È nato un sito di appuntamenti solo per videogiocatori: ce n'era bisogno?
Videogiochi e videogiocatori, amore e relazioni. Dalla timore di dichiararsi appassionati di videogiochi ai siti di dating pensati per loro.
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a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
Tra le cose che più si cercano in rete ci sono, con tutta probabilità, i consigli e le guide su come rimorchiare. Tra chi dice che sono inattaccabili, quelli che sostengono che non servono a nulla, e chi ci prova perché visto mai, il tema del come farcela con una persona che ci piace è tra i più interessanti di quelli relativi alla sfera delle relazioni umane. Senza volerci addentrare nella psicologia, perché non è decisamente questo il luogo per farlo, noi videogiocatori e videogiocatrici ci siamo spesso ritrovati ad avere una ulteriore difficoltà nel tentare l’approccio. Perché oltre a dover risultare simpatici, belli, in forma, sempre con la risposta pronta, bisogna anche saper essere pronti a rispondere alle ineluttabili domande sui propri interessi.
E se oggi il videogioco è stato sicuramente sdoganato, rimane il fatto che ammettere di fronte ad un ragazzo o una ragazza che speriamo possa diventare il nostro partner per il prossimo futuro (che sia qualche minuto, ora oppure anno non fa differenza) di essere appassionati di videogiochi è sempre un grande rischio. Può andare bene, o può decretare la perdita totale di interesse da parte del nostro interlocutore, perché nonostante lo sdoganamento di cui sopra, difficile che i videogiochi risultino sexy nei confronti di un partner amoroso o sessuale che sia.
C’è anche una tendenza curiosa da parte dei videogiocatori che, ad esempio, non è così radicata negli appassionati di cinema, musica, fotografia o equitazione: la voglia bruciante di condividere la propria passione con il partner. Il che è normale per chi già condivide un momento della propria vita insieme, perché è giusto ritrovarsi a scoprire di volersi interessare a cosa rende l’altro felice, magari scoprendo a propria volta qualcosa di nuovo. Poi c’è chi lo fa esclusivamente per fare contento l’altro o l’altra, ma anche questo fa parte del gioco.
“Vuoi vedere la mia collezione di Trofei?”
Probabilmente, essendo stati considerati in passato come emarginati per via della nostra passione – cosa che succede sicuramente anche ora, ma in una percentuale diffusa forse minore – abbiamo sviluppato la necessità di superare questo primo, grande, ostacolo, con la convinzione che poi sarà tutta in discesa. Certo, ci sono miriadi di casi diversi da affrontare soprattutto in un momento storico in cui il videogioco, nonostante gli avanti e indietro della classe politica e dirigente, inizia ad essere una realtà accettata anche nel nostro Paese.
E non solo, perché ormai il videogioco è anche occasione di incontro. Pensiamo banalmente alle storie di coppie create nelle community online dei titoli più frequentati, o semplicemente alle occasioni di incontro come le fiere di settore, piccole e grandi che siano, che sempre più popolano (o popolavano, prima dell’emergenza sanitaria) ogni anno lo Stivale. Ma c’è una generazione, quella di chi vi scrive e quelle più vicine, per cui dimostrarsi fieri videogiocatori durante il flirt non rappresentava esattamente la mossa migliore da fare.
C’è anche chi ci diventa, poi, appassionato di videogiochi. Dicevamo sopra che è una cosa comune cercare di scoprire gli interessi del proprio compagno o compagna di vita, e grazie anche alla miriade di esperienze videoludiche che ci sono al momento sul mercato c’è sempre qualcosa che può rientrare nella vostra dolce metà non-videogiocatrice. Banalmente le avventure interattive che, grazie alla loro vicinanza estetica e ludica con i film, possono essere avvicinate anche da chi non ha mai toccato un controller in vita sua. I party game – prodotti come la collana Playlink di PlayStation 4 o i tanti giochi mordi e fuggi che ci possono essere su una Switch per esempio – e tutte quelle esperienze co-op che non richiedono i riflessi di un adolescente coreano appena uscito da un periodo di formazione in una gaming house.
Una volta superata la barriera del “ah, ti piacciono i videogiochi?”, oggi abbiamo tanti assi nella manica per convincere il diffidente partner che, volendo, è bellissimo passare il sabato sera davanti ai videogiochi, insieme. Una volta innamorati di noi, poi farli innamorare di un Life is Strange è un (video)gioco da ragazzi.
E proprio mentre stavamo ragionando su questo argomento, nella casella postale di SpazioGames è arrivato un comunicato stampa con un tempismo a dir poco perfetto: “Joystick: il sito di dating per videogiocatori è online da oggi”. Ossia: i videogiocatori hanno bisogno di un sito di dating solo per loro? Davvero?
Innamorarsi dei videogiochi, e con i videogiochi
“Joystick è un sito di appuntamenti per i giocatori che vogliono incontrare altri giocatori”, così presenta il suo nuovo lavoro David Minns, un imprenditore veterano del serial dating con tanto di premi e onorificenze ricevute per i suoi risultati lavorativi.
E, se avete dimestichezza con i vari Meetic, Tinder e compagnia bella, Joystick funziona esattamente alla stessa maniera. Si crea un profilo, il quale viene arricchito da ogni genere di informazione, tra cui piattaforme di gioco, videogiochi e generi preferiti. Poi l’algoritmo vi farà pescare tra le vostre preferenze i profili più adatti a voi, e a quel punto non resta che iniziare a chiacchierare.
Il sito è online dal 10 giugno e, anche in virtù del ragionamento fatto poco sopra, abbiamo voluto chiedere a Minns qualche curiosità riguardo il portale. Il tutto, ci teniamo a sottolinearlo, per nostra iniziativa personale nata dalla voglia di approfondire l’argomento, senza nessun accordo commerciale tra SpazioGames e l’azienda che gestisce Joystick.
La cosa che viene spontanea pensare è: non bastava Tinder? In questo senso David Minns ci racconta perché ha deciso di creare un sito di dating esclusivamente rivolto ai giocatori:
“Il vantaggio di un sito rivolto ad una nicchia è che riunisci persone con un interesse in comune. Rende la conversazione più semplice e crea un senso di comunità più forte. Dai dati dei sondaggi è emerso che per il 37% dei giocatori è molto importante che un potenziale partner condivida il loro interesse per i videogiochi.”
E portali come Twitch, che riuniscono per la stragrande maggioranza i videogiocatori, non sono realmente un intralcio perché, secondo Minns, una piattaforma generalista non è molto efficace: “può andarti bene, oppure puoi annoiare un numero indefinito di persone con delle avances non richieste”.
Joystick è, al momento, composto dal 76% di uomini, 21% di donne, e 3% da transgender. Come ogni community videoludica – e in questo caso anche legata alla sfera sessuale/sentimentale – anche in questo caso gli uomini sono la stragrande maggioranza. Lo possiamo confermare noi, come chiunque lavori nell’informazione videoludica ad esempio, con i dati di accesso a SpazioGames che si attestano sostanzialmente su quel 80% di pubblico maschile che popola anche Joystick. Per il futuro, dichiara Minns, ci sarà una grande attenzione nel marketing per rendere il portale appetibile anche alle videogiocatrici che, lo confermano i dati di vendita e di interesse, sono molto più del 21% che popola il sito di dating.
Minns ci svela anche che c’è già una parte di utenti italiani iscritta a Joystick, e contestualmente abbiamo chiesto come funziona nel concreto il match nel sito visto che, a differenza di altri portali simili, si può cominciare a contattare subito un partner senza attendere che l’altro accetti la richiesta. L’idea, dice il creatore, è che chiunque possa “avere il tempo di guardare un profilo ed inviare una frase per iniziare la conversazione”.
Se volete provare Joystick, o volete solo scoprire come funziona, potete raggiungere il portale a questo indirizzo. Al momento l’iscrizione è gratuita come offerta per il lancio, ma per il futuro prossimo Minns ci ha rivelato che il servizio costerà idealmente circa €8 al mese.
L’amore al tempo del ray-tracing
Può funzionare un portale come Joystick? Onestamente, speriamo di sì. Non tanto perché crediamo sia necessario solamente un servizio del genere per rendere vivace la vita sentimentale di un videogiocatore, ma un’idea come questa può sicuramente aiutare chi ha avuto sempre difficoltà ed esprimere sé stesso a 360 gradi quando si tratta di approcciare una persona.
Ci piace pensare, inoltre, a tutto un flirt fatto di allusioni, frasi, battutine piccanti e gesti che siano citazioni della cultura videoludica. “Vuoi salire nel mio castello?”, “Facciamo una battle royale”, “Stasera ti fraggo”, e cose del genere.
Ma anche lasciare ad una partita di Street Fighter, rigorosamente al meglio dei cinque round, chi decide dove andare a cena (oppure chi prende le redini in camera da letto, se ve la sentite di rischiare), sostituire il “Netflix & Chill” con “Xbox & Chill”, arredare casa in funzione delle action figure e delle collector’s edition da mettere in mostra, o fare una proposta di matrimonio a tema con il videogioco preferito di entrambi.
Se avete una dolce metà con cui condividere la vostra passione per i videogiochi, potete affrettarvi a litigarci il prima possibile sfidandola a Mario Kart 8 Deluxe, come in ogni coppia che si rispetti!