Immagine di Scarlet Nexus è fuori di testa persino per gli standard degli anime
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Scarlet Nexus è fuori di testa persino per gli standard degli anime

Scarlet Nexus è squisitamente sopra le righe: lo abbiamo provato e vi raccontiamo le impressioni nell'anteprima.

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a cura di Paolo Sirio

Informazioni sul prodotto

Immagine di Scarlet Nexus
Scarlet Nexus
  • Sviluppatore: Bandai Namco
  • Produttore: Bandai Namco
  • Distributore: Bandai Namco
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Azione , Avventura
  • Data di uscita: 25 giugno 2021

Siamo abituati, e spesso le amiamo, alle bizzarrie degli eclettici sviluppatori giapponesi, e Scarlet Nexus da questo punto di vista non costituisce un'eccezione. Per qualche ragione, dopo aver spolpato Code Vein nel 2019, ci aspettavamo – sempre dalla profonda libreria di Bandai Namco – un'esperienza più regolare in quello stesso solco ma, a quanto pare, siamo destinati a venire smentiti in un batter d'occhio.

Il publisher giapponese ci ha permesso di provare, con una soluzione in streaming, le prime tre ore abbondanti del suo nuovo action RPG, che hanno rivelato un titolo definibile in una sola parola “strano”, persino per gli standard degli anime; di quello strano che hai bisogno di saperne di più per capire dove vada a parare, perché è in bilico la potenziale sorpresa e il classico gioco che la spara altissimo senza andare a riprenderla.

Quello che abbiamo giocato finora, di certo, ci ha incuriosito e ci ha introdotto ai sistemi principali di Scarlet Nexus, nonché al suo vasto immaginario; in entrambi i casi abbiamo dovuto prendere appunti poiché le informazioni che ci sono piovute addosso, come capita di frequente negli inizi delle produzioni nipponiche, sono state tantissime ed estremamente articolate.

In vista dell'uscita del 25 giugno, intanto, vi possiamo raccontare ciò su cui abbiamo messo mano e, senza sbilanciarci troppo in considerazione della porzione di gameplay assai limitata alla quale siamo stati sottoposti, tracciare le primissime impressioni relative a questo nuovo sforzo creativo di Bandai Namco Studios.

Cosa abbiamo giocato

Introdurvi alla storia di Scarlet Nexus può essere un esercizio abbastanza complicato, dal momento che parliamo di un titolo dall'universo assai complesso e sfaccettato, nel quale diverse forze partecipano alla formazione di un quadro generale, va riconosciuto, molto ricco (e bizzarro) fin da subito.

È un titolo che, rifacendosi ad una tradizione narrativa ben chiara, non fa complimenti quando c'è da ricorrere agli “spiegoni” per tratteggiare le sue caratteristiche fondanti e il suo mondo, e questo si traduce in un inizio nel quale bisognerà prestare molta (o poca, a seconda di dove vorrete porre il vostro focus) attenzione ai dialoghi e alle componenti che apprenderete simultaneamente al vostro personaggio.

Il gioco parte con la scelta del protagonista tra due eroi: Yuito Sumeragi e Kasane Randall. Questi due personaggi sono muniti entrambi del potere della psicocinesi ma attaccano il primo da vicino, la seconda dalla distanza. Tutti e due si stanno appena unendo alla OSF, la forza militare di resistenza agli Others, nemici di natura aliena che hanno messo nel mirino la terra per qualche motivo poco chiaro e ne distruggono le città un giorno sì, l'altro pure.

L'OSF ha evidentemente un ruolo chiave nella vicenda, con le sue molteplici gerarchie e strutture (presto rinuncerete a seguirle, per quante ne sono) messe a disposizione dei cadetti, così come dei soldati più esperti, già equipaggiati di loro di poter psichici che li rendono speciali. Nella nostra demo, rispettando i canoni degli anime, è l'unico a restare in piedi dopo l'implementazione del SAS, un sistema che gli consentirà di andare in battaglia e sfruttare i poteri psichici dei suoi compagni di squadra, non soltanto il proprio.

Le tre ore in cui abbiamo giocato ci hanno fatto provare il tutorial e i primi due capitoli (più un ricco prologo), nei quali abbiamo apprezzato un semi open world nello stile degli RPG di Obsidian: in ciascuna macro-area, in cui spicca la metropoli di Suoh City, è possibile fare dell'esplorazione abbastanza libera per recuperare oggetti e leggere dialoghi con gli abitanti, in modo da scoprire di più sulla storia e sui costumi di New Himuka.

È possibile passare ad altre location richiamando la mappa del mondo e accedendo ad un viaggio rapido in qualunque punto ci si trovi (e soltanto in questo modo): le aree che abbiamo visitato, oltre alla città centrale, sono state per ora periferie decadenti, cantieri e ghost town, che rivelano come questo mondo sia caduto in rovina dopo un attacco disastroso sferrato dagli Others circa cinque anni prima dell'inizio della nostra storia.

Insieme alla storia, i combattimenti sono l'aspetto più articolato di Scarlet Nexus. Da buon action RPG, in particolare con Yuito, sferrare combo tra gli attacchi fisici avrà la sua importanza – soprattutto a livello di feeling, dove del genere ci sarà più o meno tutto, inclusa una barra della furia – ma l'aspetto fondamentale sarà costituito dalla combinazione di questi ultimi e i poteri psichici.

A prescindere dal personaggio scelto, il potere sarà la psicocinesi, ovvero la possibilità di raccogliere oggetti (anche molto pesanti, come le auto) e scagliarli contro i nemici usando i grilletti: con il destro si adopera la versione base di questa tecnica, con il sinistro, invece, si sfruttano determinati punti delle location, come un palo dell'illuminazione o un gancio appeso al soffitto, per sconfiggere boss od orde più impegnative; questa variante è completata da un rapido minigioco e tornerà sempre molto utile per il quantitativo di danni, spesso letale, che apporta.

Una Brain Map ci permette di ampliare il set di abilità di cui disponiamo, grazie ai tre rami Enhance (aumenti percentuali ai danni), Expand (nuove skill come il doppio salto) e Support (riduci il cooldown degli oggetti curativi, e simili), mentre sfruttando la connessione neurale con i commilitoni – al netto del fatto che la psicocinesi sarà la parte più importante del sistema di combattimento, per cui preparatevi ad usare, e forse abusare, dell'ambiente – è possibile accedere ai loro poteri.

Tra i poteri che abbiamo testato, ciascuno dei quali corrisponde ad un membro del party in un massimo di tre compreso il protagonista, troviamo il raddoppio della psicocinesi (quando due personaggi hanno la stessa caratteristica), l'invisibilità che apre ad una piccola componente stealth, l'elettrocinesi con cui sferrare attacchi elettrici ed indurre shock, la chiaroveggenza che svela i nemici invisibili e rallenta il tempo, e la sclerocinesi che aumenta la difesa.

Per la parte iniziale i membri del party sono scelti automaticamente ma progredendo nella storia, una volta sbloccato un rifugio segreto in stile Persona 5, potremo scegliere con mano quali personaggi vorremo avere al nostro fianco in missione. Il rifugio sarà accessibile tra un capitolo e l'altro, e permetterà di prendere fiato e sbloccare i Bond Episode tramite i quali assistere a dialoghi o completare side quest insieme ai compagni di squadra; questo ingrediente di social sim (per restare in tema Persona) aumenterà il legame con i protagonisti e sbloccherà nuove abilità quando ne useremo i poteri, fino a sei.

Se fin qui potrebbe esservi sembrato un prodotto bene o male regolare, Scarlet Nexus fa voli pindarici per quanto riguarda i mob e determinati aspetti del suo mondo, che vengono esagerati probabilmente per esporre una critica della società contemporanea e un timore per la direzione che prenderà in futuro.

I nemici hanno un design piuttosto particolare, che siamo abbastanza sicuri vi spiazzerà: ci sono boss a quattro zampe corrotti con bolle di simil-pus (e ancora ancora...), altri con teste di bouquet di fiori, zampe e lunghe code o manichini senza testa, e il fatto che siano i primi a presentarsi contribuisce a “sdrammatizzare”, per così dire, una minaccia che i protagonisti provano a rivelare come grave e alquanto seria.

Le situazioni in cui vi imbatterete non sono da meno: vi capiterà ad esempio di venire teletrasportati, mentre sarete nel bel mezzo di una scena d'intermezzo, da un bambino posizionato ai massimi ranghi dell'esercito, per non parlare della curiosa spettacolarizzazione della vicenda che, per un motivo o per un altro, finisce sempre al centro di casi mediatici.

Sì, perché quella di Scarlet Nexus è una società altamente mediatizzata, una declinazione estrema della civiltà dei social e del gossip dalla quale siamo tempestati ogni giorno di informazioni (spesso superflue). Gli esempi sono molteplici, a partire dalla possibilità di guadagnare presso gli shop, e al contempo punti di salvataggio, vendendo i pacchetti di dati raccolti girando per le ambientazioni.

Connessi alla storia sono invece i Crows, un'organizzazione televisiva che riprende ogni attacco degli Others, tessendo le lodi degli eroi umani che salvano la Terra dagli invasori malvagi e creando personaggi – una volta all'anno, quando inizia il “corso” di reclutamento dell'esercito, un cadetto viene scelto come centro della scena e quest'anno, per una pura coincidenza, sarà Yuito sotto l'occhio della telecamera.

Questa organizzazione manda letteralmente dei droni per seguire la risposta degli OSF alla minaccia aliena ed è tutelata da un'apposita legge che viene menzionata nel gioco (per cui l'abbattimento dei droni costituisce un reato: succederà per mano di un personaggio poco avvezzo alla TV).

“L'invasione” tecnologica non riguarda soltanto l'esterno di uomini e donne di questa società cibernetica: i combattenti hanno impianti di ogni genere e uno in particolare ci ha colpito, ovvero un meccanismo che consente di tenere sotto controllo i livelli di stress e paura durante le battaglie, che arriva persino a censurare i corpi dei commilitoni caduti in battaglia – la testa, nella fattispecie, di cui gli Others pare vadano molto ghiotti. Con questo medesimo sistema sarà possibile ricevere messaggi come se avessimo uno smartphone in testa, e pure replicare avviando dei dialoghi con gli amici del protagonista.

Che impressione ci ha fatto?

L'impressione che ci ha destato Scarlet Nexus è quella di un gioco fuori di testa persino per gli standard (impostati piuttosto in alto) degli anime, e quando capita qualcosa del genere è molto importante provare il titolo completo in modo da capire se questo eclettismo porterà i risultati sperati da Bandai Namco.

Va detto però che quello che abbiamo visto ha tratteggiato un universo ricco e interessante, con una mitologia da scoprire, una storia personale dei protagonisti da approfondire, e una serie di commistioni (ispirazioni, talvolta) con la cultura contemporanea che non sfuggono e sfociano, con i cambi di tono repentini tipici dell'animazione giapponese, nel cyberpunk più deviato. Questo indubbiamente ci lascia incuriositi di saperne di più man mano che ci avvicineremo al day one.

Al di là della trama e dell'universo, per digerire i quali servirà inevitabilmente un po' di tempo per la mole di informazioni e sistemi impressionante che viene lanciata sul giocatore nelle prime ore, abbiamo altre preoccupazioni che dovremo risolvere nella versione finale del titolo, relative in primis ai valori produttivi e ad alcune caratteristiche del combattimento.

Nelle tre ore di gioco, abbiamo già notato una componente di backtracking da non sottovalutare, ritornando alle ambientazioni che avevamo esplorato anche per pochi minuti, e un pericolo di riciclo dei nemici che, pur essendo mid-boss, non ci sono parsi proporre una grande varietà (abbiamo incontrato, di fatto, sempre gli stessi a prescindere dall'ambientazione). Ricordando Code Vein, che pure faceva di un design quantitativo il suo mantra, sarà un punto da tenere sotto controllo in vista del lancio.

La seconda perplessità riguarda il combat system, in genere ricco di mosse e con un'apprezzabile interazione ambientale, e in particolare due aspetti: la schivata, che in questa fase iniziale ci è parso difficile da utilizzare (più che altro, prevedere quando arriveranno i colpi dei mob), e soprattutto la dinamica del lock, che ci è parsa alquanto cervellotica poiché – come tante azioni – richiede non solo di puntare un nemico ma pure di premere il dorsale destro insieme alla levetta per spostare il focus su un altro.

Andrà verificata anche la portata del contributo delle intelligenze artificiali che, per il momento, non sono parse troppo attive negli scontri, lasciando il grosso (se non grossissimo) delle sfide ai giocatori in carne ed ossa; un contraltare, sempre da toccare con mano sul gioco fatto e finito, per l'ingegnoso sistema dei poteri - ognuno associato ad un personaggio, con le sue peculiarità caratteriali e abilità, da selezionare con mano - in base ai propri gusti e a quello che ci servirà nella missione, nel rifugio dell'OSF. Abbiamo già identificato alcuni poteri/personaggi che torneranno molto utili, come quelli per gli attacchi elettrici e la corazza con cui saremo al riparo da almeno un paio di colpi.

Come per la tematica del backtracking e delle ambientazioni, quella dei valori produttivi torna quando ci vengono mostrate delle scene d'intermezzo che non sono delle vere e proprie cutscene, quanto piuttosto delle “semplici” vignette animate: gradevoli nello stile, ma rendono l'idea di un budget in termini di tempo e risorse non propriamente stellare messo a disposizione del team di sviluppo.

Sulla direzione artistica, invece, pochi dubbi: la proposta di Bandai Namco è molto gradevole alla vista, grazie ad ispirazioni che vanno da Persona 5 (pure nelle meccaniche) a, perlomeno a quello che ci ha ricordato in questo primo giro, Jet Set Radio – nei quartieri pieni di palazzoni post moderni - e Gravity Rush, nel cel shading che avvolge non solo i personaggi ma pure le ambientazioni, specie prima che ci avviciniamo agli oggetti disegnati fintanto che non gli arriviamo a ridosso.

Volete portare a casa un gioco che ricorda in un certo senso Scarlet Nexus, in attesa di metterci le mani? Occhio, allora, a Code Vein.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Immaginario ricco

  • Direzione artistica piacevole

  • Originale l'idea dei poteri e dei personaggi

Contro

  • Attenzione ai valori produttivi

Commento

Restano da definire alcuni aspetti, taluni circa il sistema di combattimento mentre altri a proposito dei valori produttivi, ma questo primo approccio con Scarlet Nexus ci ha lasciati desiderosi di scoprirne di più relativamente alla mitologia e alla storia dei protagonisti, nonché alle conseguenze delle tante tracce messe sul piatto nelle tre ore iniziali. Un buon incipit rispetto alla prova completa che ultimeremo nelle settimane di avvicinamento al day one del 25 giugno.
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