Quando ancora erano quasi esperimenti su una nuova console, il genere fantasy si intrecciava con quello platform, proponendo una storia che agli occhi di un giocatore contemporaneo potrebbe apparire sempliciotta e per nulla accattivante. Certo è che se parlassimo oggi di uno scheletro che combatte con spada, scudo, archi e faretre contro una schiera di zombie, demoni e altre creature fantastiche, la descrizione potrebbe suonare come una commistione di horror splatter e classico hack’n’slash che non ha le premesse per rimanere nella mente, tantomeno nel cuore, dei giocatori.
Invece no; l’allora SCE Cambridge Studio ha avuto l’idea di proporre sugli schermi un titolo non troppo complesso e dal tono non troppo cupo, in chiave medievale e abbastanza leggera nel linguaggio e nell’atmosfera. Così veniamo affidati a una guida piuttosto singolare, uno scheletro redivivo, che ci accompagna attraverso i livelli dei titoli che ci hanno permesso di conoscere da vicino Sir Daniel Fortesque, meglio noto come Sir Dan, nella (breve ma intensa) saga di Medievil, che lo scorso 9 ottobre ha festeggiato il ventesimo anniversario.
Un tempo cavaliere, affibbiatogli l’appellativo di “Campione del Re”, cadde in battaglia ferito mortalmente durante gli scontri contro il perfido stregone Zarok, nel tentativo di difendere il Re Peregrino, sovrano delle terre di Gallowmere. Tutto molto solenne, quanto falso: in realtà, Daniel era semplicemente molto simpatico al sovrano, dunque riuscì a entrare nell’esercito nonostante non avesse mai partecipato ad alcun addestramento, oltre che non avere nessun titolo e nessuna abilità precedentemente comprovata su campi di battaglia. Questo elemento permette così una lettura tragicomica della vicenda sin dagli esordi, una caratteristica propria anche dello stesso personaggio, di cui ci troviamo a guidarne le spoglie in diversi mondi: prima medievali, poi catapultati nel cuore della Rivoluzione Industriale londinese, proprio a causa di una delle prime frecce scagliate dalle fila nemiche di Zarok, intorno all’anno 1300.
Cento anni dopo, la maledizione dello stregone disturba l’eterno riposo del guerriero, trasformandolo in un non-morto e costringendolo a imbarcarsi in una missione costellata di nemici goffi e quasi naif, ben lontani da ogni pretesa di spaventare il giocatore. Sembra quindi che Sir Dan ci abbia accompagnato in una favola che tanti desiderano rivedere dopo decenni, in una versione remastered che stenta a essere ufficializzata. La ricerca del tempo ormai lontano in cui si salvava su una memory card i progressi, aprendo un libro tenuto da uno scheletrino sorridente e abbarbicato su una lapide, sembra non voler essere dimenticata dai fan, che hanno seguito Daniel anche in Inghilterra, 500 anni dopo le battaglie di Gallowmere. Il nostro simpatico mucchio di ossa, rivestito di armatura di tutto punto e dalle movenze tanto sgraziate quanto buffe, si è ritrovato in tutt’altra epoca, un problema di poco conto per chi ormai aveva rimesso la pelle secoli prima.
Se nel primo capitolo avevamo conosciuto un combattente alle prime armi e spalleggiato dalle anime dei grandi soldati di un tempo, riuniti nel Salone degli Eroi (la sala celeste omonima proprio alla nostra rubrica), il tempo trascorso per Sir Dan ha sortito degli effetti positivi anche sulla sua capacità combattiva. Non solo si destreggia tra armi più complesse e moderne, ma la Londra vittoriana gli fa perdere la testa, letteralmente. Affidando il suo cranio a una delle consuete manine verdi à la Famiglia Addams che hanno percorso parecchia strada insieme a noi, potrà osservare dal suo unico occhio il mondo da tutt’altra prospettiva. Divenuto abbastanza celebre da poter riposare nientepopodimeno che in una sala a lui dedicata nel British Museum, il suo sonno centenario viene disturbato nuovamente per causa dello stregone malefico.
Anch’egli defunto e scomparso dalla faccia della terra, non è toccata la stessa sorte alle pagine del suo libro di sortilegi, finito nelle mani di Lord Palethorn, un perfido nobile animato dal desiderio di conquistare la capitale britannica con un altro esercito che Daniel dovrà fronteggiare. Palethorn risveglierà anche Dan dal suo sonno secolare che, in un mix di scene similari a Una notte al museo e percorrendo nuove strade, troveremo un vecchio amico che ci saprà mostrare lo stesso sorriso sdentato di sempre, lo stesso che è tornato anni dopo sulla portatile PSP, con la “resurrezione” del primo capitolo, per tentare di riportare in auge il primo titolo, con qualche modifica sì, ma senza storpiare particolarmente la linfa vitale che ha animato sin dalle origini una storia di zombie e morti, ma non troppo.