Le simulazioni tennistiche sono un disastro: Tennis Manager è davvero l'unica via?

Non si vedono all'orizzonte grandi giochi di tennis, ma un manageriale può cambiare le carte in tavola. Ve ne parliamo nel nostro approfondimento.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Tra le decine di mail che riceviamo giornalmente dobbiamo sempre fare un'attenta cernita per capire cosa effettivamente può essere d'interesse e cosa invece può essere derubricato a semplice informazione di poco conto. Le comunicazioni spaziano da annunci di rilievo a puro spam, e in mezzo a questa miriade di messaggi c'è sempre qualcosa di potenzialmente buono che desta la nostra attenzione.

Tra annunci di progetti minuscoli che usciranno in alpha fra sei mesi e la presenza di opzioni assolutamente marginali presentate come il non plus ultra dal gaming, è sbucato fuori un titolo indipendente dal nome Tennis Manager, in arrivo sul mercato poco prima dell'inizio del Roland Garros (appuntamento fondamentale della stagione tennistica e uno dei quattro grandi slam annuali).

L'iniziativa non può che aprire a una riflessione sullo stato di questo sport rappresentato in ambito videoludico, con tutto ciò che ne consegue in termini di immagine, aspettative e qualità. Perché non si riesce più a fare un gioco di tennis decente? Per quale motivo nessuno si avvicina neanche lontanamente a quegli standard che possono farci dire almeno per una volta che c'è del potenziale?

Tennis e videogiochi: un connubio impossibile?

Alla luce degli insuccessi degli ultimi anni verrebbe spontaneo affermare che tennis e videogiochi sono due rette parallele che non s'incontreranno mai. D'altra parte, benché le tecnologie si siano sviluppate in modo importante, da due generazioni siamo orfani di un gioco in grado di poter soddisfare gli amanti del tennis. Il che è piuttosto bizzarro, considerando il ritorno di fiamma che questo sport sta avendo anche qui da noi.

I motivi per il Bel Paese, ovviamente, sono legati al fatto che in molti stanno salendo sul carro dei vincitori, scoprendosi amanti del tennis quando fino a qualche mese prima non conoscevano nemmeno le regole basilari. Con Berrettini e Sinner sulla cresta dell'onda, nonostante infortuni e fastidi, un Musetti dal grande potenziale e le classifiche che fanno ben sperare anche per le prospettive di lungo periodo, la voglia di tennis pad alla mano sta aumentando.

Indagini di mercato e uscite per nulla rarefatte dimostrano in modo incontrovertibile che non si tratta di una minuscola nicchia, ma di un vero mercato che può potenzialmente fruttare non poco. Eppure, nonostante l'interesse, a latitare in modo clamoroso è proprio la qualità.

Nel 2020 abbiamo recensito su queste pagine ben due giochi sviluppati dalla stessa software house, Big Ant Studios, che Nacon ha deciso di gestire contemporaneamente creando non poca confusione tra i prodotti. Il primo era AO Tennis 2 (ecco la recensione), che tentava di sfruttare appieno la licenza degli Australian Open ma portava con sé difetti per nulla trascurabili. Il roster era povero, le animazioni assolutamente poco credibili e la fisica della pallina era da rivedere.

A distanza di pochi mesi arrivò sul mercato Tennis World Tour 2 (qui la recensione), che era a tutti gli effetti una rielaborazione della stessa base di cui gli sviluppatori potevano disporre, al punto che i due prodotti tendevano anche a somigliarsi sin troppo. I risultati non furono buoni e le nostre valutazioni lo dimostrano ampiamente, soprattutto se si considerano certe gravi ingenuità legate ai colpi "abusabili" e all'IA da irretire con poche mosse. Poco credibile anche la risposta di smorzata dopo un servizio di oltre duecento chilometri orari, e poco incisivo tutto il resto. Il prossimo luglio arriverà Matchpoint: Tennis Championship di Kalypso, e sebbene non ci aspettiamo un exploit dirompente, la curiosità di certo non manca.

Se si pensa poi che dall'ultimo grande gioco di tennis sono passati ben undici anni, vengono quasi i brividi. Quel Top Spin 4 che tuttora funge da spartiacque aveva dietro un grande publisher e un importante team di sviluppo, ma questo non deve far pensare mai a esiti scontati, soprattutto alla luce di scivoloni che anche i big hanno fatto loro malgrado.

Può arrivare un buon gioco di tennis da uno studio più piccolo? Certamente sì, e in fondo ai nostri cuori lo speriamo anche. Può arrivare da uno studio indipendente con poche risorse a disposizione? Dipende, perché di fatto stiamo pur sempre parlando di un titolo sportivo che richiede una buona forza lavoro e deve soddisfare anche una dose non indifferente di aspettative. Cosa si fa allora?

Tennis Manager può fare la felicità degli amanti di questo sport?

Un piccolo studio indie francese chiamato Rebound vuole idealmente colmare quel grande vuoto rimasto sin da allora, proponendo un titolo che in larga misura vuole aderire allo schema di successo portato avanti da Football Manager (presente su Game Pass, di cui potrete acquistare tre mesi di abbonamento su Amazon).

A pochi giorni dall'arrivo del codice finale di gioco, ci teniamo a farvi sapere che esiste l'alta probabilità di un'importante mancanza di licenze ufficiali, il che era parzialmente prevedibile. In mezzo a una pletora di nomi storpiati ma tutti facilmente riconoscibili, gli unici reali che abbiamo notato sono il nostro Lorenzo Musetti e la giovane promessa Holger Rune, già agevolmente in top 100.

Dopo un anno di accesso anticipato, Tennis Manager 2022 vuole appaiarsi alla qualità degli altri titoli manageriali più in voga, concentrandosi anche sui miglioramenti tecnici. L'ambizione di certo non manca, ma è innegabile che è proprio dal punto di vista grafico che si notano molte debolezze, in particolar modo durante le simulazioni delle partite. Il focus non è però su questo aspetto, e nel gioco sarete impegnati nella maggior parte del vostro tempo a gestire la vostra accademia, impartire stili di gioco e creare quella che può col tempo diventare una leggenda.

Non mancheranno nemmeno caratteristiche di gioco come la creazione dei giocatori, nuovi formati legati alle competizioni, la supervisione del proprio team e tutta una serie di dettagli gestionali che dovrebbero lasciar gestire all'utente davvero tutto ciò che è necessario per avere il pieno controllo delle attività tennistiche.

Il CEO di Rebound, Augustin Pluchet, ha dichiarato che lo studio sta lavorando affinché la serie diventi permanente, aggiornandosi di anno in anno e raggiungendo vette qualitative importanti. La dichiarazione arriva dopo il grande successo dell'edizione precedente, che è andato oltre ogni aspettativa. Segno, questo, che gli amanti del tennis sono davvero alla costante ricerca di qualcosa che possa fare al caso loro.

Sulla carta ci sarebbe da gioire, per Tennis Manager 2022: arriveranno per l'occasione nuove feature come i nuovi strumenti per la gestione manageriale dei contratti e delle negoziazioni, statistiche aggiornate, il formato Round Robin per i tornei (quello all'italiana visto nella Coppa Davis, per intenderci) e verranno migliorate le simulazioni delle partite tramite l'IA e le animazioni. Inoltre, sono previsti i circuiti junior e quelli professionali, con oltre duemila tornei a disposizione. Dovremo verificare tutto pad alla mano, è chiaro, ma il progetto ci ha già stuzzicato.

In conclusione

Alla luce di quanto detto e dei progetti che stanno prendendo corpo, è davvero assurdo che dopo più di una decade nessuno sia più stato in grado di proporre un gioco di tennis di alto livello, né arcade, né tanto meno simulativo. Tuttavia ne arrivano sul mercato molti di più rispetto a qualche anno fa, a dimostrazione del fatto che l'interesse è alto e che i produttori ci vedono dietro un mercato profittevole.

Dubitiamo fortemente che i grandi nomi possano lanciarsi a capofitto nel breve periodo, e nutriamo forti dubbi anche per il prossimo futuro. Sappiamo però che il mercato di settore è incredibilmente mutevole, e se questi titoli minori riusciranno a far registrare vendite non trascurabili, è lecito aspettarsi delle mosse dai grandi produttori. Persino EA, con la sua divisione sportiva che copre quasi tutti gli sport, ha deciso di far appassire il marchio Grand Slam Tennis, che non era di alta qualità né giustificava un prosieguo lungo quella via.

Può un manageriale invertire la rotta? La risposta è difficile da dare se prendiamo come esempio lo sport più amato al mondo, perché spesso chi ama i gestionali non è per forza un amante dal calcio classico rappresentato da Fifa e eFootball. Eppure, da un paio di anni a questa parte, le acque hanno smesso di essere stagnanti; ma come sempre sarà il pubblico a decidere se si tratta di una timida rinascita o solo di un fuoco di paglia.

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