Arriverà nei cinema di tutto il mondo il 4 Gennaio, ma pochi addetti ai lavori hanno avuto la fortuna di assistere alla primissima proiezione su suolo italiano di Assassin’s Creed: il film tratto dall’omonima saga videoludica che racconta l’eterna guerra fra la Fratellanza degli Assassini e l’Ordine dei Templari.
Nonostante avessi visto tutti trailer di questo mondo, avevo un po’ paura. Sì, perché anche se il materiale promozionale ad oggi disponibile sia per certi versi rassicurante, o forse è meglio dire sfuggente, capace di comunicare tutto e niente, c’era comunque il timore recondito che questa pellicola fosse l’ennesimo tentativo di trasporre in lungometraggio le atmosfere e le ambizioni di un videogame. E invece no: Assassin’s Creed è forse il primo caso nella storia del cinema moderno che riesce ad estrarre efficacemente l’anima del videogioco per poi utilizzarla in maniera ancor più efficiente all’interno di una storia creata appositamente per il grande schermo. Il risultato è un film godibilissimo per tutti, dai fan del gioco ai neofiti del brand.
Requiescat in pace
Ora che vi siete messi il cuore in pace, posso provare a spiegarvi perché la storia partorita dalla mente di Lesslie, Cooper e Collage è vincente su tutta la linea. Prima di tutto c’è il cast, azzeccatissimo in ogni volto e ruolo: Fassbender è la solita garanzia di qualità ed intensità interpretativa. Il suo Callum Lynch è centrato e mai esagerato; efficace ma non eccessivo. Mentre la controparte spagnola, Aguilar, è un’arma letale completamente devota al suo Credo. Nonostante gran parte del merito della riuscita di questo film è da appioppare al buon Fassbender, non dimentichiamoci che è spalleggiato da figure come Marion Cotillard E Jeremy Irons. Il punto però non è questo. Si, gli attori sono bravi e la regia di Kurzel è molto precisa, ma il vero pregio di Assassin’s Creed è la furbizia e l’originalità con la quale riesce ad attingere da una della saghe più famose e vendute nella storia dei videogame: siamo stati abituati a trasposizioni cinematografiche che non facevano altro che esaltare ogni singolo aspetto del gioco, estremizzando azione, spettacolarità e fantasia. AC invece no, lui è delicato, preciso, energico ed opportuno. Prendersi la responsabilità di parlare di una storia enorme come quella che è la saga di Altair, Ezio e tutti gli altri, non è sicuramente scelta facile, anzi, è molto coraggiosa. Cadere nel fanservice o, peggio ancora, piombare nel mare della sconclusionatezza era un pericolo estremamente concreto. Qui però è tutto garbato, misurato e mai anonimo o addirittura già visto: alcuni aspetti (come l’Animus) sono reinterpretati in maniera sorprendentemente azzeccata e non fanno mai rimpiangere la versione “originale”, il mix presente-passato è ben bilanciato e vi lascerà un po’ l’amaro in bocca, perché la Spagna del XV è polverosa, affascinante, povera e disperata. Le scene d’azione sono ben gestite e, soprattutto, comprensibili. Quando sarete li pronti a dire “ecco lo sapevo che esageravano con queste strizzatine d’occhio ai fan”, verrete prontamente smentiti: come dicevo Assassin’s Creed non commette l’errore dei suoi predecessori che hanno tentato fortuna con questo genere di adattamenti. Anzi, il film è da considerare a tutti gli effetti come una sorta di standalone rispetto alle vicende dei videogiochi, e siamo sicuri che rappresenterà un’ottima iniziazione per chi arriverà al cinema completamente al buio sulle vicende che attanagliano Assassini e Templari.
Il Peccato Originale
Senza addentrarmi troppo nella trama, rischiando cosi di rovinarvi il gusto della scoperta, è bene parlare quantomeno dell’input narrativo della storia: Callum è un bambino che dovrà fare i conti con il peso della sua discendenza, e che volente o nolente si troverà a combattere per e contro forze di cui prima ignorava totalmente l’esistenza. Se chi conosce bene il brand avrà già molti spunti di come andrà a svilupparsi la storia anche solo leggendo l’incipit, dall’altra parte i meno avvezzi al gioco vivranno più di una sorpresa. Assassin’s Creed costruisce un flusso di eventi apparentemente lineare e volutamente poco approfondito, per poi avanzare passo dopo passo all’interno del fitto bosco di mistero che circonda ogni singolo aspetto che caratterizza la vita e lo scopo di quasi tutti i personaggi. Certo, c’è sempre qualche piccola forzatura necessaria allo svolgimento della trama, ma sono ben gestite e non compromettono l’esperienza, senza contare che il ritmo è piacevole e, per esempio, ci sono sequenze come quella iniziale che si prendono il loro tempo per raccontare un qualcosa di fondamentale che sarà poi elemento ricorrente per tutta la durata del film. Altro pregio non trascurabile è la fotografia: fredda ed asettica nelle sequenze contemporanee, sporca e disperata nelle avventure spagnole di Aguilar. Dare un’identità ben precisa ad ogni momento storico era una componente fondamentale per conservare l’anima originale del videogame, e questo Assassin’s Creed ce la fa alla grande. Come detto in precedenza le scene d’azione e combattimento sono molto ben gestite e non mancherà quella parte di violenza e spettacolarità che da sempre è aspetto centrale nel gameplay di AC. La sensazione però è che tutto qui sia più reale e meno esagerato. il film riesce a mantenere una parte di veridicità che permette allo spettatore di immergersi completamente nella storia; rimarrete piacevolmente sorpresi da come l’alternarsi di azione, avvenimenti più o meno bizzarri e momenti drammatici vi terrà incollati alla sedia senza concedervi la minima distrazione.
Il film di Assassin’s Creed è sicuramente un’operazione riuscitissima: tolti i pregi prettamente cinematografici, di cui parleremo in futuro, è un ottimo film sui videogiochi. Anzi. è un ottimo film che prende ispirazione da una saga super conosciuta, riuscendo a costruire una storia originale godibile da chiunque. Può davvero rappresentare la vera rivincita del genere, dimostrando come adattamenti simili siano progetti che possono aver qualcosa da dire in termini di originalità, eleganza ed efficacia.