Di questi tempi fare una partnership con Sony può avere innumerevoli vantaggi, ma comporta anche dei compromessi, uno di questi si chiama VR. Giustamente, in ottica aziendale, l’obiettivo di ogni scelta di marketing è far vendere di più i propri prodotti, senza dimenticarsi che per il consumatore l’importante è che l’acquisto fatto lo gratifichi al punto da giustificarne l’esborso; pensando al visore è inevitabile arrivare alla banale considerazione che senza supporto software, questo non possa avere una reale competitività sul mercato. Siamo arrivati dunque nella situazione in cui i titoli di punta del franchise PlayStation o in partnership con essa devono riuscire a garantire almeno un’esperienza con la realtà virtuale per essere supportati a dovere; vengono in mente Final Fantasy XV, Resident Evil 7 e proprio dopo questo COD XP anche Call of Duty: Infinite Warfare. Sia ben chiaro che la maggior parte di questi titoli non sarà giocabile con il visore, ma presenterà delle modalità a corredo limitate e realizzate ad hoc per dimostrare le potenzialità del VR e probabilmente non lasciare nel cassetto il caschetto bianco e blu. Passiamo dunque ad analizzare quest’esperienza di dogfighting a bordo del nostro caccia, che abbiamo avuto modo di provare in esclusiva proprio durante l’evento più importante dell’anno per Activision.
Il coinvolgimento prima di tutto
Entrati in un container posto nel grande spazio adiacente al Forum, dove si sta tenendo l’evento, siamo stati accolti da uno scorbutico quanto intrattabile marine che ci ha condotto attraverso un tutorial video, dove effettivamente dato l’alto rumore della musica in sottofondo, non siamo minimanente riusciti a capire cosa dicesse. Per fortuna la cosa che più era necessaria, ovvero la configurazione dei controlli, si è palesata facilmente a schermo durante la nostra presentazione, e così, rinfrancati da questa certezza, siamo passati di container in container per accedere proprio alla zona in cui avrebbe avuto luogo l’hands-on con postazioni opportunamente ricostruite, per ricordare proprio il cockpit della nave da combattimento. Pochi secondi per indossare la VR e resettare le impostazioni per la visuale, imbracciare il controller, e partire spediti in questo combattimento che si preannunciava davvero adrenalinico.
In questo Infinite Warfare, soprattutto per quanto riguarda l’esperienza single player, si sono voluti fare grossi passi avanti, in termini di varietà e contenuti; sezioni di dogfighting a bordo di un caccia spaziale, così come continui passaggi da una gravità terrestre ad ambienti zero-g, sono di sicuro le novità più evidenti. Proprio alla prima si rifa l’esperienza in questione, slegata però dalla modalità single-player; difatti una volta acquistata la versione PS4 del titolo potremo godere di questo bonus gratuitamente, ma non potremo affrontare tutte le sezioni di dogfighting della campagna con addosso il visore. Un vero peccato, perché avrebbe potuto ampliare notevolmente i casi di utilizzo del PS VR; ma torniamo alla nostra prova.
Tutto sembra filare liscio
Una a volta a bordo della navicella assistiamo al decollo del mezzo, che viviamo in prima persona circondati a 360° dalla volta stellare. Il movimento è fluido e possiamo confermare che l’esperienza ha una latenza sufficientemente bassa da non aver provocato motion sickness a nessuno dei giornalisti presenti. Questo tipo di avventura spaziale si adatta perfettamente alla realtà virtuale e permette di tenere alta la qualità poligonale del cockpit, nonostante la scarsa potenza dell’HW PS4 e non avendo altri modelli da gestire, a parte i pochi delle altre navicelle presenti a schermo. Di sicuro il risultato finale è molto più appagante graficamente di un Resident Evil 7, che invece deve fare i conti con una complessità della scena completamente diversa. Graficamente non possiamo che ricordare le battaglie spaziali di Battlefront 2, questa volta rivissute in prima persona.
Come governare un jackal
Analizzando il gameplay, le meccaniche principali sono due, una relativa al movimento e l’altra relativa alla visuale per il targetting dei missili. La prima, brevemente, si basa sull’utilizzo degli stick analogici del pad per governare i movimenti della nave e con essa la direzione dei colpi dei nostri blaster, l’arma primaria che ci ritroveremo ad utilizzare durante il combattimento. Si può accelerare o frenare fino a quasi fermarsi, ma qualora non dovessimo schiacciare nulla ci riporteremmo alla velocità standard del velivolo. L’altra meccanica invece prevede un diverso mirino associato stavolta al direzionamento del visore, e con esso sarà immediato evidenziare i nemici davanti a noi con la pressione di un tasto; al rilascio di quest’ultimo, lanceremo all’inseguimento dei nemici un numero cospicuo di razzi pronti a fare piazza pulita.
Ovviamente tutto è semplificato e non c’è modo per gli avversari di evitare il missile lanciato, rendendoli facili prede dei nostri attacchi. L’obiettivo finale dell’esperienza è riuscire a distruggere più navi possibili nel tempo a disposizione, per poi confrontarsi con i nostri amici e vedere chi è riuscito a portare a casa la palma del vincitore.
Call of Duty Jackal Assault è un’esperienza VR immediata e adrenalinica; la strategia di sfruttare l’ambientazione per rendere al meglio i poligoni a schermo è vincente e si riesce ad arrivare alla fine della demo senza disturbi di motion sickness. Purtroppo si tratta solo di un’esperienza, gratuita per tutti i possessori di Call of Duty: Infinite Warfare che riuscirà a intrattenere per una mezz’oretta o poco più.
Chiaramente non ci aspettavamo di vedere di più da Jackal Assault, ma è inevitabile considerare che questo tipo di prodotti non possono tenere in piedi da soli l’acquisto, per altro non economico, di un visore come PlayStation VR.