Best Storytelling

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Attenzione: Gli Spaziogames Awards e in particolare il GOTY 2016 rispecchiano le preferenze dell’intera redazione e non sono pertanto la scelta di una singola persona. In questi speciali troverete i nominati e i vincitori di ogni categoria, con questi ultimi che diventeranno automaticamente i papabili per l’elezione collegiale del nostro “Gioco dell’anno” .
“Anziché usare la categoria ‘Avventura’, che per i titoli di quest’anno appare quanto mai limitante, abbiamo deciso di istituirne una nuova che potesse comprendere altre opere che sarebbero ingiustamente rimaste fuori dai nostri Spaziogames Awards 2016. Proprio per questo motivo, oltre alle classiche avventure grafiche e agli adventure moderni, abbiamo deciso di aggiungere dei titoli che hanno nello storytelling uno dei loro migliori pregi, riuscendo a trattare argomenti non semplici con grande sensibilità.” Andiamo dunque a scoprire quali sono le nostre nomination per la categoria “Best Storytelling”. Nel gruppo non abbiamo potuto esimerci dall’inserire anche un’espansione che, per quantità di contenuti e realizzazione, sarebbe stato un peccato non tenere in considerazione.

NOMINATION
Oxenfree
Oxenfree è un’opera sulla forza del dialogo e la precarietà dei rapporti umani. Offre un gameplay semplice, intuitivo e diretto, dove l’interazione è sempre controllata ed essenziale.
Dietro un’ossatura da avventura grafica moderna dal gameplay essenziale, funzionale ai soli spostamenti da una zona all’altra, si cela un titolo che mette in luce al contempo la solidità e la debolezza dei legami tra le persone, a cui bastano spesso poche parole per cambiarne per sempre la natura. 
That Dragon, Cancer è uno dei giochi più difficili mai creati. Il tema è estremamente complesso da affrontare, e alcuni aspetti sono indecifrabili per chi non è padre e ha avuto la fortuna di non vivere mai una situazione simile a quella narrata in questo titolo. That Dragon, Cancer, tuttavia, ha la capacità di svelarci l’umanità che si cela dietro a chi sta perdendo un figlio di cinque anni per una terribile e dolorosa malattia, e di farlo in maniera efficace e mai oscena. Un gioco piccolo piccolo, della durata di un film, ma capace di colpirci dritto al cuore.
FirewatchSebbene abbia attirato a sé la curiosità dei videogiocatori prevalentemente per l’ispiratissima direzione artistica, Firewatch ha tanto da offrire soprattutto quando i suoi splendidi scenari si intrecciano alla componente narrativa. I suoi dialoghi ben scritti ci portano al centro di un’esperienza umana in equilibrio tra la fuga dai propri traumi e lo scontro con nuove suggestioni, per un’avventura che ha saputo proiettarci nel cuore delle foreste del Wyoming. E, più di tutto, in quello del suo protagonista.
The Witcher 3: Blood and Wine
Blood and Wine potrebbe passare alla storia come migliore espansione mai concepita per un videogioco: l’eroe, il mondo di gioco in cui si muove e la galassia di straordinari personaggi che gli gravitano attorno meritano ancora di essere esplorati e raccontati, soprattutto con questa passione e cura per i dettagli. CD Projekt, al di là della straordinaria qualità dei contenuti, andrebbe presa ad esempio da moltissime altre software house per l’amore tanto verso la sua creatura quanto per i giocatori: si tratta di un prodotto che può garantire anche una quarantina di ore, se sviscerato nella sua interezza, quasi come se fosse un gioco completo a sé stante. Blood and Wine è raccomandato non solo agli amanti della serie, ma anche per tutti coloro che amano i giochi di ruolo, la narrativa, i videogiochi ben fatti e i mondi di fantasia dentro i quali è un piacere immergersi.
The Last Guardian sa come mostrarci l’altra faccia del videogioco, un volto di cui stiamo progressivamente disconoscendo i tratti più dolci e aggraziati. Sono i lineamenti familiari del passato, le cui rughe parlano di consuetudini perdute, semplicità, spensieratezza, sentimenti autentici e la minaccia sempre strisciante di un male che deve esistere per stabilire i giusti equilibri. The Last Guardian parla di tutto ciò tramite un minimalismo della scrittura davvero ammirevole, che non necessità di complesse sceneggiature perché sa usare bene gli strumenti del medium a cui appartiene. 
AND THE WINNER IS…Ve lo diciamo nel video o clicca qui!
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