Difficile non ricordarsi del lancio di The Last of Us - Part II. Il capolavoro di Naughty Dog, arrivato sul mercato lo scorso 19 giugno, ha esordito dopo una serie di infiniti rinvii, complici i lavori prima e il COVID-19 poi, che lo hanno portato davanti ai consumatori dopo titanici leak relativi ai suoi contenuti. Nonostante il responso eccellente della critica – che, come nel caso della nostra review firmata dal veterano Domenico Musicò, ha sottolineato l'uso potentissimo fatto dell'interazione nello storytelling di questo titolo – il gioco ha sollevato più di una polemica, sia per i suoi contenuti inclusivi, non andati giù ad alcuni, sia per alcune scelte compiute dagli sviluppatori guidati da Neil Druckmann.
Così, abbiamo letto di boicottaggi, di restituzioni, di dischi spezzati in due con le forbici, di review bombing assurdi in cui allo scattare del day-one si bombardava il gioco a colpi di 0/10 su Metacritic e altri replicavano, altrettanto allo scattare del day-one, con 10/10 per tentare di ribilanciare la cosa. I comportamenti tossici legati suo malgrado a un gioco che proprio delle debolezze degli umani e della loro stupida brutalità vuole parlare sono arrivati fino a insulti agli attori, a minacce di morte, a sproloqui antisemiti contro Neil Druckmann e tutta una serie di ulteriori amenità che non hanno niente a che fare con il videogioco, con l'intrattenimento e con quella che è, e rimane, una affascinante vicenda immaginaria, in un mondo immaginario popolato di personaggi immaginari.
Viene dunque spontaneo domandarsi come sia andato The Last of Us - Part II in un mercato come quello statunitense, dove molte frange estremiste si sono scagliate anche e soprattutto contro le sue rappresentazioni femminili tutt'altro che stereotipiche, tra eroine (se così vogliamo chiamarle) omosessuali che non sono lì per compiacere l'occhio di nessuno e altre lontanissime dai canoni di bellezza da pin-up che spesso trovano terreno fertile nei media.
La risposta ci arriva da NPD Group, che ha preso in analisi l'andamento del gioco sul mercato di casa, rilevando che, sommati i dati di giugno e di luglio scorsi, The Last of Us - Part II è ora il terzo gioco dai migliori incassi nella storia di Sony in USA, alle spalle di Marvel's Spider-Man e del recente God of War. Inoltre, parliamo del terzo miglior lancio del 2020 in USA, del gioco più venduto di giugno e del quarto più venduto di luglio (dove lo scettro è passato a Ghost of Tsushima).
La risposta dei consumatori, insomma, è stata decisamente forte: al di là delle polemiche, dei leak e degli schiamazzi, The Last of Us - Part II è stato un successo commerciale. E, non ci stancheremo di ripeterlo dopo la nostra video recensione, è un'esperienza che vi raccomandiamo di giocare in prima persona – e non di guardare – al di là di qualsiasi leak o spoiler vi si sia fatto davanti: le cose, controller alla mano, hanno un altro impatto.
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