Esattamente una settimana dopo Xbox One, PlayStation 4 arriva in tutti i negozi italiani a partire dal 29 novembre. A differenza di Microsoft, Sony si è esibita in un piccolo miracolo di comunicazione e marketing, presentando la sua console in modo chiaro, semplice e intuitivo per tutti, scegliendo di mettere in risalto il tradizionalismo e non complicandosi la vita con architetture futuristiche che hanno dato qualche problema di troppo a PS3. PlayStation 4 è molto simile a un PC, è facile da programmare, è complessa senza strafare e, secondo quanto dichiarato da dirigenti scaltri e lungimiranti “Ama gli sviluppatori e i videogiochi”. Sembra quasi essere stata una lettera d’amore verso l’industria, quella recitata durante la presentazione della console, uno show impeccabile che ha convinto utenti, investitori, sviluppatori indipendenti e publisher. Nonostante Xbox One si sia risistemata nuovamente in prima linea dopo le precedenti sbandate, quasi tutti vedono in PlayStation 4 la console più “affidabile”, quella che può dare maggiori garanzie, che non inganna e non nasconde fastidiose sorprese. Se consideriamo che il marketing Sony è poi proseguito – in modo poco elegante – con lo sbeffeggiamento delle ormai vecchie politiche sull’usato di Xbox One e con continui rimandi alle scelte più impopolari della concorrenza, è facile capire come l’opinione pubblica sia rimasta piacevolmente colpita e stregata dalla grande decisione con cui PS4 è stata proposta al pubblico, ossia come la console del futuro che si focalizza sui giochi e che non cambia le carte in tavola. E il piatto è servito. Ma siamo davvero sicuri che PlayStation 4 sia la migliore scelta da fare sin da subito? In realtà, dipende da diversi fattori di equilibrio nell’offerta del software, dalle scelte mirate fatte ai piani alti dell’azienda, dall’efficienza effettiva dei servizi e dall’impatto che questi avranno sulle prospettive future del gaming di questa piattaforma.
Strategia, offerta, versatilità
PlayStation 4 ha avuto il merito di essere nata come la soluzione agli errori del passato. La sua architettura ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti gli addetti ai lavori e ha fatto capire come il supporto verso gli sviluppatori sia totale, a 360 gradi. Forse anche troppo. Perché sto dicendo questo? Semplice: ospitare tutti nel grande carrozzone chiamato PlayStation 4 può rivelarsi un’arma a doppio taglio, perché se è vero che a livello software la scelta sarà pressoché sconfinata e diversificata, è vero anche che un eccessivo sbilanciamento di uno dei due piatti della bilancia potrebbe scontentare più di qualcuno e portare la qualità media di alcuni prodotti al di sotto della media. Si potrebbe cinicamente pensare che Sony abbia giocato al ribasso, elargendo una fiducia fuori parametro per alcuni sviluppatori indie e per alcuni progetti che non saranno poi così eccezionali, solo perché fanno il gioco dell’azienda per motivi legati ai costi di produzione inferiori e perché possono ugualmente generare un buon numero di introiti. Far passare alcuni giochi indipendenti stravaganti e carini come le nuove avanguardie del videogioco che nascono dallo sconfinato estro di stelle nascenti della programmazione informatica, è un merito che dobbiamo certamente dare a Sony. Che questo sia vero, sinceramente, è ancora tutto da verificare. E bisogna anche considerare che non tutti stravedono esattamente per i giochi dall’aspetto retrò. È triste da dire, signori, ma è la realtà dei fatti.
L’offerta variegata di Sony deve tener conto soprattutto di questo e di un altro elemento assolutamente da non sottovalutare: la qualità dell’online. Esattamente come Xbox Live Gold, anche il PlayStation Plus è soggetto ad un abbonamento obbligatorio se si vuole giocare in multiplayer. Questo significa che per poter giocare in rete (a esclusione dei free-to-play e a discrezione degli sviluppatori) sarete costretti a un ulteriore esborso. In virtù di questo, è chiaro che Sony deve appaiarsi al Live in quanto a qualità del servizio e costanza nella “pulizia” della propria piattaforma. C’è da dire che nell’ultimo periodo Plus sta facendo cose egregie ed è diventato qualcosa di assolutamente conveniente, pertanto la sicurezza, almeno in questo senso, è praticamente certa. Avere in omaggio giochi next-gen dopo qualche mese dall’acquisto della console è una di quelle strategie che non lascia tempi morti tra una grande uscita e l’altra e darà spazio e visibilità a titoli indipendenti e minori che potrebbero inizialmente passare in sordina. L’offerta, lo ripetiamo, ci sembra molto buona e questa non è una novità; ciò che ha bisogno di essere impeccabile e senza incertezze, è appunto tutto il resto, perché gli utenti paganti adesso hanno tutte le buone ragioni per essere esigenti e intransigenti.
Un altro punto di forza di PS4 è la sua capacità di vivere in simbiosi con PS Vita. Non vedete questa caratteristica solo come un mezzuccio per far impennare le vendite della console portatile, perché l’idea alla base di questa feature è molto più di un piano aziendale che porta acqua al proprio mulino. La console portatile ha improvvisamente ricominciato a brillare di un’altra luce: il remote play è una realtà affascinante, il cross-play lo è altrettanto e la filosofia legata al gioco senza pause passando da un dispositivo all’altro in qualunque momento e in ogni luogo, è il muro di Berlino abbattuto che apre finalmente le porte alla libera circolazione del videogioco tout-court. Se Wii U e il suo GamePad lambiscono questa possibilità che resta limitata tra quattro mura (anche meno), PlayStation 4 e PS Vita espandono questo concetto ampliandolo senza costrizioni e barriere architettoniche, il tutto grazie al cloud, punto focale attraverso il quale si snodano molte delle evoluzioni del futuro, tanto a livello di interconnessione globale, quanto per numero, novità e importanza di servizi. E poi, per finire, c’è ancora quell’headset per la realtà virtuale che sta facendo venire la bava alla bocca a tutti e che può – sulla spinta dell’Oculus Rift – far fare un balzo decisivo in avanti al modo di concepire l’immersione dell’utente e cambiare per sempre la percezione del videogioco stesso. PlayStation 4 ha ancora una posizione di vantaggio, bisogna dirlo, ma Xbox One ha ormai quasi del tutto appianato le grosse disparità che la separavano dalla rivale. Il prezzo competitivo di 400 euro e l’immagine vincente che Sony ha saputo creare fin qui per la sua nuova console, oltretutto, gioveranno certamente per un buon boost iniziale alle vendite. E i preordini la dicono già lunga su questo dato. Touché.
I Giochi
Mancano le teste di serie, nella line-up di lancio di PlayStation 4. Mancano all’appello i ragazzi di Santa Monica Studios e mancano soprattutto i pluripremiati e idolatrati Naughty Dog, ossia coloro che fanno la differenza. Sono alacremente al lavoro, tranquilli, ma è ancora presto per rivelare le loro bombe al grande pubblico. Nel frattempo, il lancio della nuova console Sony verrà accompagnato da quella piccola garanzia chiamata Killzone: Shadow Fall, che porrà una grande enfasi sul multiplayer, adesso ancora più accessibile, approfondito e con grandi possibilità di personalizzazione. Il titolo di Guerrilla, a dispetto di una presentazione in cui appariva a dir poco sontuoso, ha in realtà bisogno ancora di qualche limatura a livello tecnico, dove sono presenti delle sbavature comunque non troppo gravi. Knack vuole invece essere la nuova mascotte di casa Sony come lo fu Crash Bandicoot ai tempi della prima PlayStation; sebbene sia lodevole l’iniziativa di rilanciare i platform attraverso una nuova figura che possa far presa sull’utenza, c’è da fare i conti con le nuove esigenze dei giocatori, un mercato che da allora è cambiato parecchio e un gioco che a dire il vero convince solo a metà. Driveclub è invece il gioco automobilistico che non può non palesarsi al lancio, a pochi giorni da un Gran Turismo 6 colpevolmente presente solo su PS3 e che potrebbe fare il suo debutto su PS4 solo in un futuro ipotetico e con tempistiche imprevedibili. Chi sottoscriverà un abbonamento al Plus avrà Driveclub gratuitamente, ma non dimenticate che si tratta di una versione mozzata del titolo a cui mancano diverse feature che vanno acquistate a parte. Sempre meglio che rimanere a mani vuote, insomma. E poi gli indie, tanti piccoli e affascinanti titoli indipendenti che affolleranno in pochi mesi le vostre PS4, forse anche troppi e non tutti così interessanti. Alle ultime conferenze, Sony ha dato molta importanza ai giochi, ma forse ne ha data un po’ troppa ai titoli indie. Alcuni saranno molto evocativi e ispirati, altri ancora un po’ meno. Gli sviluppatori indie sono certamente una risorsa per la creatività e per avere una migliore stratificazione dell’offerta software globale, ma Sony non deve fare l’errore di tirare troppo una manica lasciandone scoperta un’altra. Chiaramente non avverrà, vista la grande lungimiranza e la scaltrezza di Sony, ma prima che arrivino i titoli in grado di fare davvero la differenza, potreste aspettare ancora un annetto. Poco male, perché anche così, PS4 riesce a ingolosire parecchio.
PlayStation 4 segna la svolta per il mercato indie e spalanca loro le porte del paradiso, si presenta con un’architettura interna semplice ed elimina le complessità che hanno creato problemi a PS3. Farà pagare obbligatoriamente il Plus ai propri utenti e per questo dovrà necessariamente offrire un servizio impeccabile e grossomodo simile a quello di Xbox One. Offre un dialogo intimo con la portatile PS Vita, libera il videogioco dalle barriere presenti fino a oggi e, non ultimo, viene venduta a cento euro in meno della console rivale. Inoltre, la realtà virtuale potrebbe essere più vicina di quanto possiate immaginare. Fate i vostri conti per bene e poi fate la vostra scelta.