Animali fantastici e dove trovarli

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a cura di Gottlieb

Sono trascorsi cinque anni dall’ultima apparizione sul grande schermo di Harry Potter, il famoso e incensato mago d’oltremanica, che dopo i suoi studi a Hogwarts ha visto pensionata la sua carriera di difensore delle forze del bene: il ritorno nel suo universo, creato dalla scrittrice inglese J.K. Rowling, non si è fatto attendere, perché da un libercolo che Harry, insieme con Hermione e Ron, inseparabili compagni di scuola di magia, aveva trovato al primo anno di studi, parte l’avventura di Newt Scamander. Un prequel a quello che è stato il mondo di Harry Potter, le sfide con il temibile Voldemort, gli incontri sempre molto ambigui con il professor Severus Piton e il rapporto paterno con Albus Silente: elementi che non appartengono alle vicende che si stagliano a New York e che danno il via a una pentalogia che racconterà tutto ciò che gira intorno alla magia di Hogwarts, facendoci scoprire che c’è dell’altro, con Animali fantastici e dove trovarli.

Disadattati per sceltaNewt Scamander (Eddie Redmayne), magizoologo inglese, espulso dalla scuola di Hogwarts prima che potesse finire gli studi, è al suo primo viaggio a New York, per un importante incontro e missione. Con sé ha una valigia, una ventiquattrore in pelle che pare agitarsi in maniera abbastanza vorticosa: al suo interno il signor Scamander nasconde un intero mondo, che nel malaugurato caso dovesse aprirsi potrebbe lanciare nel caso l’intera città della grande mela. L’incontro con il NoMag, la versione transoceanica dei babbani, Jacob Kowalski e l’immancabile scambio di bagagli, darà vita a un disastro che dovrà essere tempestivamente contenuto, per evitare che gli animali fantastici che Newt porta con sé possano seminare lo scompiglio nel mondo babbano e svelare l’esistenza di un mondo magico, squarciando il velo dell’illusione e dell’ignoto. Nei panni di un mago per niente sprovveduto, ma chiaramente lanciatosi in un’avventura più grande di quanto potesse pensare, il premio Oscar Eddie Redmayne continua a regalare al cinema delle interpretazioni sopraffine, ma tutte inevitabilmente schiave del suo atteggiamento da disadattato alla vita, da uomo costretto a una smorfia nei confronti della quotidianità, perché persino nei momenti più concitati lui ha una visione atipica di ciò che gli si para innanzi: se Lili Elbe aveva mostrato già segni di cedimento nei panni di Einar Wegener, Stephen Hawking aveva esaltato quella distorsione facciale di cui Redmayne sembra oramai divenuto emblema, nonché massimo esponente. In un universo come quello di Harry Potter, che ci ha abituati a mimiche facciali importanti e significative, l’apporto di Newt Scamander è fondamentale, perché il suo ruolo da babysitter atipico è comunque funzionale alla vicenda. Ciò che gli gira intorno non lascia grandi spazi a dubbi o a incertezze, con la trama che scorre alacremente verso il finale, condito persino dallo stupore di ritrovarsi dinanzi a un Johnny Depp molto più paffuto delle recenti apparizioni. A fargli da supporto un solenne Colin Farrell, nel suo ambiguo ruolo di Auror, difensore della magia, ma assetato di un potere magico che l’arrivo di Scamander a New York può frenare e arginare. Tanti gli elementi in gioco, tanti gli aspetti da tenere in considerazione, ma per David Yates, che continua il filone che lo ha premiato alla guida della coda di Harry Potter, nessuna grande difficoltà registica, per un film che si lascia raccontare e che strizza l’occhio anche e soprattutto alle famiglie, per una conduzione asciutta e senza fronzoli e drappelli che ne possano rendere complessa la comprensione.

Un bestiario che prende vitaIl grande lavoro da esaltare, all’interno dell’intera pellicola, è sicuramente quanto fatto per gli animali fantastici, bestie che la Rowling aveva solo abbozzato quando fu il momento di mettere nelle mani di Harry il libercolo di cui sopra, ma che adesso devono essere necessariamente approfondite e mostrate. Con un fare molto ironico e con il supporto delle innumerevoli maschere di Redmayne, che si troverà anche a dover sedurre con una danza dell’amore una sorta di rinoceronte femmina, il lavoro di bestiario permette al sussidiario di vestire dei panni enciclopedici, che faranno la gioia dei fan del mondo magico, già ampiamente ingraziati con i numerosi riferimenti alla saga di Harry Potter, alla quale, chiaramente, va sempre tesa la mano. Ottimo è anche il lavoro di realizzazione tecnica, che grazie al 3D ci permette di apprezzare il movimento di molti di essi, con qualche vezzo stilistico di Yates che non si lascia scappare la possibilità di donarci alcuni slowmo in fase di movimento, per mostrare con vena autocelebrativa quanto fatto e compiuto con gli animali fantastici. 

Animali fantastici e dove trovarli è un ottimo lavoro didascalico da parte della Rowling, accompagnata da una regia composta e ordinata di David Yates, al quale viene chiesto di portare a casa il risultato e nulla più, senza esasperare il contenuto e senza azzardare. Una pellicola piacevole, che inaugura un filone che avrà sicuramente molto da raccontare e che ci regala un personaggio, quello di Newt Scamander, sicuramente molto più profondo, spigoloso, affascinante e accattivante di quanto abbia mai potuto fare quel giovane ragazzino mai cresciuto e mai professionalmente maturato che risponde al nome di Daniel Radcliffe: è forse ora che Harry Potter ceda il passo all’universo sul quale ha camminato per anni, perché di elementi fantastici ce ne sono da scoprire.

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