American Gods 1x03

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a cura di Antron93

Dopo due puntate scoppiettanti, American Gods tira il freno, rifiatando e concentrandosi sulle sidestories. Il viaggio di Shadow e Wednesday è ancora in sospeso mentre altri personaggi si muovono nell’oscuro universo di American Gods. Notizia a parte, la serie sta avendo così tanto successo che è stato annunciato il rinnovo per una seconda stagione.
Gli dei sono uomini
La scorsa puntata si era chiusa con il colpo di scena che non ti aspetti: Chernobog ha vinto a dama e così facendo, secondo gli accordi, Shadow è stato condannato a morte. Intanto, American Gods vira su altre situazioni, “da qualche parte in America”, luoghi in cui si muovono il dio Anubi, alle prese con il giudizio della piuma, e Ifrit, una creatura sovrannaturale tipica della religione musulmana. Shadow decide di riproporre la scommessa ad una sola condizione: che Chernobog si unisca al viaggio verso il Wisconsin in caso di sconfitta…
Primo stop
Era naturale, quasi fisiologico. Dopo due ottimi episodi, American Gods rallenta un po’. La storyline di Shadow e Wednesday si evolve e ci fa capire qualche particolare in più sul rapporto tra l’anziano e una delle sorelle Zorya. Un tempo la vita era più facile, l’uomo era un essere diverso e i due erano venerati e temuti. Shadow decide di tentare la sorte e, dopo un sogno in cui incontra una delle sorelle Zorya (la più giovane) in cui ottiene una seconda moneta fortunata, decide di proporre una nuova sfida a Chernobog: un secondo colpo in cambio dell’aiuto nella missione in cui sono imbarcati lui e Wednesday.
Allo stesso tempo, le immagini più forti e vivide ci vengono regalate dalle storie secondarie che si aprono in questa puntata. La parte dedicata ad Anubi è quasi poetica, la morte, il giudizio della bilancia e la scelta della vita dopo la morte. Non esiste il dio giusto per la religione giusta. Una donna musulmana viene giudicata da un dio egizio. La morte è una sola: Anubi. E così veniamo a scoprire che anche il dio sciacallo è arrivato in America, non sappiamo come, né quando, a differenza delle altre divinità già viste, ma sappiamo che, forse, potrà tornare utile nella guerra di Wednesday e Shadow. 
Lo stesso vale per Ifrit, la creatura soprannaturale che decide di consumare un amplesso carico di pathos e sentimento con il timido Salim, concedendogli una notte magica e il suo fuoco interiore. Anche Ifrit, sicuramente, è nel mirino di Wednesday e il viaggio verso il Wisconsin potrebbe riservarci alcune sorprese.
Intanto, Mad Sweeney ha perso la sua proverbiale fortuna e decide di raggiungere Wednesday e Shadow per chiedere al giovane di restituirgli la moneta donatagli nel primo episodio. Tutto questo ci conduce al vero colpo di scena della puntata, un cliffhanger a cui, ormai, ci sta abituando ogni episodio di American Gods. Un cliffhanger di cui parleremo nella prossima recensione.

Com’era lecito aspettarsi, e come già rimarcato più volte, questa terza puntata di American Gods va a collocarsi esattamente un gradino più in basso rispetto alle precedenti. Questo, ovviamente, non vuol dire che sia un brutto episodio anzi, se i primi due rasentavano la perfezione, questo potremmo definirlo ottimo. Tutte le storie continuano sulla buona strada e lo sviluppo dei personaggi sta continuando nella giusta direzione. Ogni settimana stiamo scoprendo un qualcosa in più di tutti i protagonisti e questi piccoli ma fondamentali dettagli ci portano a provare sempre più curiosità. Ormai penso abbiate capito tutti cosa sta succedendo. La guerra è alle porte e Wednesday e Shadow si stanno dirigendo prepotentemente nell’occhio del ciclone, un ciclone di cui scopriremo di più nei 7 episodi che mancano alla fine di questa prima stagione.

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