di gameplay torna il Mako del primo capitolo e forse, con lui, l’esplorazione di pianeti sconosciuti alla ricerca di minerali o nuove missioni. Una ventata d’aria fresca, che personalmente, qui nell’appartamento di Los Angeles, ci ha esaltato e convinto: dopo questa finestra di pura eccitazione, siamo stati richiamati alla realtà con una finestra di pochi minuti dedicata a EA Access, il servizio offerto su Xbox One da parte della software house, nel quale sono stati aggiunti numerosi obiettivi che, se raggiunti dalla community, avranno effetti positivi nel mondo reale e nel sociale attraverso la donazione di soldi completamente a carico di Electronic Arts.
Questa piccola divagazione si chiude con l’ingresso di FIFA 17 sul palco, con un video nostalgico che ricorda i momenti passati della saga e le sue migliori iterazioni. Quest’anno è diverso, quest’anno Alex Hunter, un giovane calciatore recitato da un convincente attore, racconta dal palco la possibilità di intraprendere per la prima volta nel franchise la modalità carriera, denominata per l’occasione The Journey, il viaggio. Il Frostbite pare essere stata la scelta più adatta per ricreare le ambientazioni, le scene d’intermezzo e le storie, che paiono di altissima qualità e varie nelle situazioni proposte, dai momenti di gloria a quelli di solitudine, in cui tutto sembra perduto e il sogno sembra non avverarsi. I manager della Premiere League, presenti nella modalità storia come comprimari e come figure importanti per lo sviluppo del nostro personaggio, sono stati ricreati alla perfezione, sopratutto nei volti e nelle movenze. Piccola chicca che potrebbe stuzzicare i palati dei meno convinti, oltre alla presenza dello “special one” Josè Mourinho tra le file degli allenatori, lo sviluppo e il prosieguo della storia sono stati sceneggiati e scritti niente meno che dai ragazzi di Bioware, che hanno dato una mano per creare un’evoluzione del personaggio credibile e non lineare, attraverso scelte multiple e dialoghi capaci di modificarsi a seconda delle situazioni. Per quanto riguarda le evoluzioni a livello di gameplay, opportunatamente modificato con l’introduzione del motore Frostbite, è stato mostrato un video dedicato che non ha saputo però valorizzare le nuove introduzioni a causa di un montaggio raffazzonato che ha mostrato semplicemente la bontà delle animazioni e il nuovo comparto grafico. Dopo una lunga parentesi dedicata al simulatore calcistico per eccellenza di casa Electronic Arts, il palco ospita la presentazione mondiale di EA Originals, una collezione di titoli indie proposti direttamente dalla software house: il primo a mostrarsi – probabilmente titolo di punta di questa collezione – è Fe, un gioco dalla direzione artistica che ricorda un figlio illegittimo tra Ori and the Blind Forest e Limbo, con la musica come elemento cardine che accompagnerà e racconterà un gameplay platform classico in 3D. Il ritmo serrato della conferenza Electronic Arts costringe Jade Raymond a salire sul palco con piè veloce, accompagnata dal classico tema di Star Wars, con la promessa che ci saranno nuovi update per Battlefront in corrispondenza dell’uscita del nuovo film e lo sviluppo di un titolo third-person action-adventure da parte degli ormai noti Respawn Entertainment, già creatori della serie Titanfall. Durante un dev diary con gli effetti speciali che pare essere costato una fortuna si è potuto intravedere tra qualche footage pressochè inutile un’interessante video di un gioco in sviluppo da parte dei Visceral Games, ancora vivi e vegeti e impegnati nello sviluppo di questo nuovo titolo. In chiusura di presentazione ecco arrivare Battlefield 1, lo sparatutto di punta di Electronic Arts, con il Frostbite che si conferma motore eccezionale grazie a un trailer formato miniatura in cui fanno la loro comparsa biplani, triplani dell’impero austroungarico e gli zeppelin. Fortunatamente Electronic Arts ha avuto il sentore della nostra gola riarsa, e così ci ha deliziati con un nuovo trailer spettacolare che ha mostrato per la prima volta il gameplay del titolo, con le ambientazioni che dimostrano un’impatto visivo eccezionale e una direzione artistica certamente caratteristica, capace di catturare le atmosfere della Prima Guerra Mondiale.
La prima conferenza che ha aperto l’E3 è stato un lavoretto facile, semplice e veloce da parte di Electronic Arts: nonostante i leak e le informazioni trapelate ufficialmente e non prima della presentazione, il ritmo serrato ha contribuito a creare una conferenza piacevole, mai noiosa ma senza picchi effettivi di interesse, riscontrabili forse solo con la veloce occhiata a Mass Effect Andromeda. Quello che oggi Electronic Arts ha voluto consegnarci è una line up solida, senza fronzoli, decisa a conquistare il mercato autunnale con una concretezza unica nel suo genere.