Salt and Sacrifice | Recensione - Il ritorno del soulslike in 2D
Gli sviluppatori indie di Ska Studios tornano dopo anni con il seguito del loro grande successo Salt and Sanctuary, uno dei primi soulslike 2D mai realizzati.
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a cura di Silvio Mazzitelli
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Ska Studios
- Produttore: Ska Studios
- Piattaforme: PC , PS4 , PS5
- Generi: Action Adventure , Metroidvania , Soulslike
- Data di uscita: 10 maggio 2022
Nel 2016 arrivava sul mercato un indie chiamato Salt and Sanctuary, titolo realizzato soltanto da due persone, James Sylva e Shane Lynch, che insieme formano lo studio indie chiamato Ska Studios.
La coppia riuscì a creare uno dei primissimi soulslike in 2D (qui la recensione di Gianluca Arena), che potremmo considerare una sottocategoria dei soulslike, a loro volta sottogenere creato da FromSoftware, studio che al momento ha portato questo ramo videoludico a vette ancor più elevate grazie a Elden Ring (che potete acquistare su Amazon).
Ska Studios è ora tornata, dopo sei anni, con Salt and Sacrifice, il secondo capitolo della sua serie, appena uscito su PS4, PS5 e su PC in esclusiva per Epic Games Store. Sei anni sono tanti nel mondo dei videogiochi e, se il primo titolo rappresentava un’affascinante variazione sul tema dei soulslike, in tutto questo tempo si sono avuti molti altri tentativi di proporre visioni alternative del genere inventato da From Software, anche nel contesto del 2D.
Salt and Sacrifice riuscirà ad avere lo stesso impatto del suo predecessore?
Inquisitori nella morte
All’inizio di Salt and Sacrifice dovremo creare il nostro personaggio con un editor molto simile a quello del primo titolo della saga. Potremo poi selezionare una classe di partenza, partendo anche da alcuni grandi classici, come guerriero, assassino o chierico, che rappresenteranno però soltanto una bozza, dato che poi, man mano che acquisiremo esperienza, potremo scegliere direzioni molto diverse.
Salt and Sacrifice è in realtà un seguito del primo capitolo solo nello spirito, dato che la storia e l’ambientazione saranno molto diverse. Il nostro personaggio è un condannato a morte (il crimine sarà possibile sceglierlo durante la creazione) e l’unica sua speranza di redenzione è quella di sottoporsi a un pericoloso rituale che lo trasformerà in un Inquisitore – in grado di rinascere dalla morte, ma vincolato alla caccia ai maghi, temibili figure in grado di controllare gli elementi e che con i loro poteri devastano le terre del regno di Altarstone, luogo in cui è ambientata la vicenda.
Questo rituale ha bassissime probabilità di riuscita, ma, come avrete immaginato, con il nostro personaggio avrà successo, rendendolo così un Inquisitore a tutti gli effetti.
La trama e la lore del mondo di gioco vengono raccontate alla maniera tipica di qualunque soulslike, ossia tramite i dialoghi con i PNG presenti e, soprattutto, le descrizioni degli oggetti che troveremo nel gioco. Ovviamente non sarebbe corretto paragonare la profondità della lore di questo titolo, sviluppato soltanto da due persone, con i Dark Souls o il recente Elden Ring, ma nel complesso il lavoro è buono.
Manca però la finezza del collegare i vari dettagli in uno schema più grande, come se ci trovassimo di fronte a un puzzle da ricomporre man mano che approfondiamo la conoscenza del mondo di gioco. La trama di Salt and Sacrifice ha infatti molti buchi nella storia e c'è poca coesione tra gli eventi a cui assisteremo o che troveremo descritti nei vari pezzi di equipaggiamento, risultando sì interessante, ma non così tanto da spingere orde di fan a scervellarsi nel ricostruire le vicende dall’inizio alla fine.
È dunque assai probabile che molti giocatori preferiranno concentrarsi maggiormente sul gameplay del gioco.
Soulslike, Metroidvania con un pizzico di sale
Le meccaniche presenti all’interno di Salt and Sacrifice faranno sentire a casa chiunque abbia mai giocato a un soulslike prima d’ora. Dei pilastri magici saranno i nostri punti di respawn in caso di morte, mentre ogni nemico sconfitto ci farà guadagnare Sale, ossia il corrispettivo delle “Anime” in questo gioco.
I déjà vu si faranno sentire sin dal primo istante, quando, mossi i primi passi nel mondo di gioco, ci toccherà affrontare un boss troppo forte per il nostro personaggio appena nato, con conseguente prima morte e inizio del gioco vero e proprio.
Salt and Sacrifice non ha un mondo interconnesso, ma ci sarà un hub centrale con un portale che ci condurrà nelle cinque macro aree in cui è suddiviso il gioco. In questo hub troveremo poi PNG vari e tutti i servizi base tipici di ogni RPG, come fabbro, mercante, ecc.
L’esplorazione di ogni area ci metterà alla prova con una moltitudine di nemici da affrontare, tra cui i numerosi boss che il gioco ci scaglierà contro, senza dimenticare le trappole ambientali sempre pronte a coglierci alla sprovvista.
Salt and Sacrifice non è un gioco semplice, ma nemmeno troppo proibitivo per chi ha dimestichezza con il genere. Il tutto si può risolvere con una quindicina di ore di gioco, se si tira dritto, ma, tra contenuti online (di cui parleremo dopo), aree nascoste e opzionali e cacce ai maghi che possono essere ripetute all’infinito, la longevità può superare tranquillamente anche le venti ore.
Alla componente soulslike va aggiunto anche un leggero rimando ai metroidvania, cosa presente anche nel primo capitolo. I soulslike 2D in effetti si sposano molto bene con le meccaniche da metroidvania e in Salt and Sacrifice potremo trovare diversi gadget che ci apriranno nuove strade, come ad esempio il rampino.
Grazie a questo e ad altri gadget potremo rivisitare tutte le vecchie zone per scoprire segreti dimenticati, come nuove quest date dai PNG o oggetti preziosi. Questo sistema invoglia a esplorare ulteriormente zone già visitate, ma è davvero fastidioso che in questo gioco non sia presente una mappa, magari con la possibilità di mettere dei segnalini per ricordarsi cosa ci si era persi in una determinata zona.
In questo modo, invece, sarà facile girare a vuoto per diverso tempo prima di ritrovarsi nuovamente nell’area che ci interessava esplorare.
La progressione del nostro personaggio è gestita tramite l’ottenimento del Sale dai nemici sconfitti. Anche qui, alla morte perderemo tutto quello accumulato, che scomparirà definitivamente se moriremo nuovamente prima di averlo recuperato.
Grazie al sale potremo ottenere punti da utilizzare per sbloccare punti statistica e abilità speciali in un enorme skill tree che ci guiderà alla creazione della nostra build; per usare certi tipi di armi e armature sarà infatti necessario sbloccare l’abilità apposita. Questo sistema è anche ben gestito, ma penalizza un po' chi ama sperimentare varie build, dato che sarà bene capire sin da subito la direzione da prendere.
Il respec è presente, ma non sarà semplice da attuare: avremo bisogno di speciali pietre che ci faranno riottenere quelle che avevamo speso nelle abilità, quindi sarà difficile riuscire a fare un respec da zero del nostro personaggio, soprattutto se si vorrà farlo più di una volta.
Caccia ai maghi
Per quanto riguarda le basi del gameplay di Salt and Sacrifice, non ci saranno grossi stravolgimenti rispetto al primo capitolo. Chi lo ha giocato, o, più in generale, chi sa come funzionano i soulslike troverà i classici elementi di questo sottogenere.
La stamina determinerà ognuna delle azioni che potremo svolgere, tra schivate, parate e attacchi. Avremo due tasti d’attacco, che potremo anche utilizzare per creare diverse combo a seconda dell’arma scelta. Le armi nel gioco sono parecchie e verrà voglia di provarle tutte, per capire quale meglio si adatti al nostro stile di gioco. Si potranno equipaggiare fino a due armi contemporaneamente, così da poterle cambiare al volo in combattimento. In questo modo sarà possibile avere delle combinazioni di armi adatte a ogni occasione.
La novità più importante di Salt and Sacrifice è legata alla caccia ai Maghi. Quest’attività sarà una sorta di speciale boss fight che prende molti elementi dalla saga di Monster Hunter. Per cacciare un mago dovremo trovarne la traccia, scovarlo e poi indebolirlo affrontando anche i minion che ci evocherà contro, fino a quando non comparirà la barra della salute tipica di ogni boss battle e il nostro avversario ci attaccherà a piena potenza.
Una volta sconfitto il Mago, otterremo dei materiali per poter forgiare nuovo equipaggiamento, ma spesso ciò non basterà per costruire ogni arma e armatura disponibili. Qui entra in gioco la meccanica à la Monster Hunter, in cui potremo ripetere le cacce ai Maghi più volte, così da poter farmare il materiale necessario a creare nuovo equipaggiamento. I Maghi non hanno mai arene specifiche come i boss tradizionali e spesso ci capiterà di combatterli anche in luoghi poco consoni alla battaglia, dove saranno presenti anche altri nemici.
Fortunatamente, tutti nel gioco odiano i Maghi, anche gli altri Maghi; dunque questi verranno attaccati dagli altri nemici dell’area, dando vita a battaglie che però, spesso, sfoceranno in situazioni troppo caotiche da gestire.
Sarebbe stato meglio limitare le zone dove poter affrontare i possessori di arti arcane per evitare di trasformare alcuni scontri in un tripudio di effetti speciali confusionari, in cui spesso si morirà senza capire cosa ci abbia colpito. C’è da dire che la varietà dei Maghi affrontabili è molto alta: si andrà da semplici maghi in grado di scatenare la furia degli elementi ad altri più particolari e originali. Uccidere i Maghi ci farà anche guadagnare i loro cuori, che saranno fondamentali per sbloccare nuove aree da esplorare, comprese alcune zone segrete.
Essendo il nostro personaggio un Inquisitore, è ovvio che non si potrà diventare a nostra volta un mago con la nostra classe. A sopperire a questa mancanza, però, ci pensano le Runic Arts, sbloccabili nello skill tree e utilizzabili tramite le varie armi che troveremo: ogni arma ne possiede una, che consumerà punti Focus per essere attivata.
Queste andranno da attacchi simili a incantesimi, come il lancio di dardi d’energia o palle di fuoco, fino a potenziamenti alle statistiche. Ci sarà molta varietà di scelta nelle Runic Arts e scegliere quella giusta potrebbe rendervi più facili molti combattimenti.
Oltre a quelle contro i Maghi, ci saranno anche battaglie contro i boss più classiche, in cui si affronteranno mostruosi avversari nelle arene predisposte, come avveniva nel primo gioco. Le nostre abilità verranno messe a dura prova dalla varietà di nemici che dovremo affrontare, aspetto in cui anche questo secondo capitolo non delude.
Il gameplay di Salt and Sacrifice funziona piuttosto bene e offre molte possibilità di costruire diversi tipi di build, anche se al momento il titolo è affetto da alcuni problemi di bilanciamento e ottimizzazione, legati soprattutto ad alcuni picchi di difficoltà dovuti a situazioni mal gestite in alcuni livelli o ad attacchi di alcuni nemici in grado di colpirci anche mentre non sono presenti su schermo, o con hitbox sballate.
Il caos legato alle battaglie con i Maghi è un altro problema, che a volte può diventare tedioso, e non resta che attendere una prima patch per vedere qualche miglioramento al bilanciamento generale del gioco.
Multiplayer in due dimensioni
La grande aggiunta di Salt and Sacrifice riguarda la componente online: il nuovo titolo permette di evocare altri giocatori per affrontare le minacce del mondo di gioco oppure darsi al PVP sfrenato.
Come nei titoli di From Software, anche qui ci saranno diversi “covenant” con i loro obiettivi. Ci saranno diversi oggetti sparsi per il gioco che permetteranno di evocare o invadere gli altri giocatori. Normalmente non sarà possibile essere invasi finché si gioca da soli: per essere attaccati da giocatori ostili bisognerà aver evocato un altro giocatore come aiutante o utilizzare un oggetto chiamato Red Candle, che darà il via libera agli invasori anche quando saremo da soli.
Ci saranno diversi tipi di invasori e aiutanti: alcuni avranno il semplice obiettivo di uccidere l’host, altri di indebolirlo uccidendo alcuni speciali nemici, mentre altri ancora avranno persino la piena libertà di decidere di cooperare o combattere sul momento.
Avremo poi oggetti che ci permetteranno di essere evocati in difesa degli host invasi, proprio come succedeva negli ultimi Dark Souls o in Elden Ring (acquistabile su Amazon). L’online di Salt and Sacrifice è dunque un’aggiunta che sicuramente renderà il gioco più divertente, ma che non ha particolari guizzi di originalità rispetto alla sua fonte d’ispirazione.
A livello tecnico il titolo è piuttosto ben fatto. Seppur l’estetica ricordi molto il primo episodio, James Sylva ha affermato di aver creato tutti i personaggi e le animazioni ripartendo da zero. Pensare che tutte le animazioni e il design di ambientazioni e personaggi siano state fatte da una sola persona rende il lavoro svolto davvero impressionante.
Lo stile artistico forse non piacerà a tutti, ma la cura riposta in ogni animazione e nel design di ogni creatura è innegabile. Soltanto le ambientazioni ci sono sembrate a volte poco ispirate e forse troppo anonime, con toni troppo scuri che rendono le diverse aree molto simili tra loro. Nonostante ciò, come level design il titolo di Ska Studios si difende molto bene, con zone ricche di segreti e percorsi nascosti da scoprire dopo aver ottenuto nuovi gadget.
Versione recensita: PC
Voto Recensione di Salt and Sacrifice - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Gameplay molto curato e vario...
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Buona varietà di armi e build
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Le cacce ai Maghi sono un'aggiunta molto interessante...
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Artisticamente molto ben fatto
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La componente online aggiunge ulteriore spessore al gameplay
Contro
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...ma ha bisogno di essere ottimizzato in alcuni aspetti
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...ma spesso diventano troppo confusionarie quando coinvolgono altri nemici
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La sperimentazione di varie build è un po' limitata
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Non si discosta così tanto dal primo episodio a livello di meccaniche