Assassin's Creed: Origins

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a cura di Hara_G

Dal Medioevo alla Seconda rivoluzione industriale: la serie di Assassin’s Creed ha ricoperto un vasto arco temporale, toccando le diverse epoche che hanno maggiormente influenzato la civiltà umana. Dopo Syndicate, ambientato per l’appunto nella seconda metà dell’Ottocento, sono iniziate le scommesse e le ipotesi da parte dei fan sul prossimo contesto storico. Per gli appassionati di storia contemporanea  era  facile immaginare un capitolo ambientato durante la Rivoluzione d’ottobre russa, dato che quest’anno ricorre il suo centenario. Inoltre la cornice rivoluzionaria ben si confà alla lotta tra Assassini e Templari. 
Altri, invece, hanno ipotizzato un salto all’indietro nella narrazione storica, pensando al Giappone feudale, per avere un tocco esotico nella serie, dopo i diversi capitoli ambientati  tra l’Europa e l’America. 
Tuttavia, secondo gli ultimi rumor, il nuovo Assassin’s Creed non tratterà nulla di tutto ciò. Origins – questo è il nome che circola in rete – guarda al passato più remoto, prima ancora dei latini e dei greci, in cui la civiltà è ai suoi albori: l’Antico Egitto.
 

Assassini nel regno di Unas e Khenut
Tramite un’immagine apparsa su internet diversi giorni fa, pare che il periodo di riferimento sia quello del faraone Unas e della moglie Khenut, collocabile tra il 2500 e il 2300 a.C.. Si tratta di un’epoca molto particolare poiché, secondo gli studiosi, il regno di Unas segnò il preludio del crollo della V dinastia dell’Antico Egitto. I motivi di tale decadimento sono legati principalmente al crollo della sacralità con cui era caratterizzata la figura del faraone.  Egli era ritenuto il figlio di Ra, dio del Sole egizio, e fungeva da intermediario tra gli uomini e il mondo degli dei. Durante il regno di Unas, però, il culto del dio Ra andò ad affievolirsi a causa della crescente devozione nei confronti di Osiride, divinità cui si fa risalire la nascita dell’agricoltura e della religione. I fedeli dunque si rivolgevano direttamente a quest’ultimo, attraverso la conduzione di uno stile di vita basato sull’etica, per accedere all’aldilà. Accanto al decadimento di influenza del faraone, il regno di Unas fu caratterizzato da crisi economiche, dalla dispersione del potere dei governatori locali, e da carestie che colpirono non tanto le città quanto le popolazioni nomadi. 
Si tratta di una prima ipotesi, perché durante la notte del 16 maggio sono venuti fuori altri sostanziosi leaks che confermano buona parte del discorso fatto sinora, ma che allo stesso tempo lo smentiscono. Pare infatti che l’Egitto sia abbastanza attendibile come ambientazione, ma gli anni su cui si basa sono quelli del 1400- 1200 a.C. Si tratta di arco temporale ampio, ma si potrebbe ipotizzare che il regno rappresentato sarà quello di uno dei faraoni più noti: Ramses II, appartenente alla XIX dinastia. Si tratta di un periodo molto florido per il regno egizio, spesso paragonato a un impero dagli studiosi, data la vastità del territorio. Durante il regno di Ramses II, l’Egitto fu impegnato in diverse campagne contro gli Ittiti, giungendo sino ai confini siro-palestinesi. È sempre a questo periodo, inoltre, che risalgono le gesta di Mosè e della traversata del Mar Rosso con il popolo ebraico. Intanto le città all’epoca fiorivano, con Tebe che all’epoca era divenuta la capitale spirituale del regno di Ramses II, durato ben 67 anni.  
Rischio di vuoto storico?
Che sia l’Egitto del 2500 a.C o quello del 1.200 a.C, l’atavico scontro tra Assassini e Templari può trovare spazio al suo interno? Se analizziamo bene i diversi elementi trapelati in questi giorni la risposta è sì. Il Credo degli Assassini si basa sull’attuazione del libero arbitrio degli individui, a differenza dei Templari che invece puntano al controllo delle masse attraverso la tecnologia e i poteri forti. Due principi opposti che hanno preso la forma in Assassin’s Creed III della Rivoluzione di indipendenza americana, con gli Assassini dalla parte dei coloni e i Templari da quella degli inglesi; oppure in Unity della Rivoluzione francese, con gli Assassini simbolo di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, contro l’Ancien Règime dei Templari. Quest’ottica dualistica si inserisce bene anche nell’Antico Egitto. In particolare, se il periodo trattato è davvero quello di Unas, si potrebbe ipotizzare che i due protagonisti  (sarebbero un uomo e una donna secondo uno dei primi rumor) abbiano un ruolo preminente nella caduta dell’autorità del faraone che, al contrario, dovrebbe essere sostenuto dai Templari. Un contesto che sarebbe decisamente più vasto se fosse quello di Ramses II, dove il giocatore sarebbe catapultato dentro un crogiolo di civiltà e popolazioni, prendendo spunti anche dalla narrazione biblica. Vi sono tuttavia dei dubbi su Assassin’s Creed Origins, in quanto ambientato in un’epoca che non è menzionata nella storia ufficiale di Assassin’s Creed. Secondo l’enciclopedia originale, infatti, la prima testimonianza sull’operato degli Assassini risale al 465 a.C., quando il persiano Dario uccise con la lama celata il re achemenide Serse I. Addirittura la consacrazione dell’Ordine degli Assassini la si fa risalire al periodo medievale, durante la Terza crociata. L’escamotage per uscire da questa situazione è in realtà semplice, dato che è con la civiltà greca che le fonti storiografiche passano dalla forma orale a quella scritta. Questa potrebbe essere la spiegazione data al vuoto storico, e che anzi potrebbe essere un pretesto per trattare epoche storiche tralasciate dai capitoli precedenti.
Ripartire da zero
La scelta di trattare un contesto poco vincolato dalla storia ufficiale deriva probabilmente dalla necessità di Ubisoft di fare un bel reset della serie, in seguito alle diverse critiche legate alla cadenza annuale e alla giocabilità invariata dei capitoli precedenti. D’altronde la narrazione progressiva, arrivata sino alla Seconda rivoluzione industriale, lascerebbe uno spazio d’azione limitato, data la vicinanza con il Novecento. 
Magari non troveremo personaggi noti del calibro di Leonardo da Vinci, Benjamin Franklin o Jack lo Squartatore, ma Assassin’s Creed Origins punterà tutto su un’ambientazione intrigante e ben consolidata nell’immaginario collettivo. Il deserto abitato da comunità nomadi, le Piramidi, i disordini interni, gli schiavi, le divinità egizie, il Nilo, lo scambio culturale tra diverse civiltà: tutto ciò rappresenta per Ubisoft un foglio bianco ma ricco di spunti, in cui narrare una parentesi ancora sconosciuta della serie. 
Un’ambientazione che sarà valorizzata dalla struttura open world, e che ci permetterà di toccare con mano le diverse sfaccettature dell’epoca. Difatti, basandoci sempre sui rumor, oltre all’Egitto è stata nominata anche la Grecia, che probabilmente farà da contesto per i prossimi capitoli. Questo giustificherebbe la notizia riguardante la presenza di navi nel gioco, le quali difficilmente verranno utilizzate per i combattimenti, ma rappresenteranno il fulcro degli spostamenti all’interno della vasta mappa.
Quanto alla giocabilità, anche qui sono state vociferate succose novità legate al sistema di combattimento e alla crescita del personaggio. Entrambi gli aspetti prenderanno rispettivamente spunto da The Witcher 3 a da Skyrim. Bisogna capire però che tipo di armi utilizzeranno i protagonisti. In teoria non dovremmo avere traccia della lama celata, dato che la prima attestazione risale al già citato Dario. Tuttavia, secondo alcune fonti riguardanti una campagna militare al tempo di Unas contro i nomadi Shasu (comunità dedita al brigantaggio), gli egizi facevano ricorso ad arco e a pugnali: due tipologie di armi adatte all’approccio stealth degli Assassini. In generale occorre precisare che si tratta di un periodo di transizione tra la Civiltà di Bronzo e quella di Ferro, per cui le armi militari erano piuttosto semplicistiche, al contrario di quelle utilizzate per rituali ben specifici, che esteticamente erano molto più raffinate. Se ci basiamo sull’artwork apparso in rete, la lancia dorata e il pugnale tridente di matrice orientale, derivano probabilmente dai gusti stilistici degli sviluppatori.

Quanto è stato analizzato in questo articolo si basa sui dei rumor che verranno confermati o smentiti all’E3 2017. In ogni caso, la mole di materiale apparsa in questi giorni dà credito alla ipotesi dell’Antico Egitto come nuovo contesto per Assassin’s Creed Origins. Una scelta intrigante e curiosa, che non trova collegamenti nella storia ufficiale della serie, ma che si presta bene al desiderio di Ubisoft di riportare in auge un brand importante. Attraverso un gran balzo indietro nel passato, si narra un’epoca più attraverso il fascino e l’immaginario collettivo anziché con episodi ben consolidati e discussi dalla storiografia, come quelli trattati nei capitoli precedenti. Il tutto arricchito da una nuova giocabilità e struttura. Prendendo con cautela quanto letto in questi giorni, è difficile non essere ottimisti in vista della feria losangelina.

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