Spaziogames: Nel primo Black Ops il contesto storico del Vietnam, della Guerra Fredda e dell’embargo su Cuba vi ha aiutato a creare una storyline intrigante. Stavolta il gioco si divide in due zone temporali: passato e futuro, precisamente il 2025. Come avete fatto a costruire una storia il più vicino possibile alla coerenza storica se ancora devono passare ben tredici anni?Mark Lamia: (Ride) In effetti non è stato un lavoro molto semplice, abbiamo avuto l’aiuto di molti esperti: politologi, economisti e del settore tecnologico in generale. Ovviamente è facile partire dal passato, sappiamo cos’è successo e dai fatti avvenuti possiamo costruire una storia parallela. In realtà andrebbe fatta una precisazione: noi non conosciamo tutto il passato. Parlando con molti storici moderni sono venuto a conoscenza di tanti accadimenti tenuti nascosti ai tempi che cambiano la prospettiva dalla quale possiamo analizzare determinati eventi.E’ impressionante vedere quanto poco ne sappiamo del nostro passato recente, senza contare tutto quello di cui non verremo mai a conoscenza, al massimo in un futuro piuttosto lontano. Questo per dire che come il futuro non è prevedibile neanche il passato è così certo e stabile. Arrivando al nocciolo della questione (altrimenti mi dilungo troppo) per creare una storyline credibile e avvincente senza discostarsi dai possibili accadimenti futuri, ci siamo messi in contatto con Peter Singer, scrittore americano che ha pubblicato Wired for War dove sottolinea il fatto che i racconti sci-fi di una volta stanno pian piano diventando la realtà attuale, soprattutto in ambito militare dove la tecnologia è sempre più avanzata rispetto a quella civile. Tramite lui e il suo libro abbiamo ipotizzato e realizzato come la nostra storia contemporanea si evolverà da oggi fino al 2025, anno in cui è ambientato Black Ops II.
SG: Avendo provato tutti i capitoli della saga di Call of Duty di questa generazione di console, abbiamo notato una certa carenza di personaggi memorabili e indimenticabili. L’unico che ci viene mente è il Capitano Price. Vista l’attenzione posta nel migliorare la storia generale, avrete la stessa accortezza anche per il cast del nuovo episodio?ML: Sì, anche questo è sulla nostra lista delle cose da fare. Ci stiamo impegnando molto in questo senso sin da questo episodio grazie al nuovo protagonista David Mason, figlio di quell’Alex protagonista del primo Black Ops. Padre e figlio saranno i protagonisti, attraverso i ricordi del genitore rivivremo il passato, con David invece sperimenteremo il futuro, quello generato dalle scelte di una società sempre alla ricerca di nuove fonti d’energia per sopperire all’imminente esaurimento dei pozzi petroliferi. Per concludere la mia risposta, credo che già da questo episodio i fan della serie troveranno nei due Mason dei nuovi eroi a cui affezionarsi, talmente tanto che rimarranno impressi nei loro ricordi anche quando non saranno più sul palcoscenico.
SG: Parlando sempre del single player, ci chiedevamo se fosse vostra intenzione, visti anche gli sforzi per migliorare plot e personaggi, aumentare la durata delle campagna principale, cercando dunque di eliminare uno dei classici difetti che spesso viene imputato alla serie.ML: Difficile dare una risposta in termini di “quantità” di ore giocate. Innanzitutto dipende dalla bravura del giocatore, al suo stile di gioco. Inoltre quello a cui puntiamo non è tanto “allungare” la durata del gioco che molto probabilmente rimarrà in linea con i precedenti capitoli, ma aumentare la qualità intrinseca della storyline, anche se breve, ma renderla sempre più emozionante e soddisfacente.
SG: In Call of Duty viene data molta importanza alle sequenze scriptate, spettacolari e coinvolgenti. Il pericolo è che ormai queste si trasformino da evento a sorpresa in un elemento ormai scontato. State cercando di rielaborare questa formula?ML: In parte. Noi amiamo creare queste situazioni in cui il giocatore si trova al centro dell’azione mentre tutto attorno avvengono eventi incredibili e di grande impatto. D’altra parte sappiamo bene che durante queste esperienze gli utenti devono focalizzarsi sul portare a termine la missione in corso e talvolta falliscono, trovandosi così costretti a ricominciare da capo. Per questo motivo, anche se durante una sequenza scriptata il giocatore non completa l’obiettivo il gioco continuerà, in maniera diversa ovviamente, ma andrà avanti lasciando sempre aperta la finestra a un secondo tentativo qualora l’utente volesse riprovare.Inoltre abbiamo escogitato dei bivi all’interno della storyline dove si dovrà scegliere tra due soluzioni: la somma di queste porterà a un determinato finale, posso dire che per la prima volta Call of Duty non avrà un solo finale, ma multiple esperienze finali.
SG: Sarà il miglior Call of Duty di sempre?ML: Certamente (ride)