Aspettando Pugno d'acciaio

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a cura di Antron93

Come ben saprete, la grande differenza tra Marvel, DC e Fox è sempre stata una e una sola: una visione d’insieme, unica e coesa. Fin dal primo Iron Man, Marvel Studios aveva un’idea di un Universo Cinematografico che avrebbe portato al team up più importante di sempre: Gli Avengers. Passato il primo film degli Avengers, Marvel e Feige si sono dedicati al piccolo schermo. Il 2012 è stato l’anno di Agents of Shield e poi, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato l’accordo con Netflix.
Anche qui, il piano è semplice. Quattro supereroi meno conosciuti (anche se Daredevil è al limite) con quattro serie separate ma che presentano elementi comuni che portano a un ennesimo team up: quello dei Defenders. Un paesaggio urbano, quello di New York, che fa da sfondo alle storie di supereroi più piccoli, con problemi più umani, più fragili. In tutto questo, abbiamo avuto l’opportunità di rivedere grandi protagonisti dei fumetti Marvel: da Elektra a Punisher, passando per Kingpin. 
Piccole perle, grandi problemi
Fino ad oggi, Netflix ci ha proposto tre supereroi su quattro. La qualità delle serie, però, non è stata sempre eccelsa. Daredevil è stata la punta di diamante, a ragion veduta. Il film del 2003 ha sempre lasciato un po’ l’amaro in bocca nel cuore dei fan del diavolo di Hell’s Kitchen. La prima stagione fu un qualcosa di sensazionale: una serie matura, cattiva, cruda e realistica. Tutto il cast è risultato perfetto: Charlie Cox nei panni di Matt Murdock, Deborah Ann Woll, Vincent D’Onofrio e Rosario Dawson. Tutto incredibile. La storia delle origini viene rinarrata in salsa Netflix risultando godibile e mai noiosa. 
Dopo Daredevil è stato il turno di Jessica Jones, forse il personaggio più emblematico del MCU. Passato misterioso, donna taciturna, fredda e cinica. Tredici episodi in cui la storia e la noia ballano un po’. La trama è pensata fin nei minimi dettagli, eppure il serial non decolla mai trascinandosi stancamente fino alla fine sebbene David Tennant riesca ad aggiungere quel pizzico di pathos in più. Nemmeno l’’introduzione di Luke Cage riesce a risollevare le sorti dell’eroina.
Così si arriva ad inizio 2016 e al ritorno del diavolo rosso. Di nuovo l’hype aumenta e, nonostante un livello più basso della prima stagione, Daredevil risulta nuovamente un ottimo esempio di storytelling. Elodie Yung è la nuova Elektra dell’MCU mentre Jon Bernthal veste i panni del Punisher, quarto attore nel giro di venti anni. L’interpretazione di Bernthal e l’accoglienza dei fan riescono a far guadagnare al Punitore una serie regolare.
Arriviamo così al tasto dolente: Luke Cage. Tutti concorderanno nel considerare Luke Cage come il punto più basso raggiunto dalle produzioni Marvel/Netflix. Tredici episodi risultano una maratona estenuante per qualsiasi spettatore. Il serial arranca e si trascina avanti senza motivo. I cambi di villain sono troppi, ben tre e portano la serie a cambiare direzione troppe volte nell’arco di tredici puntate. Inoltre, Mike Colter è un buon attore ma non abbastanza carismatico per tenere su una serie da solo, a differenza di Krysten Ritter in Jessica Jones.
The King of the Iron Fist
Dopo quattro stagioni, il 17 Marzo tocca ad Iron Fist. Il trailer ci ha già detto tutto: Danny Rand torna a casa dopo tanti anni, ha acquisito poteri speciali e un perfido affarista vuole mantenere il controllo della compagnia di famiglia. Detto così potrebbe sembrare Batman Begins, detto così potrebbe sembrare Iron Man, volendo potremmo citare altri esempi.
I pochi eletti che hanno già visto la serie hanno accolto il serial con opinioni contrastanti. Il trend pare essere, ormai, sempre quello per le serie Marvel/Netflix. Noi non ci sentiamo di esprimere nessun commento al riguardo. In tanti aspettavano una serie regolare dedicata a Danny Rand e alla sua storia. Netflix li ha accontentati.

In attesa di Iron Fist, possiamo dire che le produzioni Marvel/Netflix sono, in fin dei conti, dei buoni esempi di televisione. Forse, il vero problema risiede nell’eccessiva durata di ogni stagione. Per esser più chiari, non è necessario che siano per forza tredici episodi. Se la storia si può risolvere in meno tempo, se si può essere più incisivi, si dovrebbe avere il coraggio di chiudere la storyline prima. È successo con Jessica Jones, così come con Luke Cage. L’unico che potrebbe sostenere tranquillamente i tredici episodi è sicuramente Daredevil, anche aiutato dal fatto di avere comprimari e villain più carismatici, più conosciuti e più importanti.

Ovviamente, il 17 Marzo ci godremo Iron Fist, con la speranza che la serie dia la giusta importanza e renda onore ad uno dei personaggi minori più amati del Marvel Comics Universe.

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