Attack on Titan(fall)

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Intanto la notizia: Electronic Arts annuncia l’intenzione di acquistare Respawn Entertainment, software house responsabile della serie Titanfall. L’accordo prevede un esborso di oltre 400 milioni di dollari totali da parte di EA, di cui 315 immediati, ed altri 140 al raggiungimento di determinati obbiettivi di vendita per i titoli futuri entro il 2022. Tutta la burocrazia porterà, entro i primi periodi del 2018, all’acquisizione totale dello studio.Respawn Entertainment viene da un nuovo buco nell’acqua con Titanfall 2, non tanto qualitativo perché lo shooter è stato acclamato dalla critica e da quel (pochissimo) pubblico che l’ha acquistato, ma di vendite. C’è da dire che la colpa, stavolta, è interamente di Electronic Arts, che piazzò l’uscita del gioco il 28 ottobre 2016, esattamente in mezzo all’altro shooter di EA, Battlefield 1 (osannato già dal primo trailer) e Call of Duty: Infinite Warfare (meno osannato, ma pur sempre Call of Duty). Il risultato è che Titanfall 2 è esattamente come il suo predecessore: un magnifico sparatutto giocato da nessuno.

Non è difficile ipotizzare che questa sia stata una cosa voluta da Electronic Arts. Portando Titanfall 2 ad essere un titolo di scarso successo, il publisher ha potuto acquisire in blocco lo studio ad un prezzo molto minore a quello che sarebbe stato se, invece, lo shooter di Respawn avesse fatto sfaceli in termini di vendite.Non è il primo studio, infatti, che Electronic Arts porta nell’ovile con l’idea di poterlo utilizzare come meglio crede. Attualmente, Respawn è al lavoro su un titolo ambientato nell’universo di Star Wars, oltre che su un’esperienza di combattimento in prima persona per Oculus. Contestualmente all’operazione finanziaria in oggetto, nello stesso comunicato stampa è stato annunciato anche lo sviluppo di un nuovo titolo della serie di Titanfall, che potrebbe essere un terzo episodio o qualsiasi altra cosa.Ovviamente l’operazione ha visto tutte le parti in causa felici e contente (e come potrebbe essere altrimenti?), con Vince Zampella di Respawn ed Andrew Wilson di EA pronti a dispensare parole al miele l’uno per l’operato dell’altro (anche se il titolare dello studio in passato non le ha certo mandate a dire). Lo stesso Zampella, però, è stato “costretto” a rassicurare i fan sul destino dello studio, dichiarando che Respawn è ancora viva e vegeta, ma soprattutto che continuerà ad avere la libertà creativa di sempre. La rassicurazione è d’obbligo, considerata la notevole lista di studi che hanno visto concludere il loro ciclo vitale nei meandri di Electronic Arts. Visceral Games è ancora un caso fin troppo tiepido, e ancora prima lo studio di Bioware che ha lavorato a Mass Effect: Andromeda che non è stato chiuso ma smantellato, e i suoi membri sono stati riassegnati ad altri studi interni.

Andando a scavare nel passato possiamo trovare Origin Systems, lo studio co-fondato niente meno che da Richard Garriott, acquistato nel 1992 e chiuso nel 2004 dopo una serie di capitoli di Ultima. Peter Molyneux fondò Bullfrog Productions nel 1987, acquisito da EA nel 1995 e chiuso nel 2001 con Dungeon Keeper come ultima produzione. Nel conto annoveriamo anche Westwood Studios e Mythic Entertainment. Il primo creo una serie di titoli con licenza di Dungeons & Dragons, oltre al celeberrimo Command & Conquer, EA lo comprò nel 1998 per chiuderlo nel 2003. Il secondo invece si occupò di alcuni mmorpg come Dark Age of Camelot e gli episodi di Warhammer Online, entrò nel vivaio di Electronic Arts nel 2006, con una diceria per cui lo studio si vendette da solo al publisher per avere la possibilità di raccogliere i fondi necessari a sviluppare Warhammer Online, per poi essere chiuso nel 2014. Tra i tanti c’è anche Maxis, responsabile dei titoli della serie Sim, comprato nel 1997 e smantellato nel 2004. Kesmai, il quale creò il mmorpg Island of Kesmai nel 1985, per essere rilevato nel 1999 e chiuso nel 2001. Nella storia recente c’è anche DreamWorls Interactive, creatori del Medal of Honor del 1999, acquisito da EA nel 2000 e fuso in DICE Los Angeles nel 2013. Estremamente a tema con l’attualità c’è anche Pandemic Studios, responsabili degli originali Star Wars: Battlefront, il cui studio è stato comprato nel 2008 per essere chiuso solo un anno dopo, nel 2009.

Respawn Entertainment ha attualmente tre progetti all’attivo, quindi la chiusura è un’opzione ancora molto lontana e le rassicurazioni di Vince Zampella sono forse superflue. Certo è che Electronic Arts non è un’azienda che ci va leggera quando si tratta di ottimizzare i costi. Quindi, se possiamo stare tranquilli per il futuro prossimo dei progetti su Titanfall, Star Wars e per Oculus, è altrettanto vero che Respawn non può permettersi nemmeno un passo falso, perché a quanto pare ci vuole molto poco a finire nella lista nera di EA.

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