Prima di E3 2017, Assassin’s Creed Origins era avvolto in una nube di mistero. Nonostante la (quasi) certezza dell’Egitto come ambientazione, erano state avviate serie di ipotesi che avevano portato a nominare il regno di Unas, o di Ramses II, a parlare di greci o addirittura di cretesi. Dopo la fiera losangelina la nube di mistero si è dissolta sempre di più, lasciando intendere che il titolo fosse ambientato in un passato non così remoto, ma che riguardasse personaggi e storie a noi note, come l’Egitto di Cleopatra. Tuttavia, in quell’occasione, l’attenzione di Ubisoft è stata incentrata più sulle novità legate al gameplay, e poco al contesto vero e proprio, lasciando ancora una volta intatta una certa dose di oscurità. A poco più di due mesi dall’uscita di Assassin’s Creed Origins, lo studio canadese ci ha deliziato con un trailer interamente in CGI, presentato lo scorso 20 agosto in occasione di Gamescom 2017 e volto a delineare meglio le vicende che verranno trattate nel nuovo capitolo della serie.
L’aspide di Cleopatra
Appare sempre più chiara la missione principale che dovremo affrontare con Bayek, membro della Medjay – “polizia” elitaria al servizio del faraone – e soprattutto primo Assassino che darà inizio alla Confraternita. Sino ad ora non era ben chiaro quale fosse il suo obiettivo: Ubisoft ha specificato che il suo ruolo è una rappresentazione della lotta contro i poteri oscuri che minacciano il regno egizio. Eppure,
grazie allo spettacolare trailer sopracitato, è ormai assodato quali siano i nemici contro cui combatterà l’esperto Assassino, ovvero l’Impero Romano e intrighi politici. Il periodo trattato è infatti quello del regno di Cleopatra (48 a.C. circa), l’affascinante regnante schiacciata dalla potenza romana guidata da Giulio Cesare, il quale vede nell’Egitto un importante tassello per la crescita dell’Impero. Ciononostante Cleopatra si presenta a lui come alleata e non come antagonista per far fronte agli intrecci familiari legati alla successione del trono, dovendo condividere il regno con il fratello Tolomeo XIII, consigliato dall’eunuco e funzionario Potino. A ciò si aggiungono le brame della sorellastra Arsinoe IV. Il trailer dunque ci mostra con ritmi epici e galvanizzanti – così tipici nella serie– i giochi di potere che attanagliano l’Egitto, una terra verso cui Bayek nutre un forte attaccamento. Ciò è apparso evidente nella retorica da lui utilizzata durante i diversi video mostrati lo scorso E3, e in particolare nella missione ambientata a Siwa, villaggio natale del protagonista. Ciò che rende interessante questa atmosfera è la comparsa di vere e proprie icone, tra personaggi storici e luoghi. L’apparizione di
Cleopatra, stupenda nel suo modo di fare, nel suo stile e nei suoi ornamenti, che utilizza la pedina dell’alleato e amante
Giulio Cesare, il quale compare a sua volta attraverso un repentino gioco di luci che mostra il passaggio da piccola statuina a possente figura a cavallo. Egli, con i suoi lineamenti marcati secondo quanto tramandatoci dall’arte antica, non parla, ma compie un solo gesto per far avanzare le sue truppe verso il faro di Alessandria d’Egitto, che negli anni in questione fu sede di una delle più rovinose battaglie combattute dal militare romano.
Origins dunque ripropone lo scontro/incontro tra civiltà, come era avvenuto nel primo capitolo tra Crociati e Musulmani, o in Assassin’s Creed III tra britannici e coloni americani, e che adesso riappare nella forma di Egitto e Roma. La raffigurazione di due delle civiltà più celebri della storia antica ha sicuramente il merito di dare una maggiore profondità all’atmosfera e alla trama stesse. O almeno, questo è quello che ci si aspetterebbe dopo quanto visto.
I simboli dell’Egitto
Parte delle aspettativa deriva dal fascino legato a personaggi e luoghi che fanno parte, in maniera prepotente, di un’immaginario collettivo secolare. Un’attrazione avvalorata da un forte simbolismo sempre presente nel trailer e che rimanda alla cultura e alla mitologia del regno d’Egitto. Un esempio può essere lo scorpione divorato dalle formiche all’inizio come immagine della morte e della distruzione, ma che poi riappare sul campo di battaglia, scalciato dalla pedina manovrata da Cleopatra. O ancora, il cobra che fuoriesce dalla maschera ornata indossata dal misterioso uomo, anch’esso rappresentazione della potenza e dell’autorità, divorata dall’aquila, che in Origins figura non solo come il canonico emblema degli Assassini ma anche come simbolo dell’anima, e dunque di un potere superiore rispetto ai mali incontrati. Un simbolismo predominante che enfatizza l’atmosfera entro cui opereremo. Accanto alla mitologia e agli eroi del passato, il trailer ci dà fiducia sulla rappresentazione storica di alcune pratiche diffuse nel regno d’Egitto, come i rituali religiosi, il processo di mummificazione, la schiavitù, e la costruzione delle Piramidi. Ogni elemento, dal più realistico al più fantasioso, si mescolano sapientemente per un’immersione totale del videogiocatore in questa eterna lotta tra Luce e Oscurità. Ciò assume maggiore significato se si ascoltano le parole che fanno da sottofondo al trailer, tratte dalla canzone You Want it Darker di Leonard Cohen.
Se sul versante gameplay rimangono i dubbi sulle capacità di Assassins’ Creed Origins, per quanto riguarda l’atmosfera di gioco e il periodo storico trattato le aspettative salgono, in particolare dopo il trailer rilasciato a Gamescom 2017. Tale video in CGI ci dà finalmente una prova concreta sui nemici di Bayek, il nostro protagonista. Egli si troverà ad agire nel bel mezzo di un gioco di potere tra due dei più grandi imperi del passato: quello d’Egitto rappresentato dall’ammaliante Cleopatra e dai suoi fratellastri assetati di potere, e quello di Roma guidato dal carismatico e autorevole Giulio Cesare. In questo teatro sarà possibile rivivere alcune delle battaglie più appassionanti del passato, ma anche immergersi nella simbologia e nella mitologia egizia, tra mummie, riti, architetture imponenti come le Piramidi e il Faro di Alessandria d’Egitto. La speranza è che Ubisoft riesca a mescolare bene le diversi componenti ludiche e artistiche, perché sarebbe un vero peccato perdere un’occasione di rinascita della serie in un contesto storico così succulento.