Riot Games stanzia $10 milioni per rimborsare le dipendenti discriminate

Riot Games, dopo il messaggio di pubbliche scuse, cerca l'accordo economico per chiudere la causa e promette di migliorare per il futuro

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Qualche mese fa, Riot Games era stata protagonista di un’approfondita inchiesta firmata dalla testata Kotaku, dove numerose testimonianze avevano parlato di un ambiente di lavoro con pratiche discriminatorie e di molestia nei confronti delle lavoratrici. In alcuni casi, le dipendenti avevano raccontato dei loro superiori che si dicevano «preoccupati» per i mariti e figli che attendevano queste lavoratrici a casa – un po’ ad alludere al posto dove sarebbero dovute rimanere – mentre ulteriori testimonianze avevano parlato di un caso in cui la medesima idea proposta da una lavoratrice era stata bocciata e, passata poi a un collega uomo da lei stessa per vedere come sarebbe stata accolta se presentata da lui, era stata invece riconosciuta come positiva, con tanto di complimenti. Alcune, inoltre, avevano chiesto a Kotaku di poter rimanere anonime, nella loro testimonianza, perché temevano che i fan di League of Legends avrebbero attaccato loro, e non Riot Games, mentre avevano parlato apertamente delle continue allusioni al loro aspetto fisico, visto come unico motivo reale, dai loro superiori, per il fatto che occupassero il loro posto di lavoro.

In seguito alle accuse nate dall’inchiesta, che erano arrivate fino alle aule del tribunale, Riot Games aveva diffuso un comunicato ufficiale di scuse, in cui ammetteva le proprie colpe e dichiarava di volersi migliorare, per il futuro, per aprirsi alle sempre più numerose sviluppatrici donne.

La causa legale, lo scorso agosto, era stata annunciata come prossima a risolversi con un accordo tra le parti, che Riot Games avrebbe identificato in $10 milioni di rimborsi da dare alle denunciatrici danneggiate dagli atteggiamenti discriminatori. Questa cifra verrebbe suddivisa tra le oltre 1.000 dipendenti coinvolte nel caso, apprendiamo da VGC, che in alcuni casi erano state anche molestate sessualmente sul posto di lavoro.

La misura proposta da Riot Games, tuttavia, deve ancora essere approvata dal Tribunale, al quale è stata presentata. Vedremo se sarà accettata dalla Corte, o se Riot Games dovrà trovare un altro modo (o un’altra cifra) per risarcire le persone danneggiate dall’ambiente di lavoro ritenuto tossico.

Vedremo come evolverà la questione legale nelle prossime, ulteriori settimane.

Fonte: VGC

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