Sono un paio di giorni che continuiamo a ripeterlo ma il gaming italiano è alla disperata ricerca di conferme sugli sport elettronici, conferme che possano dare la certezza agli investitori che i nostri team siano in grado di affrontare ad armi pari i team europei e magari scontrarsi in testa a testa furiosi anche contro i colossi americani. Un’utopia? Forse, ma i Sublime potevano davvero dire la loro nella giornata odierna, favoriti da un primo turno mattutino che li avrebbe visti scontrarsi contro i nordici Reign e da lì andare dritti dritti ai posti che contano alle COD European Championship 2014. Qualcosa però, dopo la prima vittoria, è andato terribilmente storto.
Scelta Sbagliata?Siamo arrabbiati, ma soprattutto delusi. Delusi e arrabbiati con chi non prende queste competizioni sul serio, quasi la loro partecipazione fosse in qualche modo dovuta o richiesta a gran voce. Se c’è una cosa sulla quale davvero non si può soprassedere è la mancanza di rispetto verso tutti quei giocatori che tifano o magari osservano semplicemente in silenzio i team considerati migliori della propria regione e che in una competizione internazionale come questa dovrebbero non solo rappresentare l’Italia ma dare l’esempio a tutti coloro decisi a percorrere la dura strada del gaming professionistico.Quando abbiamo parlato con i Sublime oggi sono emersi discorsi particolarmente interessanti sulla situazione italiana e dei circuiti di Call of Duty, con i giovani team che faticano a farsi strada in ambito competitivo, timorosi di scontrarsi con giocatori più forti, e tornei sempre più spesso dominati dai soliti quattro volti noti.Si è discusso del recente campionato italiano organizzato da Personal Gamer, ottimo sotto molti punti di vista, ma anche limitato in numero di iscritti e qualità dei partecipanti. Si è parlato della difficoltà di trovare sponsor decisi a investire in maniera cospicua nei vari team, Sublime in primis vista la loro posizione di rilievo, e su tutto quanto detto ci siamo trovati d’accordo al 100%, anzi le loro parole ci hanno mostrato i diversi aspetti di una realtà ancora non chiarissima in Italia.C’è da parte dei team importanti la necessità di trovare qualcuno che li possa sostenere in termini finanziari per gli allenamenti, per giocare 8-10 ore al giorno e avere la tranquillità e la sicurezza di poter portare a casa la cena ugualmente, insomma si sente il bisogno di avere una sicurezza economica già presente in molti altri sport e qui completamente assente.Sono forse i numeri ancora a mancare per attirare grosse somme di denaro e anche i montepremi dei nostri tornei non sembrano potersi avvicinare minimamente alle cifre viste all’estero, ma i numeri si fanno investendo nei progetti e la pubblicità arriva solo ai team che salgono gli scalini della scena internazionale e ci restano a lungo.Abbiamo quindi una situazione piuttosto difficile da risolvere e per superare il grosso scoglio iniziale serve davvero uno sforzo enorme da parte di tutti per iniziare a far funzionare le cose.. e poi succede quello che è successo.Mentre assistevamo al torneo e i team europei si battagliavano a schermo la notizia che non ti aspetti, quella che taglia le gambe alla buona volontà e alla voglia di continuare a tifare per la tua nazione: Il team italiano si ritira, Pow3r, uno dei componenti, decide di non volerne più sapere per oggi prepara i bagagli e prende il primo aereo per tornare a casa, nei prossimi giorni lo aspetta un esame e lo studio ha priorità su tutto, anche sul torneo.Giusto molto probabilmente sul piano personale, ma incredibilmente devastante dal punto di vista del ritorno mediatico e della visibilità per l’intero team. Quella che doveva quindi essere un’analisi della prestazione dei nostri diviene spunto per considerazioni sullo stato di questo sport, anche se virtuale, probabilmente ancora non abbastanza maturo sia per i numeri sia per le personalità che ad oggi lo rappresentano.La strada verso il successo sarà lunga e in salita, abbandoniamo il torneo guardando tristemente alle finali di Los Angeles dove quantomeno speriamo che Activision segreghi in una gabbia i nostri giocatori per convincerli a restare fino alla fine del torneo.
E ci mettiamo anche gli youtuber dentroVe lo diciamo in maniera appassionata, sedendoci accanto a voi e cercando di consigliarvi al meglio. Smettetla di prendere come riferimento gli youtuber come esempio di giocatore pro. Parliamo in questo caso di Call of Duty perché è questo l’oggetto del giorno, ma potremmo applicarlo davvero a tantissimi altri titoli. La maggior parte di ragazzi che caricano video su youtube, soprattutto di COD mostrano spesso skill utili a dare spettacolo (e in questo sono bravissimi), buone per il giocatore singolo, ma sono lontanissime da quello che ci vuole per padroneggiare con dovizia le partite di un torneo e capire le meccaniche che si celano dietro a titoli come COD. Fare una serie di killstreak da 20 in una partita online non fa di voi un pro e non vi mette nell’ottica di quel gioco di squadra indispensabile per trionfare, qui come in qualsiasi altro gioco team based. Una delle discussioni più calde avute oggi con il team Sublime verteva proprio sul commento in streaming avuto per il torneo di personal gamer, decisamente poco tecnico e nemmeno di intrattenimento. Si è cercato come primo esperimento di portare pubblico dai canali di alcune personalità rilevanti nel nostro panorama mettendoli in video, ma non è questo il lavoro dei caster. Non confondiamo le cose. Al COD European Championship abbiamo avuto un esempio di cosa voglia dire commentare partite di un torneo di questo livello, con presentatori competenti, dall’ottima parlantina e soprattutto sul pezzo, con una conoscenza notevole del panorama ludico europeo e dei vari componenti dei team. Sono requisiti necessari per fare un buon lavoro e speriamo che anche in Italia vengano fatti passi avanti in questa direzione già dai prossimi tornei di rilievo.
Una giornata da dimenticare per il team italiano, un forfait davvero senza senso che ci ha lasciato spiazzati e delusi. Seguiremo le gesta dei Sublime a Los Angeles nella finale Mondiale, per oggi davvero è inutile spendere ulteriori parole.