Addio, Principessa

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a cura di Antron93

A soli 60 anni ci lascia la principessa più amata della storia del Cinema.
Chiunque mi conosca bene sa quanto io sia legato a Star Wars. Fu uno dei primi film che mio padre mi portò a vedere. Avevo quattro anni e George Lucas aveva rimasterizzato la trilogia classica e l’aveva riproposta sul grande schermo. Non vi nascondo come provai paura nel vedere Darth Vader e come provai quasi indifferenza verso quella Principessa che chiedeva aiuto ad un vecchio “pazzo” su un pianeta desertico. 
Crescendo cominciai a capire l’importanza che quella Principessa aveva all’interno dell’universo di Star Wars, un ruolo fondamentale che fu accresciuto ancor di più nel vecchio Universo Espanso e adesso nel nuovo Canone; facendoci capire come Leia fosse molto più di una bella ragazza in un bikini dorato. E, neanche a farlo apposta, cominciai ad interessarmi all’attrice che stava dietro il ruolo di Leia. Ora, il 27 Dicembre, quell’attrice è scomparsa e tutto il mondo piange Carrie Fisher a distanza di 4 mesi dalla scomparsa di un altro attore cult di Star Wars, Kenny Baker interprete di R2-D2. Dopo alcuni giorni di lotta, il cuore di Carrie Fisher ha smesso di battere lasciando un vuoto enorme in tutti gli appassionati di Star Wars e non solo. 
Non solo Leia
Ma Carrie non era solo la principessa Leia, il suo ruolo più iconico, ma era anche una delle personalità più complesse, eclettiche e curiose di Hollywood. Dopo una infanzia difficile visto il rapporto contrastante con i genitori, nel 1987 pubblicò il suo libro più celebre Postcards from the edge, un romanzo semi-autobiografico in cui raccontava la dipendenza dalle droghe, il rapporto conflittuale con la madre e la difficile risalita dall’inferno; non per nulla in italiano fu tradotto come Cartoline dall’inferno. Il libro attirò l’attenzione della critica e diventò un bestseller da cui fu tratto un omonimo film con la Fisher nel ruolo di sceneggiatrice. Carrie non fece mai mistero del suo disturbo bipolare, combattuto con l’elettroshock, i farmaci e negli ultimi tempi con la Pet Therapy e il suo cagnolino Gary; della dipendenza dalla cocaina, anche sul set di Empire Strikes Back; e delle sue debolezze. Tentò sempre di combatterle. Non per nulla, quando gli fu chiesto perché non fu lei a recitare nella parte di Suzanne, la protagonista di Postcards from the edge, rispose: “Io ho già interpretato Suzanne”. 
Come i più attenti cinefili sapranno, Carrie Fisher recitò anche in altri film leggendari della storia del cinema, seppur alcune volte in ruoli secondari: The Blues Brothers, Harry ti presento Sally e tanti altri. Per non parlare di quanti film hanno visto passare la revisione di Carrie Fisher sulla loro sceneggiatura o sui dialoghi: la stessa trilogia prequel di Star Wars, per esempio, su volontà di George Lucas stesso. Non si può neanche tralasciare il suo ruolo come doppiatrice in alcune serie e cartoni animati (Angela ne I Griffin) o alcuni cammei in film e telefilm molto spesso in tema Star Wars (Fanboys o Big Bang Theory per citarne qualcuno).
Negli ultimi tempi era balzata all’onore delle cronache per la sua relazione con Harrison Ford durante la lavorazione del primo Star Wars, una relazione affidata alle pagine di un diario pubblicato nel Novembre del 2016: The Princess Diarist. Una lettura interessante per ogni fan di Star Wars e non. Un affair, quello tra Fisher e Ford, che il pubblico di Star Wars aveva sempre sognato. La stessa Fisher ha raccontato più volte di come fosse una ragazzina insicura, già in terapia, che si era innamorata di un uomo più vecchio di lei ma dal fascino irresistibile che non la ricambiava del tutto. Qui troverete una splendida intervista del Guardian a Carrie Fisher.
Le relazioni si susseguirono e Carrie si fidanzò con Dan Akroyd lasciandolo poi per sposarsi con il famoso cantante Paul Simon, divorziando nel 1984, arrivando a Bryan Lourd con cui ebbe una figlia, Billie Lourd, attrice in Star Wars Episodio VII e, secondo le news, con un ruolo maggiore in Episodio VIII in cui avrebbe interagito maggiormente con la stessa Leia.
Di nuovo insieme
A distanza di quasi 30 anni, nel 2013, fu richiamata a riprendere il suo ruolo più iconico e leggendario, la principessa Leia di Star Wars. Un ritorno che la stessa Fisher accettò immediatamente e che commentò con l’ironia che la contraddistingueva da sempre. Molte furono le battute in varie interviste: riguardo il perdere peso e l’acconciatura ormai iconica di Leia che, stavolta, avremmo visto coi capelli bianchi. 
Ovviamente, per noi fan, rivedere Carrie Fisher e Harrison Ford insieme sullo schermo è stata una delle emozioni più grandi di sempre. Quell’abbraccio prima della partenza per la base Starkiller rimarrà l’ultimo gesto d’amore tra Han e Leia. 
Dopo Episodio VII avremmo dovuto rivederla, in Episodio VIII e IX, insieme a Luke per guidare la Resistenza. La vedremo sicuramente in Episodio VIII le cui riprese sono già state ultimate. 
Tutti hanno voluto ricordarla: i compagni di lunga data Mark Hamill, Billy Dee Williams, Anthony Daniels e Harrison Ford; gli addetti ai lavori, come Kathleen Kennedy e John Williams; e tanti altri. Vi riporto solo quella di George Lucas:
Carrie and I have been friends for most of our adult lives. She was extremely smart; a talented actress, writer and comedienne with a very colorful personality that everyone loved. 
In Star Wars she was our great and powerful princess – feisty, wise and full of hope in a role that was more difficult than most people might think. My heart and prayers are with Billie, Debbie and all Carrie’s family, friends and fans. She will be missed by all.
Tutto questo a testimoniare quanto fosse amata da tutti quelli che la conoscevano e di quanto fosse una persona straordinaria. Una donna che mancherà a tutti e che, sicuramente, ci farà versare tante lacrime, ancora, tra un anno. 

Il giorno in cui entrerò in sala a vedere Star Wars Episodio VIII avrò un macigno sul cuore, pensando a chi non vedrò mai più recitare in Star Wars. Penserò a quante volte il viso di Carrie Fisher mi è passato davanti, a quante volte ho pronunciato il nome Leia, a quante volte l’ho letto. Mi siederò sulla mia poltrona e mi godrò ogni singolo istante, assaporando ogni battuta, pensando alla mia infanzia che ha perso un altro tassello che, per quanto piccolo, non tornerà mai più.

Vi lascio con una frase che la stessa Fisher ha scritto:

“I want it reported that I drowned in moonlight, strangled by my own bra”

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