25 anni di Zelda - 3a parte

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a cura di Spoudaios

Eccoci alla terza parte dello speciale (qui la prima e qui la seconda puntata) dedicato ad uno dei brand più amati/odiati, ma in ogni caso famosi del mondo videoludico, quel The Legend of Zelda che da ormai venticinque anni fa discutere appassionati e non. La leggenda continua…

Link bambino o Link adulto? Il dilemma dei 128-bitIntorno al 2000, nonostante i soli quattro anni di vita, la console a 64-bit Nintendo si avviava al pensionamento a causa di un successo non proprio stratosferico e della minaccia rappresentata dal Dreamcast di SEGA prima (almeno in Giappone) e dalla PlayStation 2 di Sony poco dopo. Fu così che la casa di Kyoto decise di presentare al mondo una nuova e rivoluzionaria console tecnologicamente al passo coi tempi, il piccolo ma potente GameCube. In occasione della prima presentazione ufficiale venne mostrato il prototipo di un nuovo Zelda, dal look molto maturo e dalla grafica impressionante. I fan di tutto il mondo si aspettavano quindi un ritorno del brand in grandissimo stile, senonché Miyamoto ebbe una enorme sorpresa per tutti. Poco dopo, il nuovo Zelda assunse le imprevedibili sembianze di un… cartone animato. Link era nuovamente bambino e modellato con la tecnica del cel-shading, insomma un titolo dall’evidente sapore fiabesco. Sembra quasi superfluo dire come le reazioni furono le più disparate: da un lato chi si diceva deluso e confuso, dall’altro chi gridava al miracolo e al ritorno di Link e del suo mondo alle origini di un tempo. Quali che furono i giudizi dei fan, The Legend of Zelda: The Wind Waker, uscito a fine 2002 in Giappone e ad inizio 2003 in Europa ed America, si rivelò un capitolo in grado di tenere altissima la qualità del franchise, con uno stile unico ed un livello tecnico di prim’ordine. La storia di un Link nuovamente fiabesco riuscì ad affascinare parlando di una Hyrule totalmente sommersa dalle acque e di un mitico e lontano eroe del tempo la cui spada era in grado di esorcizzare il male. Il gioco si aggiudicò persino il proprio bundle speciale con GameCube colore argento e disco bonus contenente la versione rimasterizzata in alta risoluzione di Ocarina of Time sia in versione standard sia nella variante, fino ad allora inedita in Occidente, Master Quest. Sebbene si trattò in fin dei conti di un successo, molti fan chiesero a gran voce che fine avesse fatto il Link adulto, dall’aspetto più serio e maturo. La risposta arrivò già nel 2004, quando Nintendo presentò al mondo il nuovo capitolo della saga, questa volta con il look più realistico che tanti avevano auspicato. Previsto inizialmente per Novembre 2005, ma rimandato di più di un anno, The Legend of Zelda: Twilight Princess fu insieme canto del cigno del GameCube e battesimo del nuovo e rivoluzionario Wii, venendo pubblicato per entrambe le piattaforme. Parlando di piccole curiosità le due versioni del gioco sono perfettamente speculari, scelta resa necessaria dal rendere Link destrimano nella versione per Wii a causa dell’utilizzo del WiiMote con la mano destra. Il porting però si è rivelato limitato e non particolarmente efficace, in quanto le azioni che beneficiano del nuovo sistema di controllo non sono molto rilevanti, fatta eccezione per il sistema di puntamento di alcuni oggetti (come ad esempio l’arco) reso senza dubbio più preciso e facile da padroneggiare.Ottenendo la classificazione del PEGI 12+, la nuova e crepuscolare avventura in quel di Hyrule ha mostrato toni un po’ più dark, anche se per molti non ha raggiunto il livello di maturità presente ad esempio in Majora’s Mask.

Triforza nel taschinoSebbene la grandezza della saga sia stata sancita dagli episodi casalinghi, anche le piccole console portatili di Nintendo hanno ospitato le lande hyruliane. Il Link bidimensionale ha proseguito la sua carriera sul primo Game Boy con The Legend of Zelda: Link’s Awakening (di cui è uscita la versione per Game Boy Color portando il suffisso DX), approdando sulla versione a colori del famoso handheld Nintendo con The Legend of Zelda: Oracle of Ages/Oracle of Seasons, due episodi realizzati straordinariamente in collaborazione con Capcom, fino al Game Boy Advance prima con The Legend of Zelda: Four Swords (di cui esiste anche un porting su GameCube giocabile da quattro utenti contemporaneamente, ognuno con il proprio Game boy Advance come controller) e poi con il ben riuscito e colorito The Legend of Zelda: The Minish Cup in cui Link si ritrova, grazie ad un buffo e magico copricapo, ad avere dimensioni microscopiche. Nel 2007 anche il Link portatile è passato alle tre dimensioni approdando su Nintendo DS, seppur in una versione differente rispetto al solito, adottando una sorta di visuale isometrica dall’alto. Il protagonista di The Legend of Zelda: Phantom Hourglass era, esteticamente parlando, lo stesso Link di Wind Waker, reso con una qualità incredibilmente fedele nonostante le limitate capacità dell’handheld a due schermi di Nintendo. Questo titolo, come il successivo The Legend of Zelda: Spirit Tracks del 2009, hanno beneficiato delle peculiari caratteristiche della piattaforma come il touchscreen (con un Link controllabile esclusivamente tramite pennino ed enigmi studiati ad hoc per questo genere di interfaccia) ed il microfono, permettendo ad esempio di suonare uno strumento soffiando direttamente sulla console.

Le leggende future…Ad oggi i fan di tutto il mondo sono in trepida attesa delle prossime incarnazioni della serie. Come accade per ogni nuovo episodio, l’hype è notevole, considerando soprattutto le novità che ci attendono. Sul fronte Wii le aspettative nei confronti di The Legend of Zelda: Skyward Sword sono altissime in quanto si tratta del primo ed unico capitolo della serie espressamente realizzato per questa console e dunque incentrato sull’utilizzo del WiiMote, il quale potrebbe essere in grado di portare una sana e fresca (quanto necessaria secondo molti) ventata di novità. Le immagini ed i trailer rilasciati fin’ora mostrano l’uso di una tecnica simile al cel-shading e al contempo la presenza del Link adulto alle prese con numerose situazioni in cui si evidenzia l’intenso utilizzo dei sensori di movimento. Le informazioni ufficiali purtroppo sono ancora molto scarne e la maggior parte delle caratteristiche sono frutto di rumor. Quel che è certo è la grande importanza rivestita dalla nuova spada di Link ed il contrasto tra il mondo terreno ed il cielo. Nuovi dettagli saranno sicuramente svelati alla conferenza Nintendo del 7 Giugno in occasione dell’E3 di Los Angeles. Intanto gli affamati giocatori potranno mettere le mani dal 17 Giugno sul remake di Ocarina of Time per Nintendo 3DS, grazie al quale sarà per la primissima volta possibile gustarsi questa meravigliosa avventura in italiano; dalle immagini è evidente come si tratti di un rifacimento massiccio innanzitutto sotto il profilo grafico, in quanto il motore di gioco è stato completamente ricostruito, mostrando un solidissimo mondo completamente poligonale ed ovviamente fruibile in 3D stereoscopico. Miyamoto ed i suoi collaboratori hanno inoltre annunciato la presenza di alcuni elementi nuovi rispetto all’originale per Nintendo 64 e l’inclusione della versione Master Quest.

Il futuro delle Leggenda di Zelda si presenta più che mai roseo, nonostante non sia sempre facile mantenere alto l’interesse dei fan per una serie con venticinque anni sulle spalle. Con un attesissimo capitolo ex-novo costruito tutto intorno alle caratteristiche di Nintendo Wii, ed il ritorno in sfavillante 3D stereoscopico del capitolo più famoso e acclamato della serie, sia i vecchi accoliti, sia i neofiti avranno modo di godere della creatura fantasy del grande Miyamoto. Concludiamo questa terza e al momento ultima parte dello speciale ricordandovi il suddetto appuntamento con la conferenza Nintendo, di cui vi forniremo come di consueto un riepilogo puntuale sulle nostre pagine come proseguo di questo approfondimento celebrante i venticinque anni di The Legend of Zelda.

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