Per molti, il cloud gaming rappresenta la naturale evoluzione delle attuali console. Servizi come Onlive e Gaikai sono stati i primi a scendere in campo in questo settore affermandosi come precursori di quello a cui, secondo molti, prima o poi i grandi produttori di console arriveranno a proporre sul mercato. Le home console diventeranno quindi solo dei dispositivi da connettere al televisore, dalle dimensioni ridotte e dal limitato consumo energetico, e fungeranno da hub per connettersi a servizi di cloud computing dai quali comprare o noleggiare videogiochi, ma anche film, musica e quant’altro. Tutta la fase di calcolo verrà sobbarcata ai potenti server di proprietà della società erogatrice del servizio, e, una volta elaborata, l’immagine arriverà dritta allo schermo del giocatore. In tal senso, anche nVidia sembra essere molto più che possibilista in termini di cloud gaming. L’azienda americana famosa soprattutto per le sue schede video, sta puntando sulla soluzione denominata GRID in grado, a loro dire, di portare vantaggi sostanziali rispetto alle tradizionali console da gioco offrendo un’esperienza di alta qualità, con bassa latenza e la possibilità di giocare su qualsiasi dispositivo, sia questo PC, smartphone, tablet o TV. Con la fine del ciclo di vita di PlayStation 3 e Xbox 360 alle porte, le speculazioni su quello che sarà la next-gen sono più che mai floride: c’è un grande fermento tra appassionati e addetti ai lavori, ma solo alle prossime grandi fiere sapremmo qualcosa di più concreto sul futuro del nostro passatempo preferito. Attualmente, grazie all’acquisizione di Gaikai, Sony sembra essere l’azienda più indirizzata verso questa soluzione, anche se siamo quasi certi che non proporrà una console interamente dedicata al cloud gaming, ma magari inizierà a sperimentarne le potenzialità. I 380 milioni di dollari spesi per l’acquisto della società statunitense sono una cifra considerevole, e viste le difficili acque in cui naviga, il produttore di console giapponese non può assolutamente permettersi di non far fruttare questo investimento. Su Microsoft, invece, non si hanno alcuneinformazioni di sorta, mentre Nintendo è recentemente uscita allo scoperto sull’argomento, rilasciando interessanti dichiarazioni che attualmente la vedono molto scettica in tema di cloud computing.
La parola a IwataLo spunto di riflessione è arrivato da alcune domande poste dagli investitori direttamente al presidente Nintendo Satoru Iwata durante l’ultima sessione di Q&A tenutasi a fine gennaio. Iwata è stato incalzato dagli azionisti, che chiedono lumi su un possibile sviluppo del settore cloud gaming in quel di Kyoto. L’interesse arriva da una sempre più diffusa convinzione che il gaming come lo conosciamo adesso sia destinato a cambiare radicalmente, con le console fisiche rimpiazzate dai servizi online. Per le portatili il discorso è diverso, in quanto si convergerà verso dispositivi capaci di svolgere molteplici funzioni, tra cui quelle legate al videogame. Nintendo sembra puntare verso un integrazione sempre maggiore tra la console da casa e quella portatile, portando molti a pensare che queste due verranno prima o poi unificate, offrendo all’utente la possibilità di giocare in mobilità e poi di utilizzare lo stesso device come controller per la console da casa. Secondo Iwata queste ipotesi sono del tutto infondate: il ruolo del cloud gaming nel settore è stato ampliamente sopravvalutato e le console come le conosciamo ora non sono destinate ad abbandonare il mercato, almeno in un prossimo futuro. La causa principale dell’inadeguatezza di questo tipo di servizio è da imputare principalmente alla latenza, perché se è vero che molti titoli non hanno problemi o ne hanno pochi, altri, quelli più interattivi, potrebbero soffrirne maggiormente. “Per alcuni giochi con un alto contenuto di interazione, come ad esempio i titoli action, il tempo richiesto per vedere sullo schermo le azioni che abbiamo impartito al giocatore tramite i comandi, è un fattore cruciale, come lo è anche il frame rate, che determina la fluidità dei movimenti su schermo” ha dichiarato Iwata. “Questo significa che ci sono alcuni tipi di giochi che possono essere messi in streaming su internet e altri no. Ci sono molte cose che per sua natura il cloud gaming non può fare, ma queste limitazioni non sono state adeguatamente spiegate al pubblico e io personalmente trovo molto strano che così tante persone pensino che il cloud gaming sia il futuro”. Parole che non lasciano adito ad obiezioni e che evidenziano quanto la grande N non sia interessata all’argomento. Iwata ha poi spostato il discorso sull’eventuale cessazione del mercato delle home console e sull’unificazione di console fisse e portatili in un’unica soluzione in grado di garantire ore di gioco sia in mobilità, sia nella comodità dell’ambiente domestico, sempre grazie al cloud gaming. “Naturalmente, il nostro augurio è che le console dedicate ai videogiochi non smetteranno mai di essere prodotte e noi siamo determinati a creare un futuro in qui questa ipotesi non si verifichi”. Anche sull’unificazione dell’hardware è apparso scettico, dichiarando che Nintendo non ha nessuna intenzione di integrare la sua console da casa e quella portatile in un unico dispositivo. Piuttosto, l’azienda sta concentrando i sui sforzi per far combaciare i metodi di sviluppo per i due tipi di console, nella creazione di un sistema operativo unico e in una maggiore interazione in chiave cross play dei suoi device. “Questo significa che se noi gestiamo correttamente l’integrazione tra le nostre piattaforme, saremmo in grado di produrne di nuove. Attualmente noi abbiamo Wii U come home console e Nintendo 3DS come console portatile, ma se provassimo a progettarne di nuove, le nostre risorse destinate allo sviluppo si rivelerebbero troppo limitate. Più riusciamo a condividere i nostri software tra le nostre piattaforme, più risorse avremo a disposizione da destinare allo sviluppo di nuovi device. L’integrazione tra le piattaforme per noi è molto importante, ma non significa creare un solo tipo di dispositivo hardware. Il punto è che un metodo di sviluppo integrato del software ci permetterà di condividere con maggiore facilità i nostri assets più preziosi su molteplici piattaforme”.
Console fissa e console portatileDunque una completa chiusura nei confronti del cloud gaming e una sempre maggiore apertura per quanto riguarda l’integrazione tra le console prodotte, escludendo però lo sviluppo di un unico dispositivo. In tal senso anche Shigeru Miyamoto si è dimostrato d’accordo con le parole di Iwata, sottolineando quanto sia difficile dedicare risorse allo sviluppo di giochi per una nuova console che presenta un ambiente di sviluppo e un’architettura della CPU completamente nuovi. Attualmente sono state impiegate da Nintendo molte risorse, sia in termini monetari che di tempo per sviluppare i primi giochi per Wii U e capire al meglio l’ambiente di sviluppo in cui si è coinvolti. Poi c’è da sottolineare la quantità sempre maggiore di software richiesto ad ogni device per gestire altre funzioni al di fuori del puro videogiocare. Sviluppare applicazioni per fare fotografie, accedere ad internet, ai social network, la creazione del Miiverse, hanno distolto ancora più risorse allo sviluppo di giochi da proporre al lancio della console. “Quando utilizziamo una nuova CPU o un nuovo ambiente di sviluppo come abbiamo fatto per Ninetndo 3DS e Wii U, abbiamo avuto bisogno di diverso tempo prima di poter iniziare a sviluppare nuovi titoli. L’integrazione delle nostre divisioni hardware ha lo scopo mettere i nostri programmatori a sviluppare applicazioni di intrattenimento integrate, non una nuova console” ha dichiarato Miyamoto. Spende anche qualche parola sul mondo degli smartphone, considerati una vera minaccia per il mercato delle console portatili. “Durante il ciclo di vita di Nintendo DS, gli smartphone furono considerati i nostri competitor più pericolosi, ma la realtà è che giocare con questi dispositivi non era comodo e la loro architettura era troppo complessa e variegata. Alla fine, con la grande varietà di titoli offerti su Nintendo DS, siamo stati in grado di incrementare il numero di console vendute”. Come a dire, se Nintendo offre i tipi di giochi che fino ad adesso ha dimostrato di saper sviluppare, non c’è pericolo di soccombere a nuovi modelli di mercato come il cloud gaming.
Grazie a questa sessione di Q&A abbiamo avuto la possibilità di saperne di più sulla posizione di Nintendo rispetto al cloud gaming. La parole di Iwata hanno confermato senza ombra di dubbio lo scetticismo della casa di Kyoto verso lo streaming di videogame, sottolineando come i problemi di latenza e frame rate siano stati molto sottovalutati. Anche l’interesse verso una console unica è stato smentito categoricamente. Rimaniamo in attesa di vedere come si muoveranno i principali rivali, guardando con particolare interesse alla posizione di Sony dopo l’onerosa acquisizione di Gaikai.