Nuovo anno, nuovo Call of Duty. E nuovo periodo da passare tra le mappe del titolo multigiocatore da sempre più giocato su Xbox LIVE e Playstation Network. A circa due settimane dall’uscita nei negozi di tutto il mondo, Spaziogames analizza luci e ombre del multiplayer di Modern Warfare 3.
Nuovi perk, nuovi livelli, nuove kill streakBando ai convenevoli, partiamo immediatamente dalle introduzioni più pesanti e più incisive sul gameplay.La prima novità che salta all’occhio, fin dalle partite iniziali, è l’esperienza legata alle armi. Ogni fucile, mitragliatore, pistola o lanciagranate ha ora un proprio livello scisso da quello del giocatore. Accumulare punti e aumentare il livello dei ferri porta due vantaggi: vengono sbloccate le sfide dedicate, con conseguente guadagno di esperienza globale, e si ottengono gadget da accessoriare.Le possibilità di personalizzazione dell’arma aumentano quindi a dismisura, per questo lasciamo ad ognuno di voi il gusto di scoprirle e trovare ciò che aiuta maggiormente il vostro stile di gioco. Il nostro consiglio, invece, è quello di rimanere fedeli a lungo ad un’arma, proprio per godere dei vantaggi descritti in precedenza. Vi accorgerete che questa strategia renderà la scalata ai primi 20 livelli estremamente più veloce e fluida rispetto ai vecchi Call of Duty, grazie alla montagna di punti esperienza che guadagnerete.Sei invece sono i nuovi perk, di cui il più abusato è sicuramente “Assassin”. Questa abilità permette di diventare totalmente invisibile a qualunque sistema di localizzazione, dagli UAV al radar portatile al sensore del battito cardiaco. Arrivati a questo punto occorre un attimo di riflessione; la community italiana, durante queste prime settimane di gioco, si è divisa in due. Agli estimatori di Modern Warfare 3 si è affiancata una grossa frangia di “delusi” che hanno segnalato come il giocatore medio del belpaese (i match sono adesso al 90% composti da giocatori del nostro territorio, a causa della revisione del matchmaking) sia troppo soggiogato al “camping”, ovvero alla tattica di gioco che prevede il nascondersi in qualche buio anfratto della mappa per esaltare le proprie doti di cecchino o spuntare fuori solo al passaggio del nemico. Se innegabilmente tale accusa può trovare fondamento, è anche vero che, come vedremo in seguito, gli sforzi di Activision siano stati molto forti nel limitare il fastidioso fenomeno.Certo, perk come “Assassin” sembrano voler sostenere il contrario, ma forse dobbiamo fare un esame di coscienza noi prima di accusare il prossimo. La maleducazione e le scorrettezze prescindono dalla qualità di un gioco, rischiando anzi di minarla. Fossimo tutti un po’ più attenti al fair-play e all’ormai dimenticata netiquette non avremmo motivo di lamentarci. Questo per far capire che, a nostro modo di vedere, Call of Duty è sempre Call of Duty: potrà fare l’impossibile per limitare i comportamenti scorretti, ma qualcuno troverà sempre il modo di barare. Accade qui, accade in FIFA, accade ovunque.Tornando a noi, analizziamo i Point streak, anch’essi soggetti a profondi mutamenti. La classificazione, innanzitutto, è stata divisa in tre famiglie: “Assault”, “Support” e “Specialist”. “Assault” è la versione classica dei Point streak, ovvero l’esecuzione di uccisioni consecutive che sblocca approvvigionamenti, elicotteri d’assalto, missili e altre simpatiche armi di distruzione massiva.“Support” è una rivisitazione tattica in cui i premi sono orientati alla difesa della squadra piuttosto che al danno diretto, come giubbotti anti-proiettili e droni da perlustrazione. Rispetto a “Assault” e “Specialist” le serie di uccisioni in questo caso non si interrompono al momento della morte del giocatore.“Specialist” si rivolge invece ad un pubblico hardcore, regalando fino a tre perk aggiuntivi. Meno fumo e più arrosto, per chi vive di pane e Call of Duty.Di carne al fuoco, come vedete ce n’è davvero tanta. Questa è solo un’infarinatura oggettiva su ciò che Modern Warfare 3 offre in più rispetto al passato, l’approfondimento personale spetta a voi.
Uccisioni anti-camperTra le modalità proposte spiccano le new-entry Kill Confirmed e Team Defender. La prima è la risposta di Activision alle accuse di aver creato un gioco “pro-camper”. Per chi non sopporta questa tattica è stata studiata una modalità che prevede la raccolta delle piastrine lasciate dalla vittima nel punto esatto in cui è spirata. Se l’uccisione non viene confermata la squadra perde il relativo punteggio, così come se a collezionare le piastrine è un avversario ancora in vita. Questo modus operandi obbliga i giocatori a esporsi e limita drasticamente il fenomeno di camping, rendendo i match più frenetici e aperti. Inoltre, fatto non trascurabile, Kill Confirmed è probabilmente la modalità in cui si accumulano più punti esperienza e, di conseguenza, potrebbe diventare la scelta base per chi cerca un leveling facile in vista dei giri di “prestigio”.Team Defender è meno incisiva rispetto a Kill Confirmed, ma si rivela una rivisitazione tatticamente più profonda della classica Capture the Flag. La bandiera non va riportata alla base, bensì mantenuta il più a lungo possibile. La squadra in possesso del trofeo ottiene il doppio del punteggio ad ogni uccisione e deve difendere il prezioso cimelio dagli assalti nemici. Team Defender è una delle modalità più impegnative sotto il punto di vista del lavoro di squadra, strizzando l’occhio ai clan organizzato piuttosto che ai giocatori occasionali. Un buon passo avanti per Call of Duty.Le due nuove modalità possono essere testate in ognuna delle 16 nuove mappe. Il numero elevato è accompagnato da un’ottima varietà di ambientazioni e scenari, tutti tratti dalla campagna single player.La struttura e l’architettura delle mappe si avvicina allo stile di Modern Warfare 2, abbandonando la strada intrapresa con Black Ops (era abbastanza scontato). Ciò che ne consegue è che le dimensioni di alcune di queste non sono particolarmente generose, ma non mancano grandi edifici esplorabili sia in orizzontale sia in verticale. Gli inevitabili DLC in uscita nei prossimi mesi amplieranno ancora l’offerta, richiedendo all’appassionato ore di pratica e studio per imparare a dovere ciascuna mappa.
Un Elite poco elitarioVeniamo, ahinoi, alle note dolenti. Cosa sia Call of Duty: Elite dovrebbe ormai essere chiaro a tutti, ma per i più distratti riassumiamo brevemente: si tratta del nuovo servizio online di Activision che, come annunciato in pompa magna durante lo sviluppo del gioco, dovrebbe rappresentare una svolta nella storia del brand e regalare ai giocatori una vera e propria base operativa in cui consultare statistiche, partecipare a tornei a premi e svolgere tante altre simpatiche attività relative al gioco (gratuitamente o a pagamento). Se volete approfondire il concetto, vi rimandiamo alle nostre corpose anteprime.In questa sede, invece, dobbiamo parlare i grossi problemi di cui il servizio ha sofferto (e tutt’ora a tratti soffre) in seguito al day-one del titolo. Imprecisato ritardo nella pubblicazione della versione PC (voci la vogliono addirittura vicina alla cancellazione), impossibilità nel completare la registrazione, login lentissime e spesso fallimentari, database delle statistiche vuoti, mancata sincronizzazione con le gamertag Xbox LIVE e PSN: questo è ciò con cui si è scontrata l’intera community, per la felicità di chi aveva già sottoscritto un abbonamento a pagamento. Activision ha preso atto della situazione e, nel momento in cui scriviamo, sta lavorando per rendere al più presto Elite operativo al 100%, giustificandosi con l’enorme mole di giocatori che avrebbe congestionato i server. A noi, onestamente, sembra un po’ nascondersi dietro un dito, considerando che non serve un esperto di marketing per capire che Modern Warfare 3 avrebbe venduto come i suoi predecessori (se non di più). Siamo fiduciosi sul fatto che il servizio possa essere fruibile al più presto, quindi rimandiamo il giudizio finale
Operazioni Speciali e sopravvivenzaMeritano un accenno le Spec Ops, missioni affrontabili in singolo o in compagnia di un amico (sia in locale, sia online). I 16 livelli offrono approcci e obiettivi poliedrici, richiedendo un buon affiatamento per via della difficoltà spesso elevata (soprattutto a “veterano”). Giocabili anche in solitario, le Spec Ops sono chiaramente disegnate per la cooperazione tra giocatori. I compagni gestiti dalla CPU, infatti, non sono efficaci come nelle più semplici e meno profonde Spec Ops di Modern Warfare 2.La chiacchierata Nazi Zombies targata Treyarch è stata sostituita dalla ben riuscita Survival. Studiata ad ondate di nemici sulla falsariga dell’Orda di Gears of War, la nuova modalità è avvincente e tatticamente varia grazie all’equipaggiamento, alle armi e agli aiuti sbloccabili. Un buon diversivo tra la campagna singleplayer e il multiplayer tradizionale.
Le fondamenta su cui poggiano le nuove proposte di Infinity Ward rimangono naturalmente immutate; il gameplay ha raggiunto infatti un equilibrio tra immediatezza e profondità unico e difficilmente riscontrabile in altre produzioni, garantendo un bilanciamento a cui nuovi benefici possono arrivare solo da modalità inedite o modifiche minori ad armi ed inventario.
Gli sviluppatori conoscono molto bene punti di forza e debolezza della loro produzione e ci hanno regalato il Call of Duty online più bello da giocare di questa generazione, in attesa che vengano risolti i gravi problemi che affliggono Elite.